Stile del discepolo

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

La fedeltà di Giuseppe e il compiacimento di Dio nei suoi confronti anticipa la fedeltà del discepolo di Cristo, il quale gli è sempre accanto con attenzione amorevole nella fatica di comunicare il Vangelo, ovunque e senza paura. 

Meditazione

Gesù descrive lo stile della missione e suggerisce i sentimenti più opportuni che devono caratterizzare i suoi discepoli davanti al mondo. Va da sé che il discepolo non deve sentirsi superiore al Maestro, né il servo superiore al suo signore. Basta, dice Gesù, essere come il Maestro e il Signore. Questa somiglianza deve essere vista come una vera grande dignità che non giustifica orgoglio e autonomia, ma infonde serenità perché il discepolo, ogni discepolo, non è mai solo. Il discepolo non ha paura perché,rivestito della luce della verità, che sempre prevale. Può annunciarla apertamente e con chiarezza. Non ha paura di chi lo minaccia nella vita del corpo, perché non ha alcun potere sulla sua persona. Non ha paura perché spende la vita per colui che ha potere sul corpo e sull’anima, e che offre consolazione agli annunciatori del Vangelo, specie nelle difficoltà e nelle prove. Sappiamo che non è mai facile predicare il Vangelo della croce e della risurrezione, però è necessario per donare la salvezza e la speranza che non delude. Anche se oggi nel nostro Paese non ci sono persecuzioni che possono far paura, è significativa l’esortazione di Gesù a non aver paura, perché si incrociano mentalità e condizionamenti che mettono a dura prova la nostra coerenza e la nostra fedeltà. C’è una paura culturale nel confronto con un pensiero laico che vuole suggerire un’autonomia da Dio, invita a vivere come se non ci fosse, o riduce il Vangelo alla sfera privata e impedisce – o ridicolizza come fuori tempo – la proposta evangelica. È una paura che può indebolire l’entusiasmo e spingere a tirarsi indietro. Gesù ci esorta ad avere il coraggio del Vangelo, l’audacia della testimonianza, la certezza di offrire una speranza. Come motiva Gesù il non avere paura o l’avere coraggio? Con la sua vicinanza, con la sua compagnia, con il suo amore. Noi siamo i suoi amici, gli amici del Vangelo. Noi valiamo più dei passeri, la cui vita è guidata dal Padre. Il vero stile del discepolo, e di ogni cristiano, è quello di riconoscere Gesù davanti agli altri per essere riconosciuti da Lui davanti al Padre. Questa è la vera speranza del discepolo del Signore.           

Preghiera

Grazie della tua vicinanza, Signore, che rende bella e gioiosa la nostra vita di discepoli. Donaci la paura del male e della vergogna e il coraggio del bene e della coerenza, il coraggio del Vangelo. 

Agire

Anche nelle situazioni difficili, e a volte disperate, voglio annunciare la Parola del Signore per dare coraggio e speranza a coloro che possono rimanere soli. Con la mia presenza rendo presente il Signore. 

Meditazione del giorno tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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