E Papa Francesco "prende possesso" dello IOR…

Il Pontefice ha istituito una Pontificia Commissione Referente per avere maggiore controllo e trasparenza sulle attività della banca vaticana

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Una manovra sullo IOR era una delle mosse che più di qualcuno pretendeva (o comunque si aspettava e sperava) da Papa Francesco. Colpisce quindi, ma fino a un certo punto, la notizia di oggi dell’istituzione da parte del Pontefice in persona di una Pontificia Commissione Referente sull’Istituto per le Opere di Religione, in modo da garantire un maggiore controllo sulle sue attività.

Più nello specifico, nel Chirografo pubblicato oggi, datato 24 giugno, si legge: “L’opportunità di stabilire una Commissione Referente è sorta dal desiderio del Santo Padre di conoscere meglio la posizione giuridica e le attività dell’Istituto per consentire una migliore armonizzazione del medesimo con la missione della Chiesa universale e della Sede Apostolica”.

Il team – che ha cominciato il proprio “lavoro” in questi giorni – è presieduto dal cardinale Raffaele Farina, prefetto emerito della Biblioteca Vaticana. A comporlo, cinque membri: mons. Juan Ignacio Arrieta nel ruolo di coordinatore;mons. Peter Bryan Wells come segretario e la professoressa Mary Ann Glendon, presidente della Pontificia Accademia della Scienze Sociali. Infine, il card. Jean Louis Tauran, un punto di vantaggio per la squadra, in quanto già membro della Commissione Cardinalizia di Vigilanza dell’Istituto, capace quindi di fornire “un quadro ampio e preciso delle attività dello IOR”, come osservava il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.

Il Presidente – rileva il chirografo – “è il rappresentante legale” della Commissione; il coordinatore ha, invece, “poteri ordinari di delegato e agisce nel nome e per conto della Commissione nella raccolta di documenti, dati e informazioni necessari”, i quali saranno custoditi poi dal Segretario che “coadiuva i membri”. A questi cinque potranno aggiungersi altri membri in caso di necessità, così come la Commissione potrà avvalersi di collaboratori esterni.

Come spiegato dal Chirografo, scopo della Commissione è “di raccogliere informazioni sull’andamento dell’Istituto” e di consegnare “gli esiti del proprio lavoro” al Papa, “nonché l’intero suo archivio, in modo tempestivo alla conclusione dei lavori”. Essa non sarà un organo permanente (al nono punto si legge: “Sarà reso noto lo scioglimento della Commissione”), ma piuttosto un organo di consulenza, che si inserisce “nel contesto più generale delle riforme che sia opportuno realizzare da parte delle Istituzioni che danno ausilio alla Sede Apostolica”.

Rimane dunque valida la natura dell’Istituto per le Opere di Religione e il suo modus operandi, secondo le disposizioni del Chirografo eretto, il 1° marzo 1990, dal Beato Giovanni Paolo II. Tranne in caso di diverse indicazioni di Francesco. La decisione del Santo Padre rispecchia pertanto la volontà di vederci sempre più chiaro nel Torrione di Nicolò V, grazie ad un punto di riferimento fisso interno, il quale – ha ribadito Lombardi – non influisce minimamente con le attività dell’Istituto, ma si limita a “riferire” al Papa e “fare le proprie osservazioni”.

Il lavoro della squadra non andrà ad intaccare neanche le prerogative dell’AIF, l’Autorità di Informazione Finanziaria di cui lo IOR resta sempre un ente vigilato. Ciò, tuttavia, non nega la libertà di chiunque di parlare di fronte alla Commissione pontificia. Oltre ad “una felice e produttiva collaborazione tra la Commissione e l’Istituto” – come si augura Papa Francesco nel Chirografo – ai cui organi e personale è richiesta una “sollecita collaborazione”, è necessario infatti un sostegno anche da parte dei diversi supervisori, membri, officiali dei dicasteri della Curia romana e altri enti ad essa collegati. Nonché la collaborazione di altri soggetti, “spontaneamente o su richiesta”.

“Il segreto d’ufficio e le altre eventuali restrizioni” stabilite dall’ordinamento giuridico – si legge poi nel documento – “non inibiscono o limitano l’accesso della Commissione a documenti, dati e informazioni”, salvo per “le norme che tutelano l’autonomia e l’indipendenza delle autorità che svolgono attività di vigilanza”.

Con questa scelta, Papa Francesco compie, dunque, un ennesimo “strappo” alle logiche vaticane. Bisogna ricordare poi che la notizia del documento segue un’altra relativa allo IOR di circa due settimane fa: la nomina di mons. Battista Ricca a nuovo prelato ad interim dell’Istituto. Una nomina pare fatta dal Papa in persona, in virtù della grande fiducia nei confronti del direttore della Domus Sanctae Marthae, ma soprattutto per la volontà del Pontefice di approfondire egli stesso la conoscenza della banca vaticana, prima di fare qualsiasi passo significativo.

Il Chirografo informa infine che è in programma una riforma più ampia delle finanze vaticane. Probabilmente Bergoglio concretizzerà l’invito di Benedetto XVI a far in modo che «anche le attività di natura economica e finanziaria» della Santa Sede siano permeate dai «principi del Vangelo».

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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