Gerusalemme: le Chiese cristiane esortano i Palestinesi a unità interna e dialogo con Israele

GERUSALEMME, lunedì, 15 gennaio 2007 (ZENIT.org).- La minaccia di guerra civile e la convulsione della regione esortano i patriarchi e i leader delle Chiese locali a Gerusalemme a chiedere a tutti i Palestinesi vera unità e l’eliminazione delle armi dalle strade e a esortare affinché i leader israeliani e palestinesi tornino al tavolo dei negoziati.

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“Preoccupati per l’attuale situazione nei Territori palestinesi, sentiamo di dover esprimere il nostro timore per tutto il nostro popolo – cristiani e musulmani – per il deterioramento dei rapporti tra i leader di Fatah e Hamas [le due fazioni palestinesi, ndr.] e le forze armate”, scrivono nel loro messaggio, ricevuto da ZENIT venerdì.

Visto che tutti i tentativi di mediazione e riconciliazione sembrano senza risultato, e considerate le minacce – “senza precedenti” – da parte dei due movimenti, “questi avvenimenti possono solo avvicinare sempre più una guerra civile”, e un risultato simile “sarebbe tanto drastico da oscurare le reali priorità di tutto il popolo palestinese”, avvertono i leader religiosi cristiani di Gerusalemme.

Considerano che ci sia il dovere di cambiare il corso degli avvenimenti, soprattutto per il bene di bambini e giovani, che meritano un futuro migliore. “Lo spargimento di sangue e la violenza non poteranno la pace; solo più distruzione della vita familiare e più rischi per l’economia della nostra terra”, avvertono.

“E’ giunta l’ora di presentare un’intensa preghiera a Dio Onnipotente per la pace e un’opportunità di calma affinché tutte le parti possano considerare accuratamente ciò che è in gioco”, scrivono nel messaggio.

“Anziché lanciarci reciprocamente accuse, dovremmo esortare tutti a pregare per i loro vicini nel senso più ampio possibile. E’ tempo di unire, non di scontri – aggiungono –. La lotta e il sequestro di oppositori non farà crollare il Muro di Sicurezza né porrà fine all’embargo sul popolo palestinese”.

“E’ giunta l’ora di compiere ogni sforzo per unire il nostro popolo e di concentrarsi per lavorare per l’indipendenza e per l’opportunità, per tutti i popoli della Terra Santa – cristiani, musulmani ed ebrai –, di conoscere la sicurezza e la pace”, proseguono.

I patriarchi e i leader delle Chiese locali a Gerusalemme affermano la loro disponibilità a svolgere il proprio ruolo nella situazione presente il più rapidamente possibile come mediatori o nel modo necessario.

“E’ fondamentale dare un reale senso di unità nel governo, unire le forze di sicurezza, eliminare le armi dalle nostre strade ed esortare i leader israeliani e palestinesi a tornare al tavolo dei negoziati”.

Il messaggio è firmato dalle seguenti personalità: Patriarca Theophilos III (Patriarcato Greco-ortodosso), Patriarca Michel Sabbah (Patriarcato Latino), Patriarca Torkom II (Patriarcato Apostolico Armeno Ortodosso), padre Pier Battista Pizzaballa ofm (Custode di Terra Santa), Anba Abraham (Patriarcato Copto Ortodosso), Arcivescovo Swerios Malki Mourad (Patriarcato Siro Ortodosso), Abune Matthias (Patriarcato Etiope Ortodosso), Arcivescovo Paul Nabil Sayyah (Esarcato Patriarcale Maronita), Vescovo Riah Abu Al-Assal (Chiesa Episcopale di Gerusalemme e del Medio Oriente), Vescovo Mounib Younan (Chiesa Evangelica Luterana in Giordania e Terra Santa), Vescovo Pierre Malki (Esarcato Patriarcale Siro Cattolico), padre Raphael Minassian (Esarcato Patriarcale Armeno Cattolico).

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ZENIT Staff

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