Benedetto XVI sta mostrando al mondo l’attualità della Regola di San Benedetto

Constata l’abate primate dei Benedettini Confederati, Notker Wolf

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ROMA, venerdì, 3 giugno 2004 (ZENIT.org).- In questo inizio di pontificato, Benedetto XVI ha permesso al mondo di riscoprire l’attualità della Regola di San Benedetto, ha constatato in un’intervista concessa a ZENIT l’abate primate dei Benedettini Confederati, Notker Wolf.

Questi 7.860 monaci (4.139 dei quali sono sacerdoti), fondati nel VI secolo dal Santo di Norcia, si dedicano alla celebrazione della liturgia, all’assistenza alle anime, alle missioni, allo studio, all’arte e all’educazione della gioventù, nella misura in cui ciò è compatibile con la vita monastica.

Qual è stata la sua prima impressione quando ha sentito che il nuovo Papa si chiamava Benedetto XVI?

Abate Wolf: Mi trovavo nel monastero di Tepeyac, in Messico, e ho seguito gli avvenimenti in televisione da lì. Siamo rimasti molto sorpresi e felici sentendo il nome.

Come ha influenzato la presenza benedettina in Baviera il nuovo Papa, sia a livello teologico che nella scelta del nome?

Abate Wolf: L’esperienza che ha avuto con i benedettini in Baviera sembra abbia avuto un’influenza decisiva. Ha pensato addirittura di entrare in un monastero benedettino. In Baviera ci sono 17 conventi benedettini. La mentalità bavarese è molto influenzata dai benedettini. In questi ultimi anni il Papa ha compiuto i suoi esercizi spirituali annuali nell’abbazia benedettina di Scheyern. In varie occasioni, inoltre, ha citato una frase della regola benedettina: “Christo omnino nihil praeponant – non anteponete assolutamente niente a Cristo” (72, 11). Cristo è il centro della nostra vita, Cristo è la salvezza del mondo.

I benedettini hanno un’organizzazione dinamica: non sono centralizzati e danno una grande libertà ad ogni monastero. Crede che il Papa possa ispirarsi a questo modello per decentralizzare la Chiesa?

Abate Wolf: San Benedetto chiede all’abate l’esercizio di un’autorità, ma esclude l’autoritarismo. Quando si affronta una questione importante tutti devono essere ascoltati. L’abate prende la decisione solo dopo. Sappiamo che nelle riunioni il Cardinal Joseph Ratzinger voleva in primo luogo che tutti parlassero e che sapeva ascoltare. Non mi sorprenderei del fatto che deleghi molto e promuova il principio della sussidiarietà. Egli stesso ha detto che una Chiesa universale non deve essere diretta in maniera centralizzata. Rispetterà le Chiese locali senza mettere in pericolo l’unità della Chiesa.

Come può ispirare San Benedetto l’Europa di oggi?

Abate Wolf: San Benedetto ha trasmesso all’Occidente una stabilità ed una nuova cultura in un’epoca di grandi cambiamenti, attraverso la sua Regola e i suoi monaci. In un’epoca come la nostra, anch’essa caratterizzata da grandi cambiamenti, i suoi principi dovrebbero indicare anche la via per l’avvenire, al quale appartengono, tra le altre cose, la responsabilità comune davanti a Dio, il rispetto della dignità della persona, l’integrazione della persona individuale nella comunità e la giusta misura nei comportamenti, nel campo delle leggi e della loro applicazione.

[Ulteriori informazioni su http://www.osb.org]

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ZENIT Staff

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