"Il mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù"

Lettera pastorale di monsignor Vincenzo Bertolone ai fedeli della Diocesi di Catanzaro-Squillace

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

“Consacrare particolarmente a Dio, nel Cuore di Cristo, terra e mari, albe e tramonti, bellezza incomparabile delle chiese e splendore dei campi lavorati dalle mani umane di questa nostra terra calabrese”: nella sua lettera pastorale “Il Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù”, Mons. Bertolone ricorda l’atto col quale i vescovi calabresi consacrarono tutta la Calabria al Sacro Cuore di Gesù il 6 febbraio del 2012, per dare inizio ad una “storia nuova” delle Chiese calabresi e della Regione Calabria, una storia fatta di “nuova evangelizzazione e di vera comunione”. Oggi, con questa lettera, l’Arcivescovo vuole“annunciare speranza nelle ricorrenti tentazioni disperanti, di fronte alla famiglie stremate dalla nostra attuale situazione economica e sociale: “Caccia la malinconia dal tuo cuore!” (Qo 11,10), dobbiamo ripetere col sapiente biblico, che si rivolgeva a tutta l’assemblea di Dio. Prendi atto che il cuore di Dio freme di compassione per te! (cfr. Osea, 11).”

Il messaggio della lettera, ricca di riferimenti biblici, contiene sì l’aspetto devozionale, presente nella bella appendice dedicata alla preghiera e litanie, ma è ben più profondo perché non rimane ad un livello puramente noetico: il Cuore di Gesù non è semplicemente un esempio morale da emulare. Secondo mons. Bertolone, bisogna piuttosto andare oltre giungendo ad un livello ontologico: in virtù di questo incontro con il Cuore di Cristo, il cristiano, cioè, deve cercare di rendere il suo cuore – in quanto simbolo reale di quello che vi è in lui di più interiore – nell’essere e nell’agire, conforme al Cuore di Gesù. Conforme cioè aquell’Amore di Dio, che è di per sé diffusivo, trabocca dal cuore del Figlio di Dio al cuore della Madre di Dio, accanto al quale si formò, nel corso dei nove mesi di gravidanza, il cuore umano del Verbo Incarnato, venuto tra noi per amore, soltanto per amore, perché fossimo salvi, cioè di nuovo capaci di amore profondo verso Dio e verso gli altri, avendo come misura l’amore stesso del cuore di Cristo: ‘Come io ho amato voi, così amatevi’ (Gv 13,34)”.

Quest’amore del Cuore ci richiama quella meravigliosa parola pronunciata da Papa Francesco che è “tenerezza” e tutta la teologia che racchiude:la tenerezza di Gesù come dolcezza e umiltà di cuore, per passare da un cuore di pietra ad un cuore di carne, per vivere Il Vangelo come “ethos del cuore”. Essere testimoni della tenerezza di Dio come fa il Papa, sottolinea Bertolone:

“Papa Francesco, formatosi all’esperienza degli Esercizi spirituali ignaziani ed alla ricca spiritualità esperienziale della Compagnia di Gesù – che egli ha voluto esplicitamente richiamare anche nel suo stemma – non può che nutrire, e invitarci a fare altrettanto, una particolare predilezione per la devozione al sacro Cuore di Gesù”.

Notiamo che in questa direzione vi sono stati decisi contributi del «genio femminile»: basterebbe ricordare santa Geltrude di Helfta († 1301/2), santa Margherita M. Alacoque († 1690), la beata Caterina Volpicelli († Napoli 1894), santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo († 1897), santa Maria Faustina Kowalska († 1938) e soprattutto Maria, che unita in modo unico al Cuore di Cristo – «serbava tutte queste cose [parole-eventi del suo Figlio] meditandole nel suo cuore» (Lc 2, 19).

La devozione al Sacro Cuore è anche un richiamo di carattere sociale, un richiamo cioè a concepire l’autorità politica come modello di servizio e di sacrificio in cui gli elementi della donazione, dell’oblazione e dell’amore diventino fondamentali nell’esercizio di tale autorità. Insomma, il modello di ogni autorità politica deve essere la regalità di Cristo e del suo amore immenso per ogni uomo. Bertolone ricorda infatti che:

“Il papa Benedetto XV, nel gennaio 1918, rilanciando, anche in vista della canonizzazione della beata Alacoque, questa devozione al Cuore di Gesù come teologicamente corretta, la additava come un segno della instaurazione del “regno sociale di Cristo”, quasi offrendo un riscontro pastorale ante litteram a quelle che oggi denominiamo le esigenze sociali della dottrina cristiana. Un dato, questo della dottrina sociale della Chiesa, applicabile ancor oggi alla situazione attuale, nel momento in cui, in più parti del mondo e dell’Europa, vanno prendendo piede legislazioni che minano alla radice l’istituzione matrimoniale tra un uomo e una donna, equiparando ad essa altre forme di vita e di convivenza. Per non dire, poi, delle preoccupazioni suscitate da alcuni orientamenti che cominciano a tollerare interventi selettivi precoci sugli embrioni umani, o ne teorizzano la distruggibilità, di fatto de-privando la sacralità della vita nascente, fino a ridurla ad una sorta di “progettazione biotecnologica”, del tutto slegata dal contesto d’amore familiare in cui, invece, le nuove vite umane devono essere pensate, desiderate, gestite ed educate.

In questo clima speciale dell’Anno della fede stiamo cercando di aprire, anzi di spalancare, la porta della fede non soltanto ai cuori dei credenti, ma anche di chi non crede o crede diversamente da noi, come state percependo, qui in diocesi, anche attraverso le iniziative che abbiamo denominato “Il Cortile dei gentili”, gettando ponti per il confronto e il dialogo con tutte le posizioni e tutte le culture”.

Non è da tralasciare la ricchezza ecumenica nel Cuore di Gesù: L’Oriente è molto attento al tema del «cuore», del suo raccoglimento, della sua purificazione, ed ha sviluppato la «preghiera del cuore» (detta anche preghiera di/a Gesù), resa popolare dai Racconti di un pellegrino russo. Sottolinea mons. Bertolone:

“In questo mese di giugno,si possa ritrovare, insieme, il simbolo e l’obiettivo dell’unità possibile di tutto il genere umano. È uno degli auspici del nostro Catechismo diocesano, descritto nei termini seguenti: «La missione della Chiesa consiste nell’annunciare sempre di nuovo il messaggio di amore di Gesù, nel far nascere il Regno di Dio nel cuore di ogni persona, nel lodare Dio e nel rinnovare nel bene tutto il mondo». Ricavo dalla tradizionale devozione al sacro Cuore di Gesù: rilancio diffuso della vita sacramentale; pratica del colloquio spirituale “cuore a cuore” con Cristo, soprattutto adorandolo sotto le specie del pane e del vino; riscoperta delle opere di dedizione e di carità a vantaggio dei poveri e degli ultimi. il cuore di Gesù pulsa in maniera prediletta per i poveri e per gli ultimi, «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8), ci ripete la beatitudine evangelica, da associare immediatamente all’altra: «Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3). Lo faremo, guardando particolarmente, a quelle braccia sul petto, quasi in forma di croce, con cui si mostrò, ai primi soccorritori, il da poco beato don Pino Puglisi, martire cristiano assassinato dalla mafia palermitana “in odio alla fede”: un prete antico e nuovo, al servizio delle famiglie cristiane, per praticare uno stile evangelico che gridava vendetta contro ogni tentazione e atteggiamento mafiosi.”

E’ stato detto che «L’uomo della Chiesa o sarà un misticoo non sarà più cristiano»: lo sarà se comprenderà l’amore del Cuore di Gesù,in maniera genuina, nuova e più radicale, sulla scia di questa bella lettera di mons. Bertolone. 

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Anna Rotundo

Anna Rotundo (Catanzaro) è laureata in scienza religiose: insegna religione nelle scuole secondarie, è componente del comitato di redazione del giornale diocesano Comunità Nuova" e di diverse altre riviste. Si occupa, tra l'altro, di cultura, diritti umani e diritti delle donne."

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione