WASHINGTON, D.C., giovedì, 28 aprile 2005 (ZENIT.org).- La visione della Chiesa come sacramento dell’amore di Cristo è stata un elemento costante della vita di Joseph Ratzinger e probabilmente continuerà ad esserlo, afferma un suo collega.
E’ così che David Schindler, editore capo del giornale teologico “Communio” e Decano accademico presso l’Istituto Giovanni Paolo II, descrive l’uomo che ora è Benedetto XVI.
La rivista trimestrale “Communio: International Theological Review” (“Communio: Rivista Teologica Internazionale”) è stata fondata nel 1972 proprio da Ratzinger, insieme ad Hans Urs von Balthasar ed Henri de Lubac. Dopo l’edizione tedesca ne sono nate altre 13, compresa una polacca fondata da Karol Wojtyla.
Ratzinger è rimasto un attivo organizzatore del giornale, scrivendo e pubblicando fino a quando, nel 1981, è stato nominato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ma sebbene in quel periodo le sue responsabilità non gli permettevano una collaborazione formale continuativa, il suo profondo interesse per il lavoro del giornale non è mai cessato.
La rivista “Communio”, è stata fondata “per assistere nel rinnovamento culturale ed ecclesiale proposto dal Concilio”, non solo per “articolare e sviluppare il vero significato del Concilio, ma anche per assistere alla nascita della ‘civiltà dell’amore’ auspicata dal Concilio stesso”, ha detto a ZENIT il suo editore.
L’obiettivo fondamentale della rivista, ha ricordato poi, era inoltre “mostrare come le ricchezze spirituali e teologiche della tradizione magisteriale della Chiesa ci rendono capaci di comprendere i gravi problemi della cultura contemporanea e di sostenere la speranza davanti a questi problemi”.
Schindler ha raccontato a ZENIT che l’ecclesiologia è sempre stata al centro delle preoccupazioni teologiche del porporato tedesco eletto come Successore di Giovanni Paolo II, fin da quando era un giovane sacerdote che partecipava al Concilio Vaticano II.
“Sono stato presentato per la prima volta al cardinal Ratzinger da Balthasar a Roma nel settembre 1985, durante i festeggiamenti per l’80° compleanno di Balthasar stesso, che era ospite di Ratzinger – ha ricordato –. A quell’epoca e nei miei incontri con il Cardinale negli anni successivi l’ho trovato un uomo di una profonda umiltà ed intelligenza, doni che ha posto interamente al servizio di Cristo e della Chiesa”.
“Come ha potuto sperimentare chiunque l’abbia conosciuto, il suo comportamento è schivo e gentile, ha uno stupore quasi infantile, un profondo interesse per ciò che tratta. E’ un uomo completamente lontano dai simboli del potere – è proprio la sua umiltà a permettergli di parlare con tanto coraggio in difesa della verità”, ha aggiunto.
Le affermazioni dell’attuale Papa, inoltre, “chiare ed acute”, sono sempre “al servizio di qualcosa di più grande di lui, dell’integrità che desidera salvaguardare”.
Quanto al concetto di “communio”, ha proseguito Schindler, il termine “mira a recuperare la natura della Chiesa come comunione di persone”.
La nozione di Chiesa come “communio” contrasta con la nozione che la considera piuttosto come “congregatio”, ha continuato. “Mentre la ‘communio’ sottolinea la natura della Chiesa come dono di Dio, stabilito ‘dall’alto’ – ha spiegato –, la ‘congregatio’ indica una comunità che viene ‘dal basso’, in virtù della decisione delle volontà individuali della comunità, come in un corpo democratico”.
“Questa visione teocentrica della Chiesa come sacramento dell’amore di Cristo è stata un elemento costante nella vita del Cardinal Ratzinger”, ha affermato l’editore, aggiungendo di ritenere “che si possa tranquillamente dire che questa ecclesiologia sia sempre stata al centro delle sue preoccupazioni teologiche, e che sia stata già indicata nel suo significativo lavoro durante il Concilio stesso, anche se allora aveva appena trent’anni”.
Nella “Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica su alcuni aspetti della Chiesa intesa come comunione”, firmata dal cardinal Ratzinger e pubblicata nel 1992 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, si legge che: “Il concetto di comunione sta ‘nel cuore dell’autoconoscenza della Chiesa’, in quanto Mistero dell’unione personale di ogni uomo con la Trinità divina e con gli altri uomini, iniziata dalla fede” (cfr. n. 3)
Secondo Schindler, la comunione di persone che costituisce la Chiesa è immagine “della comunione trinitaria delle Persone divine”. La vita della Chiesa, infatti, “è tratta intrinsecamente dalla vita di Dio, in e attraverso Cristo e la promessa della sua presenza duratura e vivificante nella Chiesa”.
La Chiesa nasce dunque “dal cuore della Trinità, dalla vita dell’amore divino, rivelato in e attraverso Cristo per mezzo dell’obbedienza d’amore del ‘fiat’ di Maria”.
Nello stesso documento della Congregazione vaticana, di cui Ratzinger è stato Prefetto fino alla morte di Giovanni Paolo II, si legge di seguito: “La nuova relazione tra l’uomo e Dio, stabilita in Cristo e comunicata nei sacramenti, si estende anche ad una nuova relazione degli uomini tra di loro” (ibidem).
“Di conseguenza – continuava il documento –, il concetto di comunione dev’essere in grado di esprimere anche la natura sacramentale della Chiesa mentre ‘siamo in esilio lontano dal Signore’, così come la peculiare unità che fa dei fedeli le membra di un medesimo Corpo, il Corpo mistico di Cristo”.