In Francia non c'è più diritto di manifestare

Nel paese dei diritti umani, dei lumi e della libertà, le forze di polizia arrestano e spaventano giovani che manifestano pacificamente per la famiglia naturale

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Hollande è riuscito a dividere la Francia. Ci sono quelli che lo sostengono e quelli che sono stufi di vedere come sta mal governando il paese. Hollande sta facendo crollare la Francia nell’austerità e nel disordine morale.

Non stiamo parlando della guerra fra la destra e la sinistra, tipo Don Camillo e Peppone, no! Sono sempre di più coloro che si pentono di averlo votato. Nei blog in rete su Faceboook, aumentano le persone che scrivono: «Sono uno stupido, ho votato per Hollande».

Fra i disillusi, molti hanno partecipato almeno tre volte alle grandi marce organizzate dalla Manif pour tous, la «manifestazione per tutti», una espressione nata per opporsi al matrimonio omosessuale e all’adozione di bambini da parte di coppie gay.

C’è stato un tentativo da parte dei mass media più potenti di ghettizzare i manifestanti come espressione dei cattolici integralisti, in realtà, alle manifestazioni hanno partecipato esponenti della religione musulmana, dei giudei, dei protestanti, e pure persone omosessuali. Perché si può essere omosessuali, e rifiutare la legge che autorizza il matrimonio e l’adozione!

L’approvazione di questa legge sta stravolgendo la società. Un bambino vedrà nella sua scheda civile che è “nato da Roberto e Filippo”. Come se fosse possibile nascere da due uomini. E tutti gli articoli del codice civile saranno cambiati. Così, sono scomparsi “padre” e “madre”, adesso nei formulari amministrativi si parla di “parenti”, “parente 1” e “parente 2”. In alcune scuole elementari, non è stata celebrata la festa della mamma, nè quella del papà, ma la festa dei “padri”, per non ferire le famiglie gay.

Una umorista francese, il cui nome di scena è Frigide Barjot, ha partecipato alla manifestazioni ed ha dichiarato: «Il nostro movimento è pacifico, e riesce ad unire gente di tutti orizzonti, di tutte le parti politiche, di tutte religioni».

In effetti, così è stato e così è. Ma i media più potenti non l’hanno voluta ascoltare. Al contrario hanno mostrato solo pezzi parziali delle Manif pour tous, scegliendo immagini dove si vedevano solo gruppi integralisti, che pure hanno partecipato.

Per tre volte, in meno di sei mesi, i Francesi sono andati a Pargi per marciare nelle strade. Intere domeniche in cui i cittadini hanno rinunciato al riposo per gridare contro l’ingiustizia di questa legge. C’eranno quelli che volevano una «unione civile» senza l’adozione. Altri che volevano un Referendum, altri ancora che dicevano che quanto richiesto dai gay è già previsto nella legge conosciuta come Pacs (patto civile di solidarietà).

Gli esponenti della lobby gay non hanno accettato la discussione e anzi hanno insultato i manifestanti definendoli «fascisti», «gente chiusa di mente», «papisti», «stupidi cattolici». La lobby gay ha cercato di organizzare anche contromanifestazioni con persone travestite da vescovo, da prete, in maniera sempre più esplicita. Di fronte alla volgarità e violenza di tali manifestazioni molti si sono preoccupati, ed hanno domandato: “Lasceresti i bambini nella mani di gente così?”.

Sotto la neve la prima volta, sotto la pioggia la seconda, un milione di persone ha comunque manifestato per difendere la famiglia naturale ed i figli.

La Prefettura ha fatto carte false per non riconoscere che c’erano un milione di persone a manifestare. Le foto prese dall’elicottero non sono mai state rese accessibili ai media. Le uniche foto che la Prefettura ha accettato di mostrare erano sei, così piccole che non si potevano ingrandire per contare i manifestanti.

Il filmato originale delle manifestazioni è rimasto chiuso a chiave, e nessuno potrà mai sapere, se erano 300.000, come riferisce la Prefettura, o se erano un milione, come dicono gli organizzatori.

Un giornalista ha girato un video con cui ha dimostrato che le foto fornite dalla Prefettura erano state modificate. Ha mostrato il programma utilizzato e fatto vedere come riducendo le foto si possono far sparire gruppi di gente, pezzi di monumenti e palazzi.

Il giornalista che ha svelato le tecniche di manipolazione delle foto, ha ricevuto minaccie da parte del suo capo, e, per non perdere il lavoro, ha dovuto chiedere pubblicamente scusa e dire che si era sbagliato, che non si doveva parlare più di questo suo video e via dicendo.

Le frequenti menzogne, la volontà dello Stato di nascondere la verità, di non tener conto del parere della gente che ha manifestato, il rifiuto di ascoltare le ragioni dei manifestanti ha fatto infuriare la gente. Sono nati movimenti di protesta pacifica, all’inizio piccoli e sparsi, ma poi sono cresciuti velocemente.

In poche settimane, «Les Veilleurs» (le Sentinelle) con la loro piccola luce, in silenzio, seduti pacificamente, cantando un inno scout chiamato «l’Espérance» (La speranza) e ascoltando testi di grandi autori, si sono moltiplicati. I 20 giovani che facevano il sit-in di protesta, sono diventati rapidamente 100, 200, 500, per poi diffondersi in tutte le piazze del paese.

L’ira dei manifestanti che poteva diventare aggressiva contro le forze di polizia, è stata calmata dalla forza silenziosa di questi giovani. Con la manifestazione pacifica, in cui si mescolano preghiere e cultura, tutti hanno compreso che questo era il modo più efficace per protestare contro la legge.

Dopo i giovani, hanno cominciato le mamme a fare «Les Veilleurs». Gruppi di sei mamme, giovani e anziane, giorno e notte, durante tutta la settimana, facendo i turni con i figli. Perché alla fine, l’unico argomento su cui sono tutti d’accordo è di non permettere l’adozione di bambini e bambine a coppie gay. E’ un diritto fondamentale di ogni bambino poter conoscere la sua mamma ed il suo papà.

Come si fa a spiegare ad un bambino adotatto da una coppia gay, o “prodotto su commissione”, che è nato da un “ventre materno” che l’ha portato per nove mesi per poi darlo via, alla fine, ad una coppia di uomini? E qualcuno sostiene pure che questo non avrà nessun effetto sulla vita e identità sessuale di quel bambino…

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Stéphanie Lemoine

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