Il Papa propone il digiuno come mezzo per saziare la fame di Dio

Nel Messaggio per la Quaresima 2009

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 3 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Il valore e il senso del digiuno come “arma spirituale” sono la proposta di Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Quaresima 2009, presentato questo martedì nel corso di una conferenza stampa nella Santa Sede.

“Possiamo domandarci quale valore e quale senso abbia per noi cristiani il privarci di un qualcosa che sarebbe in se stesso buono e utile per il nostro sostentamento”, afferma il Papa nel testo.

Per questo, nella sua proposta per il periodo quaresimale, che inizierà il 25 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, e durerà fino al 5 aprile, Domenica delle Palme, si sofferma ad analizzare il senso che ha avuto questa pratica sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento.

La visione cristiana

Il Pontefice mostra come Gesù parli del vero digiuno, che consiste nel “compiere la volontà del Padre celeste”.

Egli stesso, osserva, ne dà l’esempio rispondendo a satana, al termine dei 40 giorni passati nel deserto, che “non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.

In questo modo, il Papa spiega che il vero digiuno “è dunque finalizzato a mangiare il ‘vero cibo’, che è fare la volontà del Padre”.

“Con il digiuno il credente intende sottomettersi umilmente a Dio, confidando nella sua bontà e misericordia”, sottolinea.

La svalutazione del digiuno

Al giorno d’oggi, constata Benedetto XVI, il digiuno “pare aver perso un po’ della sua valenza spirituale”, perché spesso si riduce a una “misura terapeutica per la cura del proprio corpo”.

La pratica del digiuno, segnala, contribuisce a “conferire unità alla persona, corpo ed anima, aiutandola ad evitare il peccato e a crescere nell’intimità con il Signore”.

“Privarsi del cibo materiale che nutre il corpo facilita un’interiore disposizione ad ascoltare Cristo e a nutrirsi della sua parola di salvezza”, e con il digiuno e la preghiera “permettiamo a Lui di venire a saziare la fame più profonda che sperimentiamo nel nostro intimo: la fame e sete di Dio.”.

Il Santo Padre sottolinea anche il significato sociale del digiuno, affermando che “ci aiuta a prendere coscienza della situazione in cui vivono tanti nostri fratelli”.

Per questo, esorta le parrocchie “ad intensificare in Quaresima la pratica del digiuno personale e comunitario, coltivando altresì l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera e l’elemosina”.

Tale pratica, assicura, è “un’arma spirituale per lottare contro ogni eventuale attaccamento disordinato a noi stessi”.

Allo stesso modo, “aiuta il discepolo di Cristo a controllare gli appetiti della natura indebolita dalla colpa d’origine, i cui effetti negativi investono l’intera personalità umana”.

In definitiva, grazie al digiuno, per il Pontefice la Quaresima è il tempo ideale “per allontanare tutto ciò che distrae lo spirito e per intensificare ciò che nutre l’anima aprendola all’amore di Dio e del prossimo”.

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ZENIT Staff

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