Cardinal Bertone: la vita di Chiara Lubich, "un canto all'amore di Dio"

Celebrato a Roma il funerale della fondatrice dei Focolari

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di Roberta Sciamplicotti

ROMA, martedì, 18 marzo 2008 (ZENIT.org).- “Un canto all’amore di Dio”: così il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, ha definito la vita di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, morta il 14 marzo all’età di 88 anni.

Nell’omelia della cerimonia funebre che ha presieduto questo martedì nella Basilica romana di San Paolo fuori le Mura, il Cardinale ha ricordato l'”ardente desiderio dell’incontro con Cristo” che ha segnato tutta l’esistenza della Lubich, “ed ancor più intensamente gli ultimi mesi e giorni provati dall’aggravarsi del male che l’ha spogliata di ogni energia fisica, in una graduale ascesa del Calvario culminata nel dolce ritorno nel seno del Padre”.

“Ora tutto è veramente compiuto – ha affermato il Segretario di Stato -: il sogno degli inizi si è fatto verità, l’anelito appassionato è appagato. Chiara incontra Colui che ha amato senza vedere e, piena di gioia, può esclamare: ‘Sì, il mio redentore è vivo!'”.

“La vita di Chiara Lubich è un canto all’amore di Dio, a Dio che è Amore”, ha ricordato.

“Non c’è altra via per conoscere Dio e per dare senso e valore all’umana esistenza. Solo l’Amore, l’Amore divino ci rende capaci di ‘generare’ amore, di amare persino i nemici. Questa è la novità cristiana, qui sta tutto il Vangelo”.

“Come vivere l’Amore?”, ha chiesto il porporato.

Dopo l’Ultima Cena, Gesù prega “perché tutti siano una sola cosa”; “è dunque la preghiera di Cristo a sorreggere il cammino dei suoi amici di ogni epoca”, ha risposto.

“E’ il suo Spirito a suscitare nella Chiesa testimoni di Vangelo vivo; è ancora Lui, il Dio vivente, a guidarci nelle ore della tristezza e del dubbio, della difficoltà e del dolore. Chi si affida a Lui nulla teme, né la fatica della traversata di mari tempestosi, né gli ostacoli e le avversità di ogni genere. Chi costruisce la sua casa su Cristo, costruisce sulla roccia dell’Amore che tutto sopporta, tutto supera, tutto vince”.

La fondatrice del Movimento dei Focolari, “con stile silenzioso ed umile”, non ha creato “istituzioni di assistenza e di promozione umana”, ma si è dedicata “ad accendere il fuoco dell’amore di Dio nei cuori”.

“Suscita persone che siano esse stesse amore, che vivano il carisma dell’unità e della comunione con Dio e con il prossimo; persone che diffondano ‘l’amore – unità’ facendo di se stessi, delle loro case, del loro lavoro un ‘focolare’ dove ardendo l’amore diventa contagioso e incendia quanto sta accanto”.

Questa missione, ha osservato il Cardinale, è possibile a tutti perché il Vangelo “è alla portata di ognuno”.

“La preziosissima chiave per entrare nel Vangelo”, per Chiara, era la Madonna, ed è proprio a Maria che decise di affidare la sua opera, chiamandola appunto Opera di Maria. “Rimarrà sulla terra come altra Maria – affermò -: tutto Vangelo, nient’altro che Vangelo e, poiché Vangelo, non morirà”.

Il porporato ha concluso la sua omelia ringraziando il Signore per la testimonianza di Chiara Lubich, “per le sue intuizioni profetiche che hanno preceduto e preparato i grandi mutamenti della storia e gli eventi straordinari che ha vissuto la Chiesa nel secolo XX”.

Il Cardinal Bertone ha anche ricordato la “coraggiosa apertura ecumenica e la ricerca del dialogo con le religioni” del Movimento dei Focolari.

Papa Giovanni Paolo II, in occasione del 60° anniversario della nascita del Movimento, in una lettera a Chiara definì infatti le focolarine e i focolarini “apostoli del dialogo” come via privilegiata per promuovere l’unità: dialogo all’interno della Chiesa cattolica, dialogo ecumenico, dialogo interreligioso, dialogo con i non credenti.

La preziosa opera di promozione del dialogo svolta da Chiara Lubich è stata testimoniata dalle tante realtà presenti al suo funerale, al quale hanno partecipato anche decine di migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo.

Erano infatti presenti il rev. Martin Robra, del Consiglio Ecumenico delle Chiese; il metropolita Gennadios Zervos, della Chiesa ortodossa; il Vescovo della Chiesa luterana Christian Krause; Christophe d’Aloisio, ortodosso (Syndesmos); Werner Hubner, luterano (Cvjm – Ymca, Monaco), Gerhard Pross, luterano (Convegno dei Responsabili di movimenti e comunità evangeliche della Germania).

Hanno inoltre partecipato Lisa Palmieri, rappresentante in Italia e presso la Santa Sede dell’American Jewish Committee e vice-presidente del WCRP Europa; l’Imam El Pasha della Moschea di Harlem (USA); il direttore del Centro Islamico culturale di Roma Dr. Redouane; il Presidente della comunità Islamica di Firenze, l’Imam Elzir Ezzedine; l’Imam della Moschea di Perugia, Abel Qader.

Il mondo buddista è stato rappresentato dal Presidente del Consiglio Direttivo della Rissho Kosei Kai, Watanabe Yasutaka, capo-delegazione del Movimento laico giapponese, e dal monaco tailandese buddista Phara-Maha Thongratana.

Tra i rappresentanti di movimenti e nuove comunità, i fondatori Andrea Riccardi (Comunità di Sant’Egidio), Ernesto Olivero (Sermig), p. Laurent Fabre (Chemin Neuf), e i presidenti don Julián Carrón, (CL), Salvatore Martinez (Rinnovamento nello Spirito) e don Luis Fide Suarez Puerto (Mondo Migliore).

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ZENIT Staff

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