Cardinal Sodano: i desideri non sono “diritti”

Affronta in Svizzera la questione del riconoscimento giuridico delle coppie di fatto

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LUGANO, mercoledì, 21 settembre 2005 (ZENIT.org).-
In pieno dibattito europeo sul riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, comprese quelle omosessuali, il Cardinale Angelo Sodano ha ricordato che non esiste un “diritto” alla convivenza fuori dal matrimonio, ma piuttosto un desiderio.

Il segretario di Stato si è espresso in questo modo martedì, partecipando ad un congresso della Facoltà di Teologia della città svizzera di Lugano sui diritti umani.

“Oggi si parla di diritto alla convivenza al di fuori del matrimonio. Ma non è un diritto! Sarà un desiderio, un’aspirazione di taluni”, ha affermato il porporato.

Le sue dichiarazioni sono state pubblicate questo mercoledì dal quotidiano “Avvenire” della Conferenza Episcopale Italiana.

“Non esiste però un diritto ad altre forme di unione se non la famiglia – ha osservato il decano del Collegio cardinalizio –. Questa, come il diritto alla vita, alla libertà, alla proprietà, si fonda sul diritto naturale. E la legge naturale è universale ed immutabile. Le leggi civili non possono andare contro la legge naturale”.

“Anche recentemente abbiamo assistito ad una lenta opera di relativizzazione dei diritti umani, ad opera anche di vari Governi dell’Europa occidentale, dimentichi dell’identità storica del nostro continente”, ha rilevato il Cardinal Sodano.

“Si è cominciato a parlare di diritti in movimento, fino ad includervi nuovi diritti, fino a giungere a parlare di diritto all’aborto e a diversi modelli di famiglia. Ma non sono diritti. Aspirazioni di vario genere ve ne sono tante, ma questo non vuol dire che si tratta di un diritto”, ha sottolineato.

“La missione dei cristiani – ha detto – è di ricordare agli uomini che l’albero dei diritti umani, con tutte le sue ramificazioni, non può dare frutti se gli si tagliano le radici: staccato da esse, l’albero terminerà fatalmente di fiorire e poi si seccherà”.

Questo strettissimo legame tra diritti umani e legge naturale è tale, secondo il Cardinal Sodano, da imporsi all’uomo e non può essere messo in discussione da Parlamenti e da leggi civili. Va al di là della fede, ha infatti ricordato, e vincola anche chi non crede.

“La legge naturale diventa così un vincolo che lega l’uomo, creatura, a Dio, suo Creatore. E’ una legge che s’impone alla coscienza di ogni persona umana, anche se questa non conoscesse che il suo ultimo fondamento è il suo Dio Creatore”.

Prescindere da questi presupposti nel legiferare significherebbe, secondo il porporato, adeguarsi ad una sorta di “nichilismo giuridico”.

“Non ignoro la posizione agnostica di vari pensatori”, ha detto.

“Nell’Europa centrale è nota la posizione di Jürgen Habermas. In Italia sono su posizioni parimenti negative i professori Gianni Vattimo ed Emanuele Severino. Secondo quest’ultimo, una democrazia costituzionale non ha bisogno di alcun presupposto etico, di alcuna verità assoluta che l’alimenti, di ogni dio, di ogni fondamento che pretenda sottrarsi al divenire del mondo”, ha spiegato.

“Di fronte a queste posizioni abbiamo il dovere di rivendicare la nostra posizione realista di chi è convinto che la ragione umana può conoscere la verità ed offrire alla coscienza un criterio di moralità, in base a quella legge naturale che è insita nella struttura stessa dell’uomo”.

“Se si nega l’esistenza della legge naturale, si cade inevitabilmente in quel nichilismo giuridico che basa la legge solo sulla volontà del legislatore. Si chiamerebbe bene ciò che è stabilito dall’autorità o al limite dalla consuetudine e male ciò che vi è contrario. Il diritto sarebbe così un prodotto dell’uomo, senza alcun legame contenutistico ad un principio immutabile ed universale. Diventerebbe diritto ciò che piace”, ha aggiunto.

“Noi non amiamo questo nichilismo giuridico”, ha rivelato.

Il Cardinale ha infine spiegato che “in duemila anni di Cristianesimo, la dignità dell’uomo e della donna, entrambi immagine di Dio e di Cristo, ha potuto essere sempre esaltata e difesa. Come il lievito della parabola evangelica, tale visione della persona umana ha permeato e trasformato dal di dentro varie civiltà, dando una base sicura alla promozione dei diritti umani”.

“L’origine divina della legge naturale – ha concluso – è fondamento dei diritti umani. Negarla, come si è tentato di fare da varie parti, o fonderla solo sul consenso universale o sulla kantiana ‘ragion pratica’ non è possibile. Sarebbero gli stessi diritti umani a venire meno”.

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ZENIT Staff

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