La struttura è stata costruita grazie agli aiuti del Servizio Cattolico di Cooperazione Internazionale di Medicina, formato dalla Congregazione Benedettina di S. Ottilio e dalla Conferenza Episcopale Cattolica di Corea, secondo quanto informato dall’agenzia “AsiaNews”.

L’edificio, di 3 piani, si sviluppa su di un’area di 25 mila metri quadrati, è dotato di 100 posti letto e può contare su un personale composto da 80 persone, fra medici, infermieri e personale sanitario.

L’Abate della Congregazione di S. Ottilio, Notker Wolf o.s.b, ha affermato che: “Gli ospedali cattolici danno speranza per la pace e la cooperazione. Io spero che questo ospedale in particolare possa costruire un’ulteriore strada verso la cooperazione”.

Monsignor Paul Ri Moun-hi, Arcivescovo di Daegu (Corea del Sud), e alla guida della Fondazione cattolica che finanzia il progetto, spera che questo serva per promuovere “la riconciliazione e l’unità delle 2 Coree”, progetto questo che vede la Chiesa cattolica impegnata in prima linea.

In Corea del Nord non vi è libertà religiosa e la situazione alimentare e sanitaria della popolazione è disastrosa. Nel rapporto di “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS) sulla libertà religiosa nel mondo nel 2004, si legge che in questo Paese negli ultimi 50 anni sono scomparsi circa 300.000 cristiani.

Il 17 agosto, monsignor Cheong Jin-suk, Arcivescovo di Seoul ed Amministratore apostolico di Pyongyang, ha fatto un appello per permettere lo sviluppo della libertà religiosa in Corea del Nord, assicurando che lavorerà per favorire lo sviluppo economico e sociale del Paese.

Attualmente non esistono statistiche precise sulla Chiesa cattolica in Corea del Nord. Secondo la documentazione disponibile, in tutta la Corea del Nord il numero di fedeli cattolici oscillerebbe tra i 3.000 e i 4.000.