Una suora in trincea racconta la misericordia di Dio

Verso un femminismo per la vita

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di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 29 luglio 2011 (ZENIT.org).- Ci sono persone che vivono nel fango, nel dolore, nella vergogna, e ci sono angeli che cercano e portano il bene proprio in questi luoghi di disperazione.

Uno di questi angeli si chiama Francesca Bassi, una suora della Carità che appartiene alla Congregazione fondata da Santa Giovanna Antida Thouret.

Suor Francesca ha dedicato la sua vita al servizio degli altri, soprattutto dei più bisognosi, e ora ha deciso di raccontare la sua esperienza. Quarantadue storie raccolte in un volume edito da Cantagalli con il titolo “Non storie, ma storie vere, vite al bivio”.

Scrive suor Francesca nella prima pagina del libro: “Offro queste storie vere a chi le ha vissute e a chi le vive ora, perché tutta questa sofferenza si trasformi in salvezza. Le offro a chi ha dato, a chi dà una mano, due mani, se stesso per aiutare, soccorrere, consolare, sanare, perché gusti sempre più che c’è ‘più gioia nel dare che nel ricevere!’. Le offro alla mia Congregazione che vive il carisma della carità, perché ci lasci sempre più contagiare da Cristo Signore per essere sua profezia nel mondo d’oggi”.

Il libro è introdotto dal Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo, Carlo Casini, e dalla professoressa dell’Università La Sapienza Emma Fattorini, un tempo femminista a favore dell’aborto e ora sostenitrice dei Centri di Aiuto alla Vita e della case di accoglienza.

La difesa della vita e della mamme, e in particolare una casa di Accoglienza per Donne e un centro di Aiuto alla Vita a Ravenna e Cervia, promossi da suor Francesca, sono stati occasione per l’incontro con Carlo Casini ed Emma Fattorini.

In un capitolo del libro, suor Francesca si chiede: “Cosa può mai accomunare il pensiero di una religiosa che concepisce la vita come dono di Dio e quello di una femminista che, una volta, era sulla sponda opposta?”.

La religiosa risponde che è “in un’ottica di solidarietà, letta soprattutto al femminile perché è la donna la prima protagonista della vita”, che “si possono superare le barriere di tanti moralismi che si discostano dal messaggio evangelico”.

“Dio è amore sempre – sottolinea suor Francesca –, e aspetta la nostra risposta ogni giorno, per l’uomo di tutti i tempi, dal concepimento alla fine dei suoi giorni”.

“Nei contesti di povertà e di sofferenza in cui ho vissuto e vivo – case di accoglienza, centri di ascolto Caritas, carceri, scuole, colonie, ambienti di lavoro moralmente a rischio, oggi a Roma all’ostello dei poveri nella Caritas diocesana e al pronto soccorso al Policlinico Umberto I – ho rafforzato e rafforzo sempre più le mie convinzioni di suora della carità, attinte dalla mia fondatrice Santa Giovanna Antida Thouret: ‘Ciò che educa, riscatta e salva è soltanto l’Amore’”.

Di fronte al dramma di bambini concepiti che vengono abortiti, suor Francesca, intervistata da Marina Casini, spiega: “Il 22 maggio 1978 viene promulgata la legge 194: un avvenimento che scuote la coscienza di tanti, soprattutto del mondo cattolico. L’aborto nega il primo dei diritti umani, il diritto a nascere. E il fatto che venga ‘permesso per legge’ suscita immediata disapprovazione. Si corre subito ai ripari mobilitando tutte le energie e le risorse per promuovere e diffondere una cultura alternativa a quella presente nell’iniqua legge 194”.

“All’ingiustizia della legge – ha aggiunto – volevamo rispondere con l’amore concreto verso i bambini non nati e le loro mamme, vittime della menzogna ispessita dalla legge con la luce della verità sul bambino. perché di un bambino, povero e innocente, si tratta. Il fatto che non sia ancora nato non deve chiudere le sorgenti dell’accoglienza, della condivisione, della solidarietà; anzi, le rende ancor più necessarie. Nascono così i Centri di Aiuto alla Vita, che almeno nelle intenzioni sono il segno concreto della solidarietà con chi ha problemi nell’accettare la vita, con chi ha difficoltà a portare avanti una gravidanza, con chi, nella solitudine, fatica a far crescere il proprio bambino”.

“Quindi lo scopo specifico che i Centri di Aiuto alla Vita perseguono, come associazioni di volontariato, ha connotati di urgenza e di immediatezza: prevenire l’aborto volontario, salvare un bambino e la sua mamma”.

Suor Francesca Bassi, insieme a Carlo Casini ed Emma Fattorini, presenterà il libro “Non storie, ma storie vere. Vite al bivio” domenica 21 agosto al Meeting di Rimini (ore 19,00 presso l’Eni Caffè Letterario, padiglione D5).

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ZENIT Staff

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