L'imprudenza, il male e il pericolo della folla!

Da sempre chi ha giocato con la moltitudine è stato giocato

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Riflettevo su come i cristiani facciamo spesso delle parole un uso distorto; capaci persino di prendere in giro noi stessi, senza minimamente accusare nessun tipo di rossore! Che succede? Come tentare di cambiare registro? Alla base di questo ambiguo atteggiamento c’è, a mio avviso, una cattiva tendenza a distorcere il valore della prudenza, non considerando di solito che l’utilità, per gli altri, deve essere utilità per la nostra missione. Se infatti la stessa dovesse distruggerci nel mandato e nel mistero di cui siamo portatori, non è utilità. È danno vero, a meno che non si sposi un modello esistenziale di puro relativismo. In esso però si perderà il contatto con la Parola, alla quale un vero credente e cristiano dovrebbe rivolgere, passo dopo passo, il senso della sua vita. Noi dimentichiamo di essere stati chiamati, qualsiasi sia il ruolo che esercitiamo, a svolgere il nostro mistero personale per il compimento del messaggio divino tra gli uomini. Ogni danno morale e spirituale che alberga nelle nostre imprudenze contamina la realtà che ci circonda e ci rende complici della falsificazione sociale che ci accompagna. Se noi siamo per il bene non ci è data alcuna possibilità di favorire il male, in nessun luogo, forma, tempo.

Cristo va imitato anche nella sua prudenza divina, fattasi pienamente umana per la nostra salvezza. Una prudenza che in ogni suo dialogo terreno diventa saggezza e sapienza, unico modo per sfuggire dal male che alberga ovunque non te lo aspetti. Leggo in una lettera pastorale ai giovani: “Non pensare che il male venga da lontano o che non ti tocchi, perché tu non lo vedi. Il male è sempre accanto a te. Anche i tuoi amici più cari possono essere fonte per te di male. Ogni persona che incontri sul tuo cammino potrà essere per te sorgente di cose cattive. Il male è come l’aria che respiriamo. Avvolge tutto il nostro corpo. Esso stringe la nostra vita come una morsa, ma noi non lo vediamo. Solo la sapienza ci permette di vederlo e la grazia ci consente di vincerlo”. Un messaggio forte che non ci invita certo a fuggire dal mondo, ma a viverlo sempre intensamente alla luce della prudenza e sapienza divina. Virtù, queste, permesse ad ogni uomo che abbia scelto un cammino di chiarezza con se stesso e con il prossimo. Solo così può cambiare l’approccio con gli altri, specie in un tempo di populismo esasperato a tutti i livelli sociali, piccoli o grandi che siano. Monta, si sa, ogni giorno una demagogia spesso legata al risultato immediato, all’effetto mediatico, al consenso fittizio, perciò falsificato, imprudente, deleterio, fuori dalla verità. Le conseguenze sono inesorabili e rubano, come dice Papa Francesco la speranza ai giovani e il sacro diritto ad un futuro di serena convivenza per ogni realtà umana. La folla si sa che non è governabile, può essere solo sollecitata nel suo impulso immediato, privo di ogni ragione.

La folla libera Barabba e condanna Gesù, mentre una settimana prima lo aveva osannato, stendendo i mantelli lungo la via. Lo stesso Gesù più volte chiede alla folla di far silenzio su un miracolo, ma la stessa lo grida ai quattro venti. Una persona può essere governata, indirizzata, aiutata, salvata. Una grande folla difficilmente potrà essere sapientemente amministrata. È sempre pericoloso quando si cerca di ottenere un consenso sulle corde emotive di una particolare circostanza, puntando su l’alto numero di presenze e sulle suggestioni sollecitate. Prima o poi quell’umore positivo potrebbe rivoltarsi contro. Un cuore solo si può educare, mille cuori assieme diventano una impresa difficile! Uno ascolta, tanti pensano che l’obbedienza non sia necessaria. Le grandi folle quasi mai si lasciano guidare dall’intelligenza, dalla sapienza, dalla verità. Spesso ciò che le muove e solo il sentimento. Scrive Mons. Di Bruno: “La verità non conquista le folle. Le conquista la necessità, il bisogno. I grandi manipolatori di folle questo lo sanno bene. Essi sanno come gestire un sentimento, una rabbia, un bisogno, una malattia, una povertà, una particolare situazione storica”. Oggi, come ieri, succede spesso! Chi ha obbligo di governo su una folla deve prestare molta attenzione. Essa oggi ti osanna, ma domani ti crocifigge. Oggi è con te, domani contro di te. Da sempre chi ha giocato con la folla è stato giocato. Il cristiano che ha responsabilità nella vita privata o pubblica prenda esempio da Cristo che è stato sempre libero dalla folla, perché non l’ha mai cercata, in quanto cercato. Lui ha sempre inseguito un cuore in cui far germogliare la sua verità.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email:  egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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