Cristo, il segreto di Giovanni Paolo II

Intervista al vescovo Demetrio Fernández González

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TARAZONA (Spagna), giovedì, 14 aprile 2005 (ZENIT.org).- Il segreto di Giovanni Paolo II è stata la persona di Cristo, che egli ha posto “continuamente al centro di tutto il suo Magistero”, afferma monsignor Demetrio Fernández, Vescovo di Tarazona (Spagna).

Monsignor Fernández è uno degli ultimi vescovi nominati da Giovanni Paolo II. Ha studiato nei seminari di Toledo e Palencia e si è laureato a Roma presso l’Università Pontificia Salesiana, sotto la direzione del professore Angelo Amato, sdb, ed è ora Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.

In questa intervista concessa a ZENIT ha spiegato alcuni degli argomenti che ha affrontato nel suo libro “Cristocentrismo de Juan Pablo II”, pubblicato dall’Istituto Teologico di San Ildefonso di Toledo (Spagna).

Giovanni Paolo è cristocentrico. Cosa significa questo e che ruolo occupano quindi il Padre e lo Spirito Santo nella sua spiritualità?

Monsignor Fernández: Il Papa poneva continuamente al centro di tutto il suo Magistero la persona di Cristo, il Verbo fatto carne. Gli piaceva citare spesso questo prezioso brano conciliare: “solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo. […] Con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo […] e svela anche pienamente l’uomo a se stesso” (Gaudium et Spes 22). Questa citazione appare migliaia di volte, direttamente o indirettamente, nel Magistero di Giovanni Paolo II. È una sorta di “leitmotiv” di tutta la sua dottrina, da cui parte e a cui torna continuamente.

La persona del Padre eterno appare come l’origine di ogni bene. È il Dio che Gesù Cristo ci rivela come Padre, per farci suoi figli. È il Dio ricco in misericordia, il cui cuore spalancato è presente nel Cuore trafitto di Cristo sulla Croce, dove Dio manifesta un amore più grande rispetto al peccato e alla morte, un amore a misura di Dio, un amore di misericordia. Gesù Cristo è l’immagine perfetta di questo Dio invisibile che è venuto a cercare i peccatori come il buon pastore cerca la sua pecorella smarrita, arrivando anche a dare la vita per essa.

Lo Spirito Santo è il dono di amore che il Padre e il Figlio interscambiano tra loro in seno alla Trinità, e che è stato infuso nei nostri cuori perché potessimo acclamare: Abba, Padre. Questo Spirito è sgorgato dal fianco di Cristo sulla Croce e sgorga continuamente da Cristo resuscitato per la sua Chiesa. Lo Spirito Santo è colui che convince il mondo su chi è Gesù Cristo, il Figlio di Dio, e da dove viene l’amore misericordioso di Dio per l’uomo.

Questo è il Papa che ci ha parlato di Cristo con l’ardore dell’apostolo Paolo. Che ha percorso tutte le strade del mondo per portare la buona novella di Cristo, redentore dell’uomo. Che ha seminato la speranza nel cuore di molte persone, dissipando ogni timore: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”.

Lei ha raccontato di essersi incontrato con il Papa nel 1979 e di esser stato da lui esortato a rimanere fedele ai Concili di Nicea e Calcedonia. Ha influito sulla sua vita questo suggerimento di Giovanni Paolo II?

Monsignor Fernández: Sì, molto. In quel periodo, in cui Giovanni Paolo II iniziava il suo ministero di Papa, ho potuto constatare la sua preoccupazione per la trasmissione della fede cristiana nella sua integrità, e in particolare per la trasmissione del mistero di Cristo senza incrinature derivanti dalla moda.

La fedeltà al Concilio di Nicea (325 d.C.) implica l’annuncio della divinità di Gesù Cristo senza attenuazioni. Solo in quanto Dio gli è possibile darci la divinità mediante la sua opera redentrice. Qualsiasi riduzione in questo senso, diminuirebbe gravemente il dono di Dio agli uomini in Gesù Cristo.

E la fedeltà al Concilio di Calcedonia (453 d.C.) implica la piena affermazione dell’integra umanità di Cristo, che ha preso da Maria Vergine, Madre di Dio, facendosi in tutto simile a noi fuorché nel peccato.

Nel suo libro lei sostiene che il pensiero teologico del Papa è frutto del Concilio Vaticano II. In compenso, questo pontificato è stato talvolta criticato per non aver dato attuazione al Concilio. Come si combinano le due affermazioni?

Monsignor Fernández: Monsignor Wojtyla è stato uno degli artefici della “Gaudium et spes”, la costituzione pastorale che segna il rapporto tra la Chiesa e il mondo. E tutto il pontificato di Giovanni Paolo II è segnato da questo orientamento: la sua antropologia cristocentrica, la collocazione dell’uomo al centro della questione sociale, il suo avvicinamento a tutti gli uomini di ogni religione e di ogni ideologia, il lavoro in favore della pace, la sua dottrina sul matrimonio e la famiglia, la difesa della vita in ogni sua fase, il dialogo con la cultura contemporanea, ecc.

Egli ha costantemente rivolto ad ogni uomo l’invito alla santità, mostrandoci esempi contemporanei ed invitandoci a guardare a Cristo, perché ogni cammino della Chiesa parta da Cristo. Questi ed altri sono gli orientamenti del Vaticano II, che Giovanni Paolo II ha portato avanti nel suo ministero come successore di Pietro.

Lei è stato nominato Vescovo da poco: qual è a suo avviso il denominatore comune fra i Vescovi nominati da Giovanni Paolo II, se è possibile rilevare una tale caratteristica?

Monsignor Fernández: Non saprei quali possano essere stati i criteri per l’elezione dei Vescovi durante questo pontificato. Immagino che avranno cercato candidati con una ricca esperienza ministeriale sacerdotale, che vivessero con gioia il proprio ministero, che fossero fedeli al Magistero in campo dottrinale, che vivessero nella loro vita l’amore alla Chiesa e promuovessero la comunione ecclesiale ovunque si trovino oltre a sentire la passione di evangelizzare, alla maniera di San Paolo, fino quasi a consumare la propria vita per il Vangelo.

Testimoni di Gesù Cristo, grazie ad una esperienza profonda di rapporto con lui, cercando di vivere come lui ha vissuto. Tutto questo potrebbe riassumersi in un’espressione di Giovanni Paolo II: “Sacerdoti tutti d’un pezzo”.

[Per avere informazioni sul volume “Cristocentrismo de Juan Pablo II”, si può scrivere all’indirizzo di posta elettronica dell’Istituto Teologico di San Ildefonso di Toledo: publicaciones@itsanildefonso.com]

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ZENIT Staff

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