Con Benedetto XVI i cattolici messicani sono impegnati nella ricerca del bene del Paese

Intervento del Vescovo di Querétaro dopo la visita “ad limina”

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

QUERÉTARO, mercoledì, 21 settembre 2005 (ZENIT.orgEl Observador).- Dopo il ritorno alle proprie diocesi del secondo gruppo di Vescovi messicani che hanno compiuto la visita “ad limina Apostolorum” a Papa Benedetto XVI, molti di loro hanno iniziato a scrivere riflessioni sul nuovo Pontefice e sul suo rapporto con il Paese centroamericano.

Era ben noto l’affetto che Giovanni Paolo II nutriva per la terra messicana, che ha visitato cinque volte nel corso delle sue lunghe peregrinazioni apostoliche. In una di quelle occasioni, nell’Estadio Azteca (1999), il Papa polacco dichiarò ad una folla entusiasta che “il Papa è messicano”.

Le previsioni relative ad una differenza di trattamento e di conoscenza della Chiesa cattolica del Messico – il Paese con il secondo numero di cattolici al mondo – da parte del nuovo Papa sono state smentite in seguito alle dichiarazioni dei Vescovi che hanno fatto visita al Pontefice a settembre.

“Il Papa è molto ben informato sulla situazione del Messico”, ha detto a ZENIT.orgEl Observador il Vescovo della diocesi di Querétaro, monsignor Mario De Gasperín Gasperín, che ha compiuto la visita personale al Papa venerdì scorso, 16 settembre, insieme ai Vescovi delle regioni pastorali di Monterrey, Michoacán e San Luis Potosí.

”Il suo messaggio – ha aggiunto De Gasperín Gasperín – deve essere ricevuto, per questo, con apprezzamento e gratitudine e preso in considerazione da tutti”.

Nel corso della visita dei Vescovi messicani, la stampa del Paese ha avuto reazioni contrastanti e vari giornalisti hanno accusato il Papa di “intromissione” negli affari interni del Paese, soprattutto quando parla di “peccati sociali”, corruzione, povertà e sottosviluppo.

Su questo particolare, il Vescovo di Querétaro segnala che “non smette di sorprendere come certi personaggi si stupiscano per ciò che dice il Papa, quando dovremmo ringraziarlo per la sua preoccupazione per i nostri problemi: violenza, narcotraffico, migranti, sete smisurata di potere, corruzione, povertà, ecc., e per le sue sagge raccomandazioni mirate a superarli ed uscire dal vicolo cieco in cui ci troviamo”.

Dopo aver sottolineato che è “strano” che ciò accada in Messico, monsignor De Gasperín Gasperín ha affermato che “a noi figli della Chiesa sembrerebbe strano se non lo facesse”.

Al termine della sua riflessione, pubblicata questa settimana sulle pagine del quotidiano “El Observador”, il presule ha affermato che “con il Pastore della Chiesa universale noi cattolici del Messico siamo impegnati nella ricerca del bene del Paese”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione