L'evangelizzazione non è una delle tante missioni della Chiesa, ma la più importante

Il Priore dei Carmelitani dell’Immacolata esorta ad impegnare i media affinché “tra le molte voci del mondo venga udita anche la voce di Dio”

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del Rev. p. Jose Panthaplamthottiyil, C.M.I.

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 15 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo di seguito il discorso del Rev. p. Jose Panthaplamthottiyil, C.M.I., Priore Generale dei Carmelitani della B. V. Maria Immacolata (India), alla Nona Congregazione Generale del Sinodo dei Vescovi (13 ottobre 2012).

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Dagli insegnamenti di Gesù e della Chiesa emerge molto chiaramente che l’evangelizzazione di tutte le nazioni è la missione fondamentale della Chiesa. In questa prospettiva appare anche evidente che l’evangelizzazione non è solo una tra tante attività della Chiesa, bensì la sua missione più importante.

Se l’evangelizzazione è la missione principale della Chiesa, allora dobbiamo percepire ogni sua altra attività da questa prospettiva. Non dovremmo includere nell’evangelizzazione nessuna attività che non sia volta alla proclamazione e alla trasmissione della fede.

Una spiritualità incentrata su Cristo, basata sulla Parola e orientata al mondo dovrà essere la fonte più importante della nostra Nuova Evangelizzazione. I tentativi di nuova evangelizzazione devono esser incentrati soprattutto su una formazione nella fede basata sulla Parola, trasmessa ai fedeli specialmente nel contesto della loro sete della Parola di Dio.

Occorre compiere seri tentativi per impiegare i mass media nell’evangelizzazione, affinché tra le molte voci del mondo venga udita anche la voce di Dio. Per usare i mezzi di comunicazione di massa in modo efficace, occorre investire nel personale e nelle risorse a livello internazionale, nazionale e locale, in modo direttamente proporzionale all’esigenza e all’importanza di questo ministero.

Dobbiamo prendere misure innovative nelle nostre istituzioni in tutto il mondo per una trasmissione efficace della fede. Occorre inoltre suscitare una consapevolezza più profonda della responsabilità di ogni cristiano, individuale e collettiva, di diventare agente attivo dell’evangelizzazione.

La proclamazione del Vangelo è diritto e dovere di tutta la Chiesa e di ogni cristiano battezzato. Pertanto, la Chiesa deve prendere anche misure creative per permettere alle Chiese orientali sui iuris, come la vibrante Chiesa siro-malabarese, di proclamare il Vangelo anche oltre i loro attuali confini geografici. Se la Chiesa adotta una visione più ampia per aprire nuovi cammini alla Chiesa siro-malabarese e ad altre Chiese orientali, ciò certamente darà molti frutti nell’opera di evangelizzazione.

Nel contesto della Nuova Evangelizzazione, mentre dobbiamo continuare a promuovere il dialogo tra le religioni, dobbiamo essere anche pronti a condividere il messaggio portatore di vita di Gesù, specialmente in considerazione del preoccupante aumento del secolarismo e dell’ateismo, che costituiscono una grande minaccia per tutte le religioni.

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ZENIT Staff

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