Dubbi sull’ingresso della Turchia nell’Unione Europea

Secondo “La Civiltà Cattolica”

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 19 giugno 2005 (ZENIT.org).- La rivista quindicinale La Civiltà Cattolica esprime nell’editoriale del suo ultimo numero seri dubbi riguardo al possibile ingresso della Turchia nell’Unione Europea (UE).

La pubblicazione curata dai gesuiti, le cui bozze vengono riviste dalla Segreteria di Stato del Vaticano, basa il suo “no” all’ingresso turco nell’Unione su alcuni dati che definisce inconfutabili.

“Anzitutto la Turchia non ha mai fatto parte né geograficamente né politicamente dell’Europa: l’impero ottomano ha sottomesso alcuni Paesi europei, ma è rimasto estraneo alla cultura europea”, constata la rivista.

“Di fatto le relazioni della Turchia con l’Europa sono state quasi sempre di conflitto, aperto o latente, mai di appartenenza”, ricorda.

Se la Turchia entrasse nell’Unione “sconvolgerebbe gli equilibri”, soprattutto perché diventerebbe il secondo Paese più popoloso d’Europa.

Oltre a questo, “è difficile pensare che la Turchia possa accogliere in breve tempo non solo a parole, ma nei fatti, i valori propri dell’UE, quali la democrazia di tipo occidentale, il rispetto della persona umana, la libertà di pensiero e religione”.

In questo senso, i redattori de “La Civiltà Cattolica” scrivono che in Turchia viene negata la piena libertà religiosa alle religioni, ad eccezione dell’Islam, nonostante il Paese si definisca “laico”.

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ZENIT Staff

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