ROMA, venerdì, 24 giugno 2005 (ZENIT.org).- A sei mesi dall’immane tragedia abbattutasi il 26 dicembre 2004 sul Sud Est asiatico, la “Caritas Internationalis”, la federazione internazionale di agenzie umanitarie cattoliche, ha stanziato oltre 200.000.000 di euro per programmi pluriennali mirati al ripristino delle strutture distrutte e allo sviluppo delle popolazioni di quelle zone.
Questi i dati riferiti in un comunicato recapitato a ZENIT dalla Caritas Italiana, nel quale si afferma anche che la Caritas Italiana, in seguito alla raccolta nazionale affidatale dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), è riuscita a ricevere 13 milioni di euro.
“Di questa somma 4 milioni di euro sono stati spesi per aiuti d’urgenza in Sri Lanka (1,6 milioni), India (1 milione), Indonesia (1 milione) e Thailandia (400 mila), altri 3.600.000 euro sono stati già impegnati e si stanno utilizzando su specifici ambiti progettuali (2 milioni in Sri Lanka, 1 milione nelle Maldive, 400.000 in Thailandia e 200.000 in Myanmar), mentre la somma rimanente sarà utilizzata per interventi a medio e lungo termine”, si legge nel comunicato.
L’azione di Caritas Italiana si colloca nel quadro complessivo della rete internazionale Caritas, impegnata nella realizzazione di programmi pluriennali che “a partire da un tempestivo intervento in fase di primissima emergenza (già assistite oltre 1 milione e 600 mila persone in 532 campi profughi), offrono continuità sul medio e lungo periodo nelle attività di riabilitazione e sviluppo delle strutture socio-economiche delle comunità colpite”, si legge.
Secondo il Rapporto annuale di Caritas Italiana nel 2004 stati spesi 34 milioni e mezzo di euro per interventi in Italia e all’estero in vari ambiti: “sociale, sanitario, di emergenza, socio-economico, sostegno alle chiese locali, pace e diritti umani, ma anche animazione, formazione, promozione”.
La rete internazionale della Caritas era riuscita a raccogliere già quasi 40 milioni di dollari statunitensi in appena cinque giorni dopo il maremoto, subito destinati a far fronte all’emergenza nei quattro Paesi in cui i danni (umani e materiali) sono stati maggiori: Indonesia, India, Sri Lanka e Thailandia.
Dalla nota si apprende ancora che attualmente le aree di azione di Caritas Italiana sono: Jaffna, Chilaw e Colombo in Sri Lanka, la Diocesi di Surat Thani e in particolare la parrocchia di Takuapa in Thailandia, l’isola di Nias (Diocesi di Sibolga) in Indonesia, la Diocesi di Tuticorin e le isole Andamane e Nicobare in India.
“Sono 8 gli operatori inviati sul posto: 3 in India – in Tamil Nadu; 3 in Sri Lanka, 1 in Thailandia e 1 in Indonesia. Si ipotizzano a breve una presenza anche nelle Maldive – la zona con la più alta percentuale di popolazione colpita – e progetti in tutta l’area interessata dal maremoto”, si afferma.
In Indonesia, nell’isola di Nias, diocesi di Sibolga, il lavoro è a sostegno della Caritas locale: “Oltre ad attività di ricostruzione, è previsto un aiuto per 80 donne cui verrà fornito il materiale necessario per attività di sartoria”.
In Thailandia, le aree interessate si trovano in 4 province: Krabi, Phuket, Phang–nga e Ranong. Il programma si articola su “un ampio aiuto d’urgenza e riabilitazione ai sopravvissuti e su un’opera di sostegno psicologico, rivolta ai soggetti più vulnerabili”, afferma il comunicato della
In India, nelle Isole Andamane e Nicobare si sono circoscritte alcune aree di intervento, sviluppando due progetti per sopperire alla carenza idrica che colpisce tutto l’arcipelago, e predisporre sulle isole vari servizi pubblici.
Nell’Andhra Pradesh, nel Kerala e nel Pondicherry si stanno organizzando progetti per la ripresa della pesca e la ricostruzione delle case. Nel Tamil Nadu, Caritas Italiana è concentrata sulla diocesi di Tuticorin, tra le aree più colpite dal maremoto, affidata di recente al nuovo vescovo, monsignor Yvon Ambrosie, coordinatore di Caritas Asia e già direttore di Caritas India.
In Sri Lanka prosegue, invece, il lavoro di sostegno alla Caritas locale concentrando l’impegno soprattutto nelle aree di Jaffna, Colombo e Chilaw, con la messa a punto di “piani riabilitativi integrati, con attenzione specifica ai bambini”, rimasti orfani e inizialmente ad alto rischio di sfruttamento, tanto da spingere, a pochi giorni dal maremoto, il governo dello Sri Lanka a bloccare le adozioni.
Caritas Internationalis è una confederazione di 162 Caritas nazionali che si dedicano all’opera di assistenza, sviluppo e promozione sociale dei più svantaggiati; attualmente è presente in oltre 200 Paesi e territori.