Benedetto XVI intende mostrare ai giovani che il cristianesimo non è fatto di proibizioni

Nella prima intervista da lui concessa dall’inizio del pontificato

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CASTEL GANDOLFO, martedì, 16 agosto 2005 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha affermato di voler mostrare ai giovani riuniti a Colonia in occasione della XX Giornata Mondiale della Gioventù che il cristianesimo non consiste in un fardello di proibizioni e divieti, quanto l’esperienza dell’amore che emana da Dio e accomuna le persone.

Così si espresso il Pontefice nella prima intervista da lui concessa dall’inizio del pontificato a padre Eberhard v. Gemmingen SJ, Direttore del programma tedesco di “Radio Vaticana”, alla vigilia del suo primo viaggio internazionale che lo porterà ad incontrarsi con le centinaia di migliaia di ragazzi provenienti da 197 Paesi di tutto il mondo e riuniti in questi giorni fino al 21 agosto nella città tedesca.

“Vorrei fare capire loro che è bello essere cristiani! L’idea genericamente diffusa è che i cristiani debbano osservare un’immensità di comandamenti, divieti, principi e simili e che quindi il cristianesimo sia qualcosa di faticoso e oppressivo da vivere e che si è più liberi senza tutti questi fardelli “, ha confessato il Santo Padre.

Nel corso dell’intervista, mandata in onda dall’emittente radiofonica pontificia il 15 agosto, il Vescovo di Roma ha proseguito con il dire: “Io invece vorrei mettere in chiaro che essere sostenuti da un grande Amore e da una rivelazione non è un fardello ma sono ali e che è bello essere cristiani”.

“Questa esperienza ci dona l’ampiezza, ci dona però soprattutto la comunità, il fatto cioè che come cristiani non siamo mai soli – ha aggiunto –: in primo luogo c’è Dio, che è sempre con noi; e poi noi, tra di noi, formiamo sempre una grande comunità, una comunità in cammino, che ha un progetto per il futuro”.

Il Papa ha quindi rivelato che il suo sogno è quello di riuscire a rivelare il Vangelo ai giovani, così che comprendano: “Ecco il messaggio che stavamo aspettando!”.

“Nella nostra società occidentale moderna ci sono molte zavorre che ci allontanano dal cristianesimo; la fede appare molto lontana, anche Dio appare molto lontano”, ha riconosciuto il Santo Padre.

Tuttavia ha sottolineato come allo stesso tempo “tra i giovani si stia anche diffondendo la sensazione che tutti questi divertimenti che vengono offerti, tutto il mercato costruito sul tempo libero, tutto quello che si fa, che si può fare, che si può comprare e vendere, poi alla fine non può essere ‘il tutto’”.

Per questa ragione, ha dichiarato, i giovani giungono a porsi un interrogativo: “Cos’è quindi l’essenziale?”.

“Non può essere tutto quello che abbiamo e che possiamo comprare – ha risposto il Santo Padre –. Ecco allora il cosiddetto ‘mercato delle religioni’ che però in qualche modo torna ad offrire la religione come una merce e quindi la degrada, certamente”.

Il Pontefice ha di seguito insistito sulla necessità di non guardare al “cristianesimo come qualcosa di ormai concluso e sufficientemente sperimentato, e contribuire affinché esso possa essere riconosciuto come quella possibilità sempre fresca, proprio perché originata da Dio, che cela e rivela in sé dimensioni sempre nuove …”.

“Questo dovrebbe essere l’evento nell’incontro tra l’annuncio del Vangelo e l’essere giovani”, ha infine concluso.

[Per poter leggere il testo integrale dell’intervista: ZENIT, “Benedetto XVI: il cristianesimo non è un insieme di comandamenti e divieti”, 16 agosto 2005]

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ZENIT Staff

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