"Non c'è salvezza per l'umanità se non si cambia il cuore dell'uomo"

Nel Trentennale della parrocchia di Gesù Redentore, a Palestrina, il cardinale Vallini incontra gli sposi che nei trent’anni hanno celebrato nella Chiesa il sacramento del matrimonio

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“Riflettere su ciò che è stato, ma anche diffondere la Volontà e trasmettere la Parola di Dio”. Questo l’invito che il cardinale Vicario Agostino Vallini, ha rivolto alle numerose coppie di sposi intervenute, nella mattina di ieri domenica 30 giugno, all’Eucarestia da Lui presieduta nella Chiesa dedicata al beato Giovanni Paolo II della parrocchia di Gesù Redentore, a Palestrina.

Nella giornata conclusiva del Trentennale della parrocchia, dedicato al tema “Rendiamo grazie a Dio”, si sono riuniti in Chiesa tutti gli sposi che, nel corso dei trent’anni, hanno celebrato il sacramento del matrimonio nella parrocchia. Insieme a loro anche i parrocchiani che festeggiano quest’anno il primo, il 25° ed il 50° anno di vita matrimoniale, oltre ai fidanzati che stanno frequentando il percorso di preparazione al matrimonio.

A tutti i presenti, il cardinale Vicario ha raccomandato di “tenere sul comodino la Bibbia, magari al posto del telecomando”. La parrocchia, ha aggiunto, “in trent’anni ha cercato di trasmettere l’amore degli uomini e la parola di Dio”, sull’esempio del Beato Wojtyla a cui essa è dedicata. “Per Giovanni Paolo II la fede è una cosa seria” ha proseguito il porporato, “Egli ha detto che l’unica speranza per l’uomo è l’incontro con Gesù”

Vallini non si è sottratto poi ad altri interrogativi sui tempi presenti: “Voi siete parrocchia da trent’anni. Che ne è della fede? Dove stanno i cristiani?” ha chiesto loro, affermando che “la corruzione è anche tra noi. Questa recrudescenza contro le donne è terribile. Dove va il mondo? Che cosa lasceremo ai bambini? Quale società?”.

La risposta è una sola secondo il Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma: “Tutti abbiamo bisogno di tutti. Non c’è via di salvezza per l’umanità se non si cambia il cuore dell’uomo, se non c’è Dio. Abbiamo le inclinazioni al male, dalle quali solo Dio ci può liberare”. “La novità – ha concluso il cardinale – è che Cristo è venuto. E’ la logica dell’amore, quella della Croce. Dio stesso è lo Spirito Santo che è nei sacramenti. La vita cristiana è il propellente che manda avanti la vita”.

Al termine dell’Eucarestia, animata dal coro Praenestinae Voces, il porporato, insieme al parroco di Gesù Redentore, monsignor Felicetto Gabrielli, e agli altri sacerdoti concelebranti, si è raccolto in preghiera davanti alla statua di Giovanni Paolo II e alle immagini degli altri Santi, le cui reliquie si conservano, da pochi giorni, nell’altare della Chiesa prenestina.

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Paolo Schiavella

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