Scuola: botta e risposta tra Forum delle Associazioni familiari e Stefano Rodotà

Secondo il presidente Belletti: “La legge 62 del 2000 tradisce la Costituzione non perché applicata, ma perché applicata troppo poco”

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«Per Rodotà» scrive il presidente del Forum, Belletti «la legge 62/2000, che fissa un “unico sistema nazionale di istruzione” composto da scuola statale e scuola paritaria, non rispetta il dettato costituzionale, e quindi “qui come altrove, la legalità costituzionale deve essere restaurata”.

Un atteggiamento quanto meno supponente e di sfiducia verso le istituzioni repubblicane visto che negli oltre tredici anni di vita della L. 62 tutti gli organi amministrativi, giudiziari e di vigilanza costituzionale hanno avuto ampia possibilità di verificare la coerenza di tale legge con la Costituzione.«Ed in particolare hanno avuto modo di accertare la costituzionalità dell’art. 33 che richiama il “senza oneri dello Stato”. Punto sul quale la legge “delude” il mandato costituzionale perché poco applicata, non perché applicata.

Peraltro Rodotà legge solo a metà quell’art. 33 e non arriva al punto che recita: ”La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali”.

«Rodotà prima di dare patenti di costituzionalità o meno dovrebbe prendere atto che “il trattamento scolastico equipollente” è tutt’altro che garantito. E’ su questo e non su altro» conclude Belletti «che è in gioco il diritto alla libertà di educazione, per una scuola davvero  “aperta a tutti” (art. 34 Cost.), nella quale “l’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”, e liberamente fruita nella scuola pubblica (statale e paritaria insieme)».

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ZENIT Staff

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