ROMA, venerdì, 10 giugno 2005 (ZENIT.org).- “Non vogliamo forzare le coscienze ma soltanto illuminarle; non siamo contro nessuno, lavoriamo invece per qualcuno”, afferma il cardinale Camillo Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) in vista dei referendum sulla legge 40/2004.
Questo è quanto ha detto il porporato italiano, questo giovedì sera, nella sua relazione conclusiva al Convegno della diocesi di Roma su “Famiglia e comunità cristiana: formazione della persona e trasmissione della fede” svoltosi nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
“Questa sera – ha detto il cardinale Ruini – sento in particolare il bisogno di ringraziare ciascuno di voi per quel che state facendo in rapporto al referendum e alla scelta consapevole del non voto”.
“Non siamo noi ad aver voluto il referendum, non siamo e non saremo noi ad esacerbare i contrasti e le contrapposizioni; non vogliamo forzare le coscienze ma soltanto illuminarle”, ha aggiunto quasi a rispondere alle numerose accuse che parlavano di uno “sconfinamento” nel campo della politica in riferimento al suo appello ai fedeli cattolici ad astenersi dal votare il 12 e 13 giugno prossimi.
“Non siamo contro nessuno, lavoriamo invece per qualcuno: per la vita umana nascente, certo, e per i figli che hanno diritto a conoscere i propri genitori, ma anche per le donne e gli uomini di oggi e di domani, che devono sempre essere considerati e trattati come persone e non come prodotto di laboratorio o oggetto di sperimentazione, e che anche nel loro giusto desiderio di essere genitori vanno aiutati a non dimenticare che il figlio rimane sempre, prima che una propria soddisfazione, una persona da accogliere in dono”, ha detto.
Il porporato ha infine concluso precisando che la Chiesa si muove, “anche in quest’occasione, secondo quella logica di servizio e di amore del prossimo che ci ha insegnato il Signore”.