BARCELLONA, mercoledì, 7 giugno 2006 (ZENIT.org).- Il Direttore del Museo diocesano di Barcellona, Josep Maria Martí Bonet, ha analizzato questo mercoledì il successo riscosso dall’esposizione che accoglie questo mese 130 opere realizzate da Andy Warhol dal 1957 fino all’anno della sua morte, il 1987.
Si tratta di “un quadro molto intimistico” del rappresentante della pop art.
“Warhol era molto contraddittorio – ha dichiarato il sacerdote all’agenzia Veritas –. Da un lato molto rivoluzionario, ma dall’altro trovava nella Chiesa il contrappeso a tutto ciò che di negativo c’è nella società e la grande soluzione a tutti i problemi che egli stesso aveva”.
Martí Bonet ha spiegato che l’artista non nascondeva la sua condizione di cattolico praticante, aveva un Cristo nel suo studio e si è riferito alla volontà di fare un’evocazione dell’Ultima Cena negli ultimi anni della sua vita. “Era un uomo molto contemporaneo, con problemi che oggi si vedono ovunque, ma con speranza, nonostante tutto”, ha aggiunto.
L’esposizione, aperta dal 1° giugno al 9 luglio, invita a riflettere sull’uomo contemporaneo e mostra il desiderio della Chiesa di stabilire un dialogo aperto a tutti sui problemi che si trovano nelle opere esposte, sostiene Martí Bonet.
Il Museo diocesano di Barcellona dedica un’attenzione speciale all’arte contemporanea, in cui si iscrive quasi la metà delle circa duecento esposizioni che ha accolto. “Vogliamo abbracciare tanti artisti che desiderano manifestare il dialogo di convivenza che è l’arte – ha concluso il Direttore del Museo –, grazie al quale possiamo capirci e rispettarci”.