"Ogni effusione dello Spirito d'amore è la promessa di una conversione dell'uomo"

Spunti per l’omelia a cura della Congregazione per il Clero per la Solennità di Pentecoste. Preghiera dei fedeli

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Citazioni:

Ac 2,1-11: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9abtnjb.htm   
Rm 8,8-17: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9avu0ih.htm  
Io 14,15-16.23b-26: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9bifrtn.htm   

Oggi, nella solennità di Pentecoste, ascoltiamo due testi diversi, per introdurci all’effusione dello Spirito Santo nel nostro mondo: il racconto degli Atti degli Apostoli, interamente colorato di fuoco, di parole, di entusiasmo, comunicativo, di tempesta … e le parole del Signore Gesù riportate da San Giovanni. Dopo la grandezza dei segni esteriori dell’effusione dello Spirito, il testo evangelico ci ricorda anche l’importanza della “Pentecoste interiore”, la dolce effusione dello Spirito nel più profondo dei cuori. “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. […] Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.

Lo spirito, in un essere vivente, è l’elemento più essenziale ma più imprendibile, rappresentato dal soffio del respiro, elemento fragile, vacillante, che solleva ed anima tutta la massa materiale del corpo.

Un commediante di talento fa ridere la gente con una scenetta semiseria: “Ho visto la scritta su di un muro di Roma: ‘Gesù ritorna!’. Ma dov’è? Dove Lo si può trovare? Se ritornasse, lo si saprebbe!. Dio, decisamente, non è l’organizzatore di un incontro di affari, e la pubblicità asfissiante non è il suo genere di attività. Egli sembra ignorare completamente le battute del commediante sulla strada, o dell’uomo politico dal piccolo schermo. Dio è discreto!

Noi vorremmo talvolta un Dio più spettacolare, un Dio che si mostri, un Dio che schiacci i suoi avversari, un Dio che scenda dalla croce. Ma, noi lo sappiamo bene, il solo vero Dio è il Dio nascosto. Il mondo creato, tale come esso ci appare, non impone l’evidenza di un Dio. Pertanto, occorrerebbe ben essere sempliciotto anche per smontare in maniera assolutamente certa che Dio non esiste. Se vi è una certezza, per contro, è che Dio è nascosto, perché Dio è Spirito!

Nella sua invisibilità, tuttavia, la sua realtà personale ci raggiunge e ci illumina interiormente: “Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.

Dio deve ben avere le sue ragioni per comportarsi così. Effettivamente, noi sappiamo per esperienza che non vi è amore vero che nel rispetto della libertà altrui. Se Dio apparisse in tutto il suo splendore e in tutta la sua onnipotenza, Egli farebbe istantaneamente sparire ogni altra esistenza. Come diceva una bambina: “la mamma mi insegna a camminare indietreggiando”. Il nostro camminare è impossibile senza l’insegnamento, l’azione soprannaturale e la protezione di Dio. Eppure il nostro Dio ci fa camminare proprio ritraendosi, sposandosi all’indietro, lasciando così strada aperta, che noi possiamo percorrere per raggiungerLo, come fa ogni bimbo che impara a camminare cercando di raggiungere il padre o la madre, che lo guidano, lo assistono e proteggono.

In più, Dio non è veramente interessante per noi che se Egli non è, come noi, uno degli enti di questo mondo. Se Egli fosse semplicemente al nostro livello, noi non avremmo alcun bisogno di Lui. Se Egli non ci sorpassasse, a che servirebbe un “piccolo dio” a portata delle nostre mani? O Dio non esiste, oppure Egli è “trascendenza”, “mistero”.

 Quando lo Spirito di Dio invade lo spirito di un uomo, gli lascia tutta la sua personalità, lo fa esistere ancor di più davanti a Lui, lo dilata nell’amore.

Nei racconti della Pentecoste, gli effetti vengono a manifestare che lo Spirito è dato a qualcuno: vi è dapprima un fenomeno di apertura all’altro, cioè di amore. Il parossismo dell’amore è il perdono. Il peccato è la chiusura in sé. Ogni effusione dello Spirito d’amore è la promessa di una conversione dell’uomo. E questo si manifesta subito con un invio in missione verso gli altri: “Come il Padre ha inviato me, così io vi invio”. Il miracolo delle lingue è il miracolo di un’umanità che esce da sé e che si mette a parlare la lingua dell’altro. Finalmente una comunicazione, una comunione vera si instaura.

Venga questo soffio nuovo dello Spirito Santo sul nostro mondo lacerato !

*

PREGHIERA DEI FEDELI  

Introduzione del celebrante

In comunione con tutta la Chiesa e insieme con Maria, Madre del Signore, invochiamo il dono dello Spirito che Gesù ha promesso.

Ripetiamo insieme: VIENI SPIRITO SANTO

1.    Signore Dio nostro, ti domandiamo il dono del tuo Santo Spirito per conoscerti, accoglierti, amarti come Maria e gli Apostoli,

Noi ti preghiamo: VIENI SPIRITO SANTO

2.    Ti affidiamo Papa Francesco, il nostro vescovo e tutti i sacerdoti:  Preghiamo per tutti i gruppi ecclesiali, perché in spirito di unità vivano la missione della Chiesa nel mondo,

Noi ti preghiamo: VIENI SPIRITO SANTO

3.    Rinnova o Spirito Santo la faccia della terra, ridona speranza alle famiglie; serenità, pace, prosperità ai popoli. Ti preghiamo per il nostro paese e la nostra città

Noi ti preghiamo: VIENI SPIRITO SANTO

4.    Ti affidiamo o Signore i ragazzi e i giovani; accompagnàti da veri educatori possano crescere in un’esperienza di vera amicizia e di fiducia,

Noi ti preghiamo: VIENI SPIRITO SANTO

Conclusione del celebrante

O Signore, il tuo Santo Spirito ci aiuti a vivere, sperare, amare, nell’unità della Chiesa.

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ZENIT Staff

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