L'attenzione per il creato, prassi del movimento ecumenico in Europa

Incontro in Ungheria del Comitato congiunto KEK-CCEE

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ESZTERGOM, martedì, 24 febbraio 2009 (ZENIT.org).- La sollecitudine delle Chiese in favore di di una sempre maggiore attenzione e responsabilità verso il creato costituisce una prassi costante del movimento ecumenico, sulla scorta delle linee-guida scaturite dalle Assemblee Ecumeniche Europee di Basilea (1989), Graz (1997) e Sibiu (2009).

E’ quanto è emerso dell’annuale incontro  del Comitato congiunto della Conferenza delle Chiese Europee (KEK) e del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) che si è tenuto a Esztergom, in Ungheria, dal 19 al 22 febbraio scorsi, presso il Centro conferenze St. Adalbert.

I partecipanti  hanno ascoltato e riflettuto sulle modalità in base alle quali le Chiese in tutta Europa stanno lanciando iniziative per dare rilievo al tema della salvaguardia della creazione.

 Durante l’incontro, ai partecipanti è stata presentata una relazione riguardante il Vertice interconfessionale sui cambiamenti climatici, organizzato dalla Chiesa di Svezia nel novembre scorso.

 Nella discussione, il Comitato ha riflettuto specialmente sul fatto che la crisi ecologica di per sé costituisce un riflesso della ben più profonda crisi spirituale.

Il Comitato ha anche riflettuto sulla lettera circolare sul tema della creazione pubblicata dalla Conferenza episcopale ungherese.

“In quanto esseri umani – è stato evidenziato – abbiamo bisogno di vedere noi stessi come custodi della creazione e non come suoi sfruttatori. La sollecitudine per un’appropriata custodia della creazione è strettamente legata alla sollecitudine per la giustizia nel mondo”.

In particolare come europei, si è poi sottolineato,  “abbiamo bisogno di condividere un senso di solidarietà con i più poveri del nostro mondo, che sono le vittime primarie del nostro atteggiamento irresponsabile nei confronti del creato”.

 Il Comitato ha riflettuto sulla necessità che il CCEE e la KEK diano spazio alla condivisione di esperienze positive nell’affrontare la tematica della creazione all’interno delle rispettive comunità di fedeli in tutto il territorio europeo.

In particolare, è stato riconosciuto che le Chiese d’Europa hanno il dovere di assumersi le proprie responsabilità per poter essere “buoni custodi del creato, compiendo dei passi specialmente al fine di ridurre la nostra impronta di carbonio”.

 Nel ricordare il XX anniversario del documento con il quale il Patriarca di Costantinopoli Demetrio ha lanciato per primo la proposta di celebrare una “Giornata del creato”, il Comitato congiunto ha riconosciuto la necessità di sostenere l’iniziativa, lanciata a Sibiu, di utilizzare il periodo che va dal 1° settembre al 4 ottobre “come un tempo di contemplazione, cura e celebrazione della bontà di Dio nella creazione”. 

Infine è stato auspicato che le Chiese in Europa facciano “la propria parte per esercitare un’influenza sulla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si svolgerà a  Copenaghen nel dicembre 2009”.

La prossima seduta annuale del Comitato si svolgerà dall’8 all’11 marzo 2010 e sarà incentrata sul tema delle migrazioni.

Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) riunisce i Presidenti delle 33 Conferenze Episcopali europee, gli Arcivescovi del Lussemburgo e del Principato di Monaco e il Vescovo di Chişinău (Moldavia). E’ presieduto dal Cardinale Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest.

La Conferenza delle Chiese Europee (KEK) è una comunione di 125 Chiese ortodosse, protestanti, anglicane e vecchio-cattoliche di tutti i paesi europei, e di 40 organizzazioni associate. Fondata nel 1959, ha uffici a Ginevra, Bruxelles e Strasburgo.

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ZENIT Staff

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