Il Presule ha spiegato che “grazie a queste attività, stiamo registrando una rivitalizzazione della fede in molte parrocchie: i cattolici vanno con più frequenza a messa e mi chiedono anche aiuto per la costruzione di nuove cappelle. Le visite a domicilio che fanno parte di queste ‘missioni popolari’ sono una risposta provvidenziale alle sette e ai loro sforzi di sviare i cattolici dal retto cammino”.
Secondo monsignor de Macêdo, “Natal è ricca di vocazioni e, attualmente, abbiamo 46 seminaristi maggiori”. Inoltre ha aggiunto che vi è l’urgenza di “studiare accuratamente” i candidati al sacerdozio per aiutarli a discernere la loro vocazione. “Ai seminaristi si deve insegnare ad essere servi della Chiesa e non rappresentanti di uno stato sociale ‘più elevato’”, ha segnalato l’Arcivescovo.
Fra le altre attività portate avanti dall’arcidiocesi di Natal vi è l’assistenza ai sacerdoti anziani e agli infermi. “Sarebbe meglio che questi sacerdoti vivessero in seminario per servire da esempio ai loro fratelli più giovani”, ha detto monsignor de Macêdo.