Emergenza educativa e sanità al centro della riflessione della CEI

Monsignor Betori illustra la strategia dei Vescovi per dare slancio all’Italia

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di Antonio Gaspari

ROMA, mercoledì, 19 marzo 2008 (Zenit.org).- Il Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), riunito a Roma per la sua sessione primaverile, dal 10 al 13 marzo, ha indicato nell’emergenza educativa e nella sanità le questioni che devono essere affrontate per “dare slancio all’Italia”.

Nel corso della conferenza stampa per la presentazione del comunicato finale, monsignor Giuseppe Betori, Segretario generale della CEI, ha spiegato che di fronte all’emergenza educativa “lungi dal cedere alla tentazione della sfiducia, i Vescovi hanno condiviso la convinzione che anche oggi sia possibile educare”.

“Per questo – ha aggiunto – , hanno confermato la scelta dell’evangelizzazione e dell’educazione dei giovani alla fede come argomento principale dell’Assemblea Generale dei Vescovi italiani, che si terrà a Roma dal 26 al 30 maggio prossimi”.

Esprimendo poi un punto di vista “a carattere strettamente personale”, Betori ha affermato che “l’assenza del tema della scuola, e in genere di tutto il tema della formazione, nel dibattito pre-elettorale è uno degli aspetti più preoccupanti dello scadimento di un certo confronto politico”.

Il presule ha rivelato che “è forte la preoccupazione dei Vescovi circa la crisi educativa”.

Tra le misure suggerite dalla CEI, ha precisato monsignor Betori, c’è l’inserimento della religione cattolica “nella scuola come momento non estraneo ad essa, ma sempre più interagente con tutte le altre discipline”.

I Vescovi auspicano un “rafforzamento della presenza dei cattolici nella scuola pubblica”, attraverso le “diverse forme aggregative” delle famiglie, degli alunni e degli insegnanti, e “la presenza negli organismi di partecipazione”, per “condividere con tutti la visione di un’antropologia, come quella cristiana, razionalmente fondata”.

Sempre in merito alla crisi educativa, monsignor Betori ha sottolineato “la ricerca di uno spazio specifico per le scuole di ispirazione cristiana”, che possono “portare un contributo in una società sempre più, inevitabilmente, pluralistica, anche dal punto di vista educativo”.

Circa la tutela della salute, il comunicato finale della CEI rileva che “a nessuno sfugge la necessità e l’importanza del ruolo svolto dalle istituzioni sanitarie e socio-sanitarie cattoliche nell’opera di evangelizzazione e di cura pastorale”.

Il Segretario generale della CEI ha ribadito che “secondo i principi di solidarietà e di sussidiarietà” la sanità cattolica costituisce “uno speciale contributo della Chiesa al bene del Paese” e “un segno profetico e uno strumento efficace di partecipazione alla redenzione del mondo e della malattia”.

Monsignor Betori ha quindi precisato che tale bene è messo in discussione dalle “difficoltà di ordine economico legate non solo alla difficile congiuntura, ma anche a una perdurante diffidenza verso le strutture ecclesiastiche, di cui si misconosce talora la produttività e la qualità dei servizi erogati”.

In questo contesto pesano anche la carenza di vocazioni negli istituti religiosi, l’esiguità delle risorse finanziarie e una certa ritrosia a promuovere forme di collaborazione reciproca e di coinvolgimento delle Chiese particolari.

Dai lavori del Consiglio Permanente è emersa la convinzione che la sanità costituisca un tema di scottante attualità, destinato a condizionare in futuro anche le scelte politiche.

“Occorre pertanto farsi carico del problema – ha concluso monsignor Betori – ribadendone la centralità tra le opzioni pastorali della Chiesa italiana e avendo ben presente che ogni soluzione concreta sottende una visione più complessiva della persona e della società, in cui occorre dare concretamente spazio al principio di sussidiarietà”.

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ZENIT Staff

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