Domande importune

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 12,35-37

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Lettura

Con il brano che la Chiesa ci propone oggi nella liturgia della santa Messa, il vangelo di Marco si avvia alla sua conclusione, come anche la vita terrena di Gesù volge ormai al suo epilogo. il Maestro trascorre questi ultimi giorni a Gerusalemme, nel tempio. Sono le ultime occasioni che la gente ha di vedere e sentire Gesù, e accoglierlo come Messia. I suoi discorsi sembrano farsi meno comprensibili…

Meditazione

Alla fine della vita terrena, pochi giorni prima di morire, Gesù si presenta ancora una volta alle persone che lo circondano, che lo hanno seguito. La sua domanda riguarda l’identità del Cristo, che la tradizione degli scribi e dei Farisei collegava al re Davide. In questo modo, la tradizione aveva costruito del Messia atteso un’immagine trionfalistica, guerriera, politica… ma Gesù vuole preparare i suoi a un altro Messia: sottomesso, reso schiavo, non reattivo davanti alla violenza che si abbatte su di lui, in tutto obbediente alla volontà del Padre. Ancora una volta Gesù si presenta anche a noi, che di lui sentiamo parlare fin da quando siamo bambini, e che fin da quando eravamo piccoli conosciamo i racconti della sua vita e delle sue opere. Abbiamo sentito dei martiri e dei santi, abbiamo visto in TV gente morire per la fede in Gesù. E oggi, ancora una volta Gesù si pone dinanzi a noi e ci chiede: chi sono io per te? È questa la domanda che ogni persona si sente porre quando ha conosciuto il messaggio del Signore. Lui, Dio, non obbliga nessuno a seguirlo, nessuno ad amarlo. Sarebbe un controsenso obbligare qualcuno ad amare qualcun altro. Dio vuole il nostro amore, la nostra fiducia. Ma il suo è un invito, non è un obbligo. “Fede” è un’altra espressione per dire “fiducia”. E la fiducia non può essere obbligatoria. E quindi di chi ci fidiamo veramente? Di Gesù?

Preghiera

Prendi, Signore, e ricevi tutta la mia libertà, la memoria, l’intelligenza, la volontà. Prendi, Signore, e ricevi tutto quello che ho e possiedo. Tu me lo hai donato, Signore, a te io lo rendo, a te lo affido. Tutto è tuo, Dio mio: di tutto disponi secondo il tuo volere. Dammi il tuo amore e la tua grazia: questo mi basta. Non ti chiedo altro, Signore, Dio mio (sant’Ignazio di Loyola).

Agire

Fin dalla più giovane età, una volta al mese, san Giovanni XXIII aveva la consuetudine di prepararsi alla morte. Dedicava a questa preparazione una giornata in cui ordinava le sue cose, andava a confessarsi e riceveva la Comunione. Questo per farsi trovare pronto, nel caso che il Signore lo avesse chiamato. Possiamo avere anche noi lo stesso atteggiamento, ponendoci delle brevi domande: ma io, che cosa credo? Di chi mi fido? Su chi faccio affidamento veramente? Nelle mani di chi metto la mia vita? Non dovremmo rimandare all’infinto le risposte a queste domande, ma affrontare con onestà questo tema.

Meditazione del giorno a cura della prof.ssa Alexandra von Teuffenbach, docente di Teologia e Storia della Chiesa, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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