La Carta si apre con due invocazioni di Giovanni Paolo II: "Europa: ritrova te stessa. Sii te stessa!" (Giovanni Paolo II, Santiago de Compostela, 1982) e "Giovani, costruite con coraggio l'Europa della speranza, fedele alle proprie radici, terra di accoglienza, di solidarietà, di pace per tutti" (Giovanni Paolo II, Piana di Montorso 1995).
Fu proprio dopo l’incontro dei giovani con il Pontefice a Loreto in occasione di EurHope del 1995, che prese vita l’idea di scrivere una Carta europea dei Giovani Cristiani.
Dopo innumerevoli discussioni la stesura definitiva si è realizzata il 7 di agosto 2004 a Santiago de Compostela al culmine di un pellegrinaggio dei Giovani.
Molto chiare le intenzioni dei Giovani cristiani: “Vogliamo un’Europa accogliente, solidale, che sia rispettosa, comprensiva e capace di integrazione, che lavori per la pace e la libertà, e sia consapevole del proprio passato. Pensiamo un’Europa fondata sui valori della generosità e del dono di sé, dell’interiorità e della ricerca sincera della verità”.
“Crediamo nella centralità della dignità della persona, chiediamo il rispetto del diritto alla vita, pensiamo che lo sviluppo di ogni individuo debba realizzarsi nel seno di una vera famiglia”, é scritto nella Carta.
“Riteniamo che tali valori vadano protetti dalla minaccia dell’individualismo, del consumismo, del relativismo etico, della superficialità”, viene precisato poi.
Diversi i punti toccati dalla Carta. Circa il dialogo interculturale è scritto “Crediamo che sia necessario costruire una cultura ‘europea’, per poter collaborare tra le nazioni del continente e dialogare con le culture dell’est e del sud del mondo”.
In merito all’Educazione e alla formazione: “Desideriamo un mercato comune di idee libere ed accessibili, in un sistema educativo scolastico capace di far crescere integralmente la persona, nelle dimensioni umana, culturale, sociale e spirituale, e capace di accompagnare i giovani nelle nuove modalità di accesso al lavoro”.
Leggendo di seguito il documento dà voce all’impegno assunto dai giovani nel farsi promotori di “una cultura dei valori umani e cristiani”, di “far crescere la coscienza europea negli ambienti formativi”, così da “diventare educatori per le future generazioni”.
Sulla famiglia: “In quanto cittadini, ci impegniamo a tutelare la famiglia fondata sul matrimonio; in quanto figli, ci impegniamo a viverla come luogo di convivenza rispettosa tra le generazioni; in quanto giovani, ci impegniamo a educarci al dono reciproco ed a costruire legami giocati sulla responsabilità per l¹altro e per la comunità in cui si vive”.
Sulla partecipazione, la volontà espressa è quella di superare “un’impostazione individualistica in tema di diritti dell’uomo” nello sforzo di “riconoscere, sviluppare e valorizzare la presenza delle persone dentro a quelle realtà intermedie di partecipazione sociale (famiglie, associazioni, comunità religiose, organizzazioni) che sono luoghi in cui la democrazia si sperimenta e matura”.
Sulla Pace e lo sviluppo: “Vogliamo che la persona e la sua dignità siano sempre al centro dei processi di sviluppo sociale, economico, culturale e ambientale, in un’Europa che promuova la pace e la giustizia sulla scena globale”.
“Ci impegniamo ad assumere stili di vita sostenibili, e ad educarci alla gestione non violenta dei conflitti”.
In merito all’Informazione la Carta critica la “scarsa tutela della libertà e della verità, in nome di interessi economici, politici o nazionalistici”.
“Ci impegniamo – hanno scritto i giovani – ad educarci nell’uso dei media, a creare gli spazi necessari per l’analisi critica delle informazioni che riceviamo e favorire l’accesso a tutto ciò che permetta una maggiore conoscenza della realtà degli altri Paesi del continente”.
Nell’appello finale i giovani cristiani invitano a farsi “come l’apostolo Giacomo” “testimoni di Cristo a fatti e a parole, vivendo con gioia nella Chiesa, e aiutandola a camminare al passo con i tempi”.
“Senza paure o complessi, siate giovani nella Chiesa, cristiani nel mondo", sottolinea il documento presentato a Giovanni Paolo II.
A tutti gli uomini di buona volontà i cristiani propongono “di mettere la persona al centro di ogni progetto, scommettendo e credendo nel suo pieno sviluppo”, e offrono “Cristo come riferimento e modello di vita, capace di dare senso all’esistenza e di saziare la sete di felicità”.
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Sep 05, 2004 00:00