Solo nel primo semestre del 2006, in Colombia sono stati registrati 800 sequestri, 132 esecuzioni extragiudiziarie, 73 scomparse e più di 112.000 casi di persone sfollate.
S tratta di cifre – citate dall’episcopato colombiano – diffuse dal Centro di Ricerca e Istruzione Popolare (Cinep), dell’Osservatorio per i Diritti Umani della Vicepresidenza della Repubblica e dell’Ufficio di Consulenza per i Diritti Umani e lo Sfollamento (Codhes).
L’appello alla riflessione si inserisce nella celebrazione, avvenuta questa domenica, della Giornata Internazionale per i Diritti Umani.
La Conferenza Episcopale della Colombia (CEC) e il Segretariato Nazionale di Pastorale Sociale (SNPS/Caritas Colombiana) avvertono: questa giornata può essere “un altro giorno per te, ma non per chi è prigioniero, in situazione di sfollamento, scomparso o confinato”.
Per questo si invitano tutti ad assumere l’impegno permanente di insistere sull’accordo umanitario, che permetta di proteggere le persone che non partecipano direttamente alle ostilità, come via per il raggiungimento di una vera pace.
Nel conflitto di quattro decenni che sconvolge la Colombia si calcola che muoiano circa 4.000 persone l’anno. Anche la Chiesa ha pagato un prezzo molto alto in termini di vite umane. Gli sfollati superano i 3,6 milioni, e dal 2004 quotidianamente una media di 780 persone si vede costretta ad abbandonare la propria casa e il proprio posto di lavoro.