ROMA, giovedì, 15 giugno 2006 (ZENIT.org).- In una intervista concessa a ZENIT, il professor Patrick J. Gallo, professore aggiunto di Scienze Politiche all’Università di New York, ha spiegato che sono stati il nazismo prima ed il comunismo dopo a dare vita e a fomentare la campagna di calunnie contro il Pontefice Pio XII.
Il professor Gallo, insegnante per il semestre primaverile all’Istituto Loyola di Roma e autore di una recente pubblicazione dal titolo “Pius XII, the Holocaust and the Revisionists” (Pio XII, l’Olocausto e i revisionisti), edita da McFalland & Company, ha sostenuto che “è odiosamente falsa l’idea che Pio XII fosse in sintonia con i nazisti e che non ponesse resistenza alle loro atrocità”.
Alla domanda se è plausibile l’ipotesi di alcuni storici secondo cui la campagna di calunnie contro il Pontefice Pio XII fu istigata negli anni Sessanta dal regime sovietico, Gallo ha risposto: “La campagna contro Pio XII non fu istigata solo dall’Unione Sovietica. La campagna di calunnie era già stata iniziata dai nazisti ed era condivisa dai comunisti all’inizio della guerra”.
“Pio XII – ha continuato – indicò nazismo e comunismo come le maggiori minacce per la Chiesa, per le democrazie, per la civilizzazione occidentale, per l’umanità tutta. Negli anni successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, tutti hanno potuto constatare come i regimi di Hitler e di Stalin sono stati i più sanguinosi di tutta la storia dell’umanità”.
Alcuni autori sostengono che Pio XII fosse debole e timoroso nei confronti dei nazisti, mentre altri lo definiscono il Papa di Hitler…
Gallo: Per i nazisti Pio XII era chiaramente un loro nemico. Lo storico ebreo Richard Breitman che ha investigato i documenti dell’OSS (Office Strategic Services, i servizi segreti statunitensi, ndr) recentemente declassificati ha affermato che “i nazisti consideravano il Papa un nemico”, essi avevano pianificato di arrestarlo e portarlo al Nord. La propaganda nazista non ha mostrato scrupoli nell’attaccare il Papa e la Chiesa. Berlino odiava il Papa e il Vaticano anche perché sapeva che nascondeva e proteggeva gli ebrei.
Il Cardinale Pacelli come Segretario di Stato parlò contro il nazismo nel 1935 e nel 1937e fu abbastanza chiaro nel manifestare che la Chiesa non avrebbe mai accettato la filosofia razzista dei nazisti. Fu Pacelli che contribuì in maniera determinante alla stesura dell’Enciclica Mit Brennender Sorge che condannò in forma chiara il regime e la filosofa del nazismo.
Egli continuò a esporre le sue critiche con le Encicliche Summi Pontificus Christi e Mystici Corporis Christi. I nazisti non si accontentarono di condurre una campagna di discredito contro il Papa e la Chiesa ma iniziarono una vera e propria persecuzione contro i cattolici sia in Germania che nei territori occupati. I nazisti provarono in tutti i modi di demolire l’autorità morale di Pio XII e della Chiesa cattolica.
E i comunisti come entrano in questa storia?
Gallo: Gli attacchi comunisti contro la Chiesa cattolica iniziarono negli anni Venti e aumentarono negli anni Trenta. Negli anni Trenta Pio XI e Pio XII mostrarono la loro opposizione al comunismo in maniera piuttosto chiara. I comunisti prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale accusarono Pio XII di essere stato silente mentre i nazisti commettevano atrocità. Ovviamente i comunisti non facevano nessuna menzione della brutalità del regime staliniano e degli orrori operati non solo nei confronti della popolazione russa ma anche della popolazione dei paesi dell’Est Europa sottomessi ai regimi comunisti.
Sia i nazisti che i comunisti erano impegnati per eliminare la Chiesa cattolica ed il cristianesimo. Il Pontefice Pio XII indicò chiaramente entrambe le ideologie come antitetiche e irriconcialibili con la dottrina cattolica. Nell’immediato dopoguerra l’Unione Sovietica era assolutamente determinata a distruggere la presenza della Chiesa cattolica nei paesi dell’Est Europa. Solo distruggendo l’influenza della cultura cattolica e dell’insegnamento magisteriale del Papa, i comunisti pensavano di dominare l’Europa dell’Est e di poter espandere il comunismo ovunque.
La propaganda comunista in maniera sistematica accusò Pio XII di una varietà di crimini. Dalla metà degli anni Sessanta emerse la scuola revisionista che adottò moltissime delle accuse che i nazisti muovevano al Pontefice Pio XII. In questo contesto fu decisivo il lavoro di Rolf Hochhuth, che con il dramma teatrale “Il Vicario” tradotto in venti lingue, promosso massicciamente dai diversi mezzi di comunicazione, diffuse il luogo comune di Pio XII, silente, codardo, apatico e antisemita.
Negli anni Sessanta anche il movimento della nuova sinistra, all’interno del conflitto con la Chiesa cattolica, inserì la critica velenosa contro Pio XII, cercando di utilizzarla come mezzo per attaccare la posizione della Chiesa sull’aborto, sul divorzio e su altri temi legati alla morale.
Che cos’è che l’ha spinto a scrivere questo libro?
Gallo: Pio XII divenne Papa nel marzo del 1939 con il mondo alle soglie di una Guerra di inimmaginabili proporzioni. Le democrazie occidentali e la Chiesa vennero confrontate dalle sfide poste dai regimi totalitari del nazismo e del comunismo. L’Olocausto nazista, che il mondo conobbe nella sua mostruosa atrocità alla fine della guerra, pose un dilemma morale per nazioni, chiese, organizzazioni e individui. Durante questi anni turbolenti Pio XII rappresentò l’unica luce, e questa considerazione era universalmente condivisa da uomini di governo, storici, diplomatici, giornalisti, autori vari. Pio XII non solo si impegnò a fondo per prevenire la guerra ma una volta che il massacro ebbe inizio, fornì aiuto e conforto ai perseguitati. Questa immane opera umanitaria è solidamente provata da documenti e testimoni.
Poi però alla metà degli anni Sessanta questa interpretazione venne ribaltata dai revisionisti che accusarono il Pontefice di non aver parlato e agito per prevenire e fermare quell’orribile Olocausto.
Nonostante la vasta documentazione storica vecchia e nuova, questa interpretazione è ancora abbastanza diffusa. Più recentemente un selezionato e radicale gruppo di revisionisti è venuto alla ribalta, rilanciando una quantità enorme di accuse contro Pio XII. Questi revisionisti hanno sostenuto tesi preconcette e fabbricato accuse. Non si sono preoccupati di verificare i fatti, ma hanno proceduto con l’unico scopo di rendere valide le tesi da loro precostituite. I revisionisti si sono comportati come accusatori e come giudici, eliminando dal dibattito tutte le voci che non erano d’accordo con le accuse. I libri scritti da questi revisionisti sono stati accettati acriticamente ed hanno ricevuto una grande pubblicità.
Obiettivo del mio libro è quello di presentare un’altra prospettiva incoraggiando una ricerca storica vera e un ragionevole dialogo, cercando di comprendere le motivazioni, il comportamento e le azioni di Pio XII nel contesto degli eventi reali e non fuori dalla storia. Evitando la tentazione di applicare criteri moderni per fatti accaduti sessanta anni fa. La complessità storica manca totalmente nelle opere dei revisionisti e il mio libro è molto critico verso di loro.