Insieme a Gesù, pane spezzato per la vita del mondo

L’omelia del cardinale Angelo Scola per la solennità del Corpus Domini

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Pubblichiamo di seguito l’omelia pronunciata dall’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, nel quartiere Gallaratese di Milano, presso la Parrocchia dei Santi Martiri Anauniensi, per la Messa della solennità del Corpus Domini. 

***

1. Il gesto che insieme abbiamo compiuto evoca il più semplice e fondamentale mistero umano: il mistero del nostro esistere come un viaggio che a nessuno è dato di disertare. Nella fede che si manifesta nel gesto pubblico della processione l’ansia e talora l’angoscia che deriva dal non conoscere la meta, o addirittura dal negarla, è vinta. Non solo sappiamo dove – o meglio da Chi – andiamo, ma abbiamo il viatico per il nostro cammino.

2. «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Lettura introduttiva della Processione, Mt 28,20). Questo versetto del Vangelo, che ha dato il titolo alla nostra Processione, ben sintetizza il senso dell’Eucaristia e della Chiesa: la contemporaneità di Cristo alla vita dell’uomo. In Gesù, infatti, Dio si fa vicino a noi e resta con noi per sempre. Nella celebrazione eucaristica cui si connette la preziosa pratica dell’Adorazione riceviamo il dono della presenza reale e stabile di Gesù lungo la storia della famiglia umana. L’amore di Dio in Cristo Gesù ci precede e ci aspetta sempre, come non si stanca di ripetere Papa Francesco.

3. «Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: “Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare”. Ma egli rispose loro: “Voi stessi date loro da mangiare”» (Lettura conclusiva della Processione, Mc 6, 35-37).

Oltre all’interpretazione più consueta di queste parole di Gesù, in cui voi stessi è visto come soggetto, ce n’è un’altra ben più profonda e radicale, in cui voi stessi è l’oggetto del verbo dare. Ad essa fa riferimento la Sacramentum caritatis, l’Esortazione Apostolica sull’Eucaristia: «Davvero la vocazione di ciascuno di noi è quella di essere, insieme a Gesù, pane spezzato per la vita del mondo» (Benedetto XVI, Sacramentum caritatis 88). Gesù ci coinvolge nel dinamismo della sua donazione. Il senso compiuto della nostra esistenza è costituito dal dono totale di noi stessi.

4. «Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane» (Processione, II Parte, 1Cor 10,17). Dall’Eucarestia ha origine la comunione. Il popolo di Dio, qui generato e rigenerato, è chiamato a rendersi visibile e incontrabile. Lo ricorda l’insegnamento del Concilio Vaticano II che abbiamo ascoltato lungo la processione: «I fedeli… cibandosi del Corpo di Cristo nella santa assemblea, mostrano concretamente l’unità del popolo di Dio che da questo augustissimo sacramento è felicemente espressa e mirabilmente prodotta» (II Parte, Lumen Gentium, n. 11).

5. Segno espressivo dell’unità generata dalla partecipazione all’unico Pane di Vita che è Cristo è la condivisione della vita con tutti e in particolare con i più poveri. Il Papa ci ha ricordato che «la povertà, per noi cristiani, non è una categoria sociologica o filosofica o culturale: no, è una categoria teologale… Direi, forse la prima categoria, perché quel Dio, il Figlio di Dio, si è abbassato, si è fatto povero per camminare con noi sulla strada. E questa è la nostra povertà: la povertà della carne di Cristo, la povertà che ci ha portato il Figlio di Dio con la sua Incarnazione. Una Chiesa povera per i poveri incomincia con l’andare verso la carne di Cristo[presente nell’Eucaristia]. Se noi andiamo verso la carne di Cristo, incominciamo a capire qualcosa, a capire che cosa sia questa povertà, la povertà del Signore» (Papa Francesco, Dialogo alla Veglia di Pentecoste, 18 maggio 2013).

Abbiamo scelto di fare la processione in questo importante quartiere di Milano per far memoria del Beato Giovanni Paolo II che qui celebrò la Messa conclusiva del XX Congresso eucaristico nazionale. Come sappiamo era presente un’altra Beata, Madre Teresa di Calcutta. Da quel momento il Gallaratese ha subìto un imponente sviluppo anche grazie all’azione delle sue parrocchie: da agglomerato è diventato quartiere vitale. Chiediamo a Gesù Sacramentato che dalla processione di questa sera scaturisca per il quartiere e per tutta la Diocesi l’assunzione consapevole del compito indicato dalla proposta pastorale “Il campo è il mondo. Vie da percorrere all’incontro degli uomini”. Prenderà avvio il 9 settembre prossimo e ci vedrà impegnati nell’annuncio di Cristo Evangelo dell’umano. Cosa significa Evangelo dell’umano? Lo ricordò molto bene il Beato Giovanni Paolo II nell’omelia qui pronunciata quel 22 maggio del 1983: «Nell’Eucaristia viene iscritto ciò che di più profondo ha la vita di ogni uomo: la vita del padre, della madre, del bambino e dell’anziano, del ragazzo e della ragazza, del professore e dello studente, dell’agricoltore e dell’operaio, dell’uomo colto e dell’uomo semplice, della religiosa e del sacerdote. Di ciascuno senza eccezioni. Ecco, la vita dell’uomo viene inscritta, mediante l’Eucaristia, nel mistero del Dio vivente».

6. «Ecce panis Angelorum factus cibus viatorum» (Canto finale Lauda Sion). Domani concluderemo il mese che il popolo cristiano dedica a Maria, donna eucaristica e Chiesa immacolata. Chiediamo alla Vergine, Regina della pace, e ai martiri della Valle di Non che ieri abbiamo celebrato, di custodirci in questo cammino: affidiamo loro tutte le aspirazioni, i desideri, i bisogni, le sofferenze che premono sul cuore nostro e di tutti i fratelli uomini. Amen.

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ZENIT Staff

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