L'economia civile sbarca a Cuba

Nuove strategie di gestione delle attività economiche permetteranno ai cittadini privati di organizzare e offrire diversi servizi per rispondere alla domanda della popolazione

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Buone notizie da Cuba: grazie alle nuove leggi di sviluppo strategico, l’economia civile trova cittadinanza nell’ultimo bastione del comunismo mondiale. Queste leggi propongono, tra le altre cose, l’introduzione di nuove modalità di gestione delle attività economiche attraverso una sussidiarietà circolare pur con diversi limiti. Praticamente i privati cittadini, organizzati o meno in cooperative, potranno organizzare e offrire servizi di varia natura per rispondere alla domanda della popolazione.

In realtà, il cooperativismo cubano di stampo marxista esiste in campo agricolo fin dagli anni ’60, con modelli di autogestione della terra e dei mezzi di produzione collettiva che hanno garantito la produzione alimentare per la popolazione. Tale sistema, grazie anche alla Russia comunista, ha svolto un ruolo strategico negli anni ’90, durante il cosiddetto “periodo speciale”, quando, con la caduta del blocco comunista, è entrato in crisi il modello economico basato su relazioni di import/ export economicamente squilibrate e non sostenibili.

Il modello comunista prevedeva che la politica agraria cubana dovesse basarsi su prototipi di agricoltura di sussistenza che includessero l’eliminazione o la riduzione di input esterni, il recupero e la valorizzazione di varietà locali resistenti, la produzione a km 0 (orti urbani e suburbani). Il limite di questo progetto, oltre che filosofico, è antropologico ed economico: mancanza di libertà creativa e del bene comune. Ma è anche un limite economico.

Difatti, la diversificazione produttiva è vincolata alle esigenze del mercato locale. Le cooperative agricole e l’associazione dei piccoli agricoltori (Anap) che le raggruppa, hanno in questo modo cercato di garantire l’autosufficienza alimentare alla società cubana. Grazie all’ingresso dell’economia civile si aprono, quindi, nuove sfide all’orizzonte: la prima trasformazione è il passaggio dal modello marxista ad un primordiale modello di sussidiarietà circolare.

Concretamente iniziano esperienze di cooperative che mirano alla distribuzione dei prodotti in una logica di filiera, la prestazione di servizi, l’associazione tra cooperative (agricole e non) per garantire la chiusura della catena produttiva. Una novità assoluta riguarda l’esperienza delle cooperative di servizio, di trasporto, della casa, della pesca, così come, per la prima volta, si stanno autorizzando forme di lavoro in proprio, che possano dare supporto allo Stato, alle Provincie, ai Municipi, nel fornire alcuni servizi che attualmente non soddisfano la domanda.

Per rendere tutto ciò legale in un regime comunista, sono state approvate nel Paese una serie di leggi che permetteno alle nuove piccole imprese di iniziare, da una parte, un percorso di inserimento nel mercato, dall’altra, di attivare in via sperimentale circa 220 nuove cooperative non agricole. Questo percorso è accompagnato da una forte volontà di sussidiarietà circolare, volto allo sviluppo locale, che consenta al territorio di gestire e amministrare le proprie risorse e far crescere il capitale civile e il bene comune (finora mortificato) attraverso l’utilizzo delle entrate a livello locale e il ricavato dalle nuove tasse, ma anche utilizzando fondi e crediti messi a disposizione dallo Stato o da terzi.

Da anni COSPE (una Ong privata che si occupa dello sviluppo equo e sostenibile, i diritti umani, la pace e la giustizia tra i popoli), sostiene lo sforzo delle cooperative agricole e promuove la cultura della rete tra e con le nuove forme associative, in una logica di creazione di filiere di economia civile che garantiscano uno sviluppo locale sostenibile nel tempo.

In questo senso è stato importante condividere risorse e persone del Mercosur (l’Organizzazione del Mercato comune dell’America Meridionale) e promuovere una visita di sei delegati Cubani tra Uruguay e Brasile, per mettere in moto uno scambio proficuo di opinioni e di “buone pratiche” .

L’esperienza del Mercosur e del COSPE, insieme al loro capitale di conoscenze più che ventennale, può proporsi come interlocutore privilegiato per far dialogare tra loro le varie parti e condividere spazi di scambio e riflessione.

In preparazione ci sono nuovi progetti per far sì che le nuove esperienze che si realizzano a Cuba sotto il nome di economia civile, siano a servizio dello sviluppo locale, del decentramento, della costruzione di spazi di partecipazione, e a garanzia di una buona formazione che porti avanti attività economiche di gestione non statale. L’idea è permettere che la società civile o i vari ambiti di Governo possano avvicinarsi a questo nuovo approccio economico del bene comune, cogliendone rischi e opportunità per migliorare la qualità della vita delle persone.

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Carmine Tabarro

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