Maria Santissima "Speculum iustitiae"

La Vergine riflette in sé la giustizia divina

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di padre Stefano M. Pio Manelli

ROMA, domenica, 29 aprile 2012 (ZENIT.org).- San Giuseppe, Sposo di Maria, viene descritto nel Vangelo secondo san Matteo quale uomo “giusto” (1,19) nel senso di santo, retto e perfetto osservante della Legge di Dio. Ed è in questo senso che bisogna considerare la virtù della “giustizia” della Vergine Maria.

Ella fu “ripiena della virtù della giustizia”, cioè fu santa, specchio di conformità al Volere divino e specchio di rettitudine nei rapporti con gli altri. Nelle Litanie lauretane noi invochiamo Maria Santissima “Specchio della Giustizia“ (Speculum iustitiæ), in quanto riflette in sé la giustizia di Dio, la sua armonia, la sua verità, la sua bellezza. L’Immacolata è la più splendida immagine di Dio che sia stata realizzata in una creatura umana.

Ella accolse in sé per la sua limpidità, per la sua purezza e per la sua umiltà i raggi di Colui che è il Sole di Giustizia, il Cristo, rispecchiandone le perfezioni. Sappiamo bene infatti che, ordinariamente, lo specchio riflette la luce e gli oggetti mediante i raggi luminosi che riceve, e Maria ricevette in sé non solo i raggi del Sole divino, ma lo stesso Sole e lo mostrò al mondo in tutta la sua perfezione, rifrangendo la luce divina nei suoi infiniti colori.

In principio, ogni uomo uscito dalle mani di Dio, doveva essere uno “specchio” che Lo rifletteva, perché fatto a “immagine e somiglianza” di Dio (Gn 1,26). Con il peccato dei nostri progenitori, però, questo “specchio” si macchiò e sfigurò l’”immagine e somiglianza” di Dio.

Solo Maria Santissima, la Vergine Immacolata, fu uno “specchio senza macchia” (Speculum sine macula). Specchio sempre nitido e luminoso, “Speculum pulchritudinis”, specchio della bellezza, come la chiama san Bernardo. È risaputo, infatti, che lo specchio, per riflettere perfettamente le immagini, deve essere terso, limpido, senza macchia o difetto; e Maria è, appunto, il “candore della Luce eterna”, come è scritto nel libro della Sapienza (7,26) “Candor est enim lucis æternæ”, tutta risplendente di purezza nivea e candore liliale. In- canto, stupore ed estasi: la bellezza di Maria!

Avevano forse torto quei “veggenti” che sospiravano l’ora della morte per poter andare a rivedere il volto sublime di Maria? Sappiamo poi, che, nello specchio il sole entra senza fare alcun danno, anzi investendolo dei suoi raggi e rendendolo sorgente di luce. Ebbene, in Maria, il Sole di giustizia, che è Cristo, scende nel suo grembo immacolato e non soltanto conserva assolutamente intatta l’illibata integrità verginale della Madre, ma gliela “consacra” divinamente, come dice la Liturgia: “non minuit, sed sacravit”, ossia la illumina di meravigliosa e prodigiosa luce divina che Ella poi riflette su di noi affinché, specchiandoci in Lei, possiamo rivestirci della sua radiosa santità verginale, tutta perla preziosissima e diamante puro per Gesù, il Sole di giustizia.

La Vergine Santissima, infine, fu specchio di divina giustizia in quanto nulla di più giusto e di più santo si può avere in un’umana creatura. Piena di grazia, Ella fu adorna di ogni virtù. Splendida nell’anima, nei sentimenti e nelle opere, illumina ed affascina quanti la contemplano. Il profondo sentimento di giustizia che animò la sua vita e che regnava sovrano nella sua anima, non poteva non rilevarsi naturalmente anche all’esterno, nella sua vita di ogni giorno.

In Lei si ammirò sempre un comportamento semplice e nobile, alieno da qualunque astuzia o dissimulazione, pronto a dare a ciascuno il suo, verso Dio, verso il prossimo e versose stessa. Verso Dio Ella fu sempre pronta a riconoscerLo come Signore e Creatore, considerando se stessa creatura delle sue mani. Per questo fu sempre pronta a vivere come serva, consacrata al suo servizio, pronta a fare ogni suo Volere, secondo le parole rivolte all’Angelo all’Annunciazione: “Eccomi, sono la serva del Signore” (Lc 1, 38).

Verso il prossimo la sua condotta fu sempre irreprensibile, sottomessa e umile, compiendo i propri doveri con esattezza, sapendo vivere al posto a Lei assegnato da Dio, nel rispetto dei diritti degli altri. Verso se stessa, infine, seppe sempre dirigere a Dio tutte le sue azioni e far si che tutto contribuisse a meglio amarlo e servirlo.

In Maria Santissima possiamo dire che tutto fu trovato perfetto dallo stesso Dio, secondo le parole dell’Angelo all’Annunciazione: “invenisti gratiam apud Deum” (Lc 1, 30), hai trovato grazia presso Dio; e a Lei, specchio tersissimo di santità, devono guardare tutte le creature, per poter raggiungere la perfetta conformità a Cristo, di cui Maria, Sua Madre, ha “la faccia che più s’assomiglia”, come dice Dante Alighieri.

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ZENIT Staff

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