Di Jesús Colina
CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 1° gennaio 2008 (ZENIT.org).- Quindici sacerdoti, tre diaconi, una religiosa, un religioso e un seminarista sono stati ammazzati nel 2007, secondo quanto rivelato nell’annuale dossier pubblicato dall’Agenzia “Fides”.
Il rapporto constata che i morti in terra di missione sono tre in meno rispetto all’anno precedente e quattro in meno rispetto a due anni fa.
Un particolare tributo di sangue è stato pagato quest’anno dalla Chiesa in Iraq. Davanti alla chiesa del Santo Spirito a Mosul (Iraq), il 3 giugno 2007, sono stati barbaramente uccisi il parroco, padre Raghiid Ganni e tre diaconi (Basman Yousef Daoud, Ghasan Bidawid e Wahid Hanna).
L’unica religiosa della lista, Suor Anne Thole, di 35 anni, appartenente alle Suore Francescane della Sacra Famiglia (conosciute come Nardini Sisters), nata in Swaziland e cresciuta in Sudafrica, ha sacrificato la sua vita nel tentativo di salvare quella dei malati di Aids di cui si prendeva cura presso la missione di Santa Maria a Ratschitz, a 30 chilometri da Dundee (Sudafrica).
Dopo aver messo in salvo cinque malati di Aids dall’incendio che stava distruggendo la struttura dove erano ricoverati, suor Anne è voluta tornare indietro per portare fuori anche gli altri tre, ma il soffitto è crollato uccidendola.
“Possiamo ancora salvarne qualcuno”, sono state le sue ultime parole mentre si avventurava tra le fiamme.
Secondo Fides, dal 1990 sono stati uccisi 777 uomini della speranza, 248 solo nel 1994, durante il genocidio in Rwanda.
Fides informa che il rapporto non è definitivo, perché alle volte la morte di missionari o di altri operatori pastorali non arriva in tempo a Roma, e chiede di segnalare aggiornamenti o correzioni all’elenco (www.fides.org).