All’Europarlamento, una Risoluzione limita la libertà religiosa e minaccia la famiglia naturale

Il commento del Vice Presidente della “Convenzione dei Cristiani per l’Europa”

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BRUXELLES, venerdì, 17 giugno 2005 (ZENIT.org).- Il Parlamento Europeo ha votato, mercoledì 8 giugno, una Risoluzione scritta da Claude Moraes (Regno Unito, socialista) e riguardante la protezione delle minoranze e le politiche contro la discriminazione nell’unione Europea.

La Risoluzione Moraes ha suscitato molte critiche, tanto che l’associazione pro-vita “Euro-Fam”, ha scritto: “La Risoluzione contiene clausole che limitano la libertà di religione” ed è “una minaccia per la famiglia”.

Per comprendere il significato e le implicazioni della questione, ZENIT ha intervistato Giorgio Salina Vice Presidente europeo della “Convenzione dei Cristiani per l’Europa”.

Il 14 giugno Salina ha ricevuto dalle mani del Nunzio a Bruxelles, monsignor André Dupuis, la Croce di Cavaliere di San Gregorio Magno, onorificenza accordata dal Pontefice Giovanni Paolo II, per i “grandi meriti acquisiti in sette anni di collaborazione con la Santa Sede presso gli Organismi comunitari, e d’azione costante per affermare e far riconoscere che i frutti delle indubbie radici cristiane sono attuali e riscontrabili oggi in Europa”.

Che ne pensa della Risoluzione Moraes?

Salina: La risoluzione che il Parlamento europeo ha approvato (360 a favore, 272 contro, 20 astenuti) il giorno 8 giugno, a Strasburgo, e che consente alcune interessanti considerazioni, ha per titolo “Protezione delle minoranze e le politiche contro la discriminazione nell’Europa allargata”.

Spesso, in altre circostanze, ho sentito dire: “È un documento ispirato di valori cristiani; non sempre è necessaria la menzione esplicita, l’importante è che i valori cristiani permeino il testo”. Come si può dire che la protezione delle minoranze e la lotta alla discriminazione non siano principi cristiani acquisiti dal “medio sentire” condiviso? Quindi questa risoluzione è conforme alla cultura cristiana?

Ma nemmeno per idea, anzi è pervasa da ostilità diffusa e manifesta al cristianesimo ed alla Chiesa cattolica in particolare. Quell’ostilità che citata in colloqui ed incontri suscita a volte perplessità e incredulità.

Quali sono le caratteristiche di questa Risoluzione?

Salina: Il documento dopo aver stabilito che la discriminazione per motivi religiosi è proibita, molto ambiguamente recita “la libertà di religione non giustifica però le discriminazioni, ad esempio, nel campo dell’istruzione”. Un grande Spirito cristiano contemporaneo, don Giussani, profeticamente diceva: “ lasciateci nudi, ma non toglieteci la libertà di educare !”

Quanto la risoluzione nutra poca simpatia alla Chiesa è evidente nel passaggio che recita: “ritiene di intervenire contro la crescente omofobia; osserva con preoccupazione il moltiplicarsi … di dichiarazioni piene di odio da parte di esponenti religiosi e politici”. E qui viene subito in mente l’ostracismo scatenato contro il cattolico Rocco Buttiglione.

Non si tratta di un volantino di gruppuscoli estremistici, è un documento votato a maggioranza dal Parlamento europeo! Il documento contiene inoltre un vero e proprio esplicito attentato alla famiglia, “cellula fondativa” della società, la famiglia basata sul matrimonio tra uomo e donna, cioè la famiglia che, dal profondo del tempo, ha costruito popoli e civiltà..

Bene ha fatto “Euro Fam” ad attirare l’attenzione su tutto ciò. Infatti il documento, dopo aver condannato la violenza omofobica o transfobica, raccomanda “la libera circolazione nell’Unione europea delle coppie omosessuali sposate o legalmente riconosciute”.

La risoluzione chiede che queste coppie sposate dello stesso sesso siano riconosciute dal paese ospite, anche dove l’unione dello stesso sesso o il matrimonio dello stesso sesso non sono legalmente riconosciuti. E questo non solo va al di là della volontà sovrana di diversi stati membri dell’Unione Europea e di legislazioni nazionali, ma potrebbe anche risultare nella ridefinizione della famiglia naturale in molti paesi.

Quando si diceva che nella bozza di Costituzione e nella carta dei diritti fondamentali c’erano le premesse per ratificare il matrimonio tra omosessuali, non si facevano gratuite illazioni, si era, purtroppo, facili profeti.

Ma c’è nel documento anche una posizione che francamente sfiora la “beffa”! Infatti al punto 1 si legge: “rafforzando il riconoscimento della storia, della cultura, dell’identità e delle caratteristiche proprie di ciascuna persona, … : rispettare e promuovere i valori sui quali è fondata l’Unione”.

Ma quali valori? Quelli citati in questo documento, o piuttosto quelli storicamente veri, ontologici che hanno come esito l’Unione così come è oggi, arrogantemente ignorati. Il Parlamento non è che “lo specchio” della società. Occorre vedere come “coltivare” i semi di cambiamento, di inversione di rotta, che timidamente si iniziano a vedere.

In che modo i Parlamentari Europei hanno reagito ai risultati dei referendum che si sono svolti in Italia sulla legge relativa alla procreazione medicalmente assistita?

Salina: Tralasciando la mia personale grande soddisfazione, posso riferire ciò che mi hanno detto a partire da lunedì pomeriggio i Deputati ed i Funzionari dell’Europarlamento che mi conoscono, dimostrando l’attenzione con cui questa consultazione era seguita in Europa.

Sarebbe del tutto arbitrario trarre indicazioni quantitative, probabilmente indicazioni più attendibili possono venire dall’esame della stampa internazionale, ma sta di fatto che tutti, pur appartenendo a partiti diversi hanno detto: “tennisticamente: sei – zero, sei – zero”; “non ci si aspettava un pronunciamento così netto”; . “che batosta per i sostenitori del ‘sì’”; “i proponenti dei referendum sono stati ‘cancellati’”; “sì d’accordo la presa di posizione della Chiesa, d’accordo l’astensionismo, ma qui c’è molto di più”; ”i proponenti speravano di dividere la destra, ma hanno diviso molto più la sinistra”; “bisognerà vedere se la lezione lascerà un segno, se si saprà leggere il nuovo”.

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ZENIT Staff

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