Cardinal Ruini: Laicità dello Stato vuol dire libertà per tutti di esprimersi

Il porporato commenta gli esiti dei referendum

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ROMA, lunedì, 13 giugno 2005 (ZENIT.org).- “Non ho combattuto per vincere e non ho vinto. Ho cercato solo di fare il mio dovere di Vescovo, e di ascoltare la mia coscienza di uomo, di cristiano e cittadino”, ha detto il cardinale Camillo Ruini.

Con queste parole il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha cercato di porre fine ad una polemica che lo ha visto protagonista negli ultimi mesi della campagna in vista dei referendum parzialmente abrogativi della legge 40/2004 sulla fecondazione medicalmente assistita, conclusisi questo lunedì dopo che solo il 25,9 per cento degli aventi diritto si era recato a votare.

In una intervista rilasciata al Direttore del “Tg1”, Clemente Mimun, il Cardinale parla di risultati referendari andati “al di là di quello che era previsto” e osserva di guardare a questo avvenimento come ad “un aspetto importante” del progetto culturale della Chiesa in Italia, impegnata su “tutti i temi della vita, ma più in generale dell’uomo, del futuro dell’uomo, dell’antropologia. Questi sono temi legati al cristianesimo e legati anche al bene futuro dell’umanità”.

Rispondendo a chi aveva parlato di una troppo ingerenza della Chiesa a danno della laicità dello Stato: “Dipende da cosa si intende per laicità dello Stato”, ha sottolineato il porporato “se con la parola laicità si intende estromissione delle religioni dalla sfera pubblica e civile, allora non possiamo essere d’accordo con il concetto di laicità”.

“Se invece con laicità si intende libertà per tutti, e quindi anche per la Chiesa come per chiunque altro abbia qualcosa da proporre alla gente, allora siamo pienamente per la laicità, e la laicità non corre alcun pericolo”, ha aggiunto.

Per quanto riguarda le paure paventate dai referendari su una volontà di cavalcare l’onda degli esiti referendari per poi poter mettere mano alla legge sull’aborto, Ruini ha chiarito: “Non so chi si è inventato questa piccola favola sul nostro attuale o programmato intervento contro la legge 194”.

“Noi certamente siamo contro l’aborto, ma non vogliamo modificare la legge. Auspicheremmo, soltanto, che nell’applicazione della legge si tenga conto il più possibile dell’importanza di favorire la vita”, ha quindi concluso.

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ZENIT Staff

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