Una santità narrata dai segretari personali

In attesa della canonizzazione di papa Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II

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André Vauchez nel suo magistrale libro Francesco d’Assisi, dopo aver trattato del profilo biografico nella prima parte, inizia la seconda dedicata alla memoria narrando la morte dell’Assisiate. Questo desta meraviglia perché ci si aspetta che il racconto della morte sia l’ultimo tratto della biografia. Tuttavia tale scelta riconosce un fatto tanto semplice quanto dimenticato, ossia che la morte è vissuta dal protagonista, ma narrata da altri, e quindi essa stessa è parte già del ricordo, ossia del racconto della storia.

Questa narrazione degli eventi, detta anche costruzione della memoria o mnemostoria, interessa in particolar modo coloro di cui si riconosce un ruolo rilevante nelle vicende del tempo e tra essi non mancano i pontefici. Naturalmente quelli che sono vissuti più a stretto contatto con i protagonisti del racconto sono considerati testimoni più veritieri e ai loro ricordi è dato maggior peso. Quindi non meraviglia che i segretari personali dei pontefici o chi ha avuto una grande intimità con un determinato papa si sia sentito come in dovere di tramettere la sua testimonianza. Si può dire che ne è nato una specie di genere letterario delle memorie, e più precisamente di quelle dei segretari personali dei papi nel momento del decesso del pontefice, a cui possono essere affiancate quelle del cardinale Rafael Merry del Val per Pio X e di suor Pascalina Lehnert per Pio XII.

In tali narrazioni della vita dei papi si possono constatare delle similitudini – quasi vere e proprie costanti – come ad esempio la loro disponibilità senza limiti alla carità, a ricevere tutti, al lavoro indefesso, ecc. Inoltre ciascuna delle opere vuole rispondere a obbiezioni mosse a quel determinato pontificato: ecco suor Pascalina a evidenziare l’opera indefessa di Pio XII in difesa di ebrei e perseguitati dai nazisti o anche la sua benevolenza verso il mondo operaio. Oppure Carlo Confalonieri la spiritualità di Pio XI, una spiritualità in un certo senso “atipica” nella sua attività e pragmatica; dai testi di Capovilla sembra di percepire che l’idea della convocazione di un concilio fu una ispirazione propria di Giovanni XXIII, mentre si sa da altre fonti che idee a suo riguardo furono presenti anche precedentemente.

Quindi per la comprensione delle vicende di ciascun pontefice è importante una serie di confronti e verifiche incrociate; per un fruttuoso utilizzo di ciascun testo sarà importante, in un metodo di storia comparata, considerare come i segretari personali dei pontefici si sono comportati nella diffusione delle loro memorie. Diverso, ad esempio, è il modo discreto con cui ha svolto questo ruolo Pasquale Macchi nei confronti di Paolo VI dal maggior peso assunto invece da Loris Capovilla nei confronti di Giovanni XXIII, tanto da continuare a essere ritenuto come l’interprete del “vero papa Giovanni” anche a motivo dell’aver anche custodito e diffuso importanti fonti soprattutto scritti autografi. 

Il testo completo, comprese le note, in http://www.cristianocattolico.it/catechesi/santi/giovanni-xxiii-e-giovanni-paolo-ii-una-santita-narrata-dai-segretari-personali.html

Per un approfondimentoP. MESSA, Giovanni Paolo II e lo spirito di Assisi, Ed. Porziuncola, Assisi, pp. 36, euro 5,00. 

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Pietro Messa

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