Come si impongono le ceneri?

Il tradizionale rito di inizio Quaresima presenta differenze tra paesi latini ed anglosassoni

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Nella sua consueta rubrica di liturgia, padre Edward McNamara LC, professore di Liturgia e decano di Teologia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, risponde oggi a due domande giunte dal Kenya e dall’Inghilterra.

Durante le Messe del Mercoledì delle Ceneri, le ceneri sono poste sul capo di tutti coloro che tra i presenti si sono fatti avanti per riceverle. Ad una di queste Messe ho notato che ciò che veniva posto su ognuno era un liquido misto di ceneri e acqua. È permesso? E ancora, oltre al sacerdote e alle suore, un laico tra i fedeli della comunità si fece avanti e aiutò nell’imposizione del liquido con le ceneri. Anche questo è corretto?  — D.O., Mombasa (Kenya)

C’è una maniera corretta di imporre le ceneri? Noto che a Roma le ceneri sono sparse sulla sommità del capo delle persone, mentre in altre parti del mondo la cenere è impressa sulle fronti. — M.F., Oxford (Inghilterra)

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Queste ed altre domande simili vengono spesso poste in questo periodo dell’anno. Penso che valga la pena di ripetere alcuni punti, nonostante avessimo già accennato all’argomento in altre occasioni.

Storicamente, l’uso delle ceneri come segno di penitenza è già riscontrabile nel Vecchio Testamento, e anche Gesù parla della necessità per alcuni peccatori di fare penitenza “ravvolti nel cilicio e nella cenere” (Mt 11,21). Tertulliano, i santi Cipriano, Ambrogio, Girolamo, Agostino e molti altri Padri della Chiesa fanno frequente riferimento a questa pratica, specialmente in relazione all’usanza di iniziare un periodo di pubblica penitenza per i peccati gravi.

A parte i relativamente pochi penitenti pubblici, molti altri cristiani devoti si confessavano all’inizio della Quaresima per essere in grado di ricevere quotidianamente la Comunione durante questo periodo, e chiedevano di essere ricoperti di ceneri in segno di umiltà dopo aver ricevuto l’assoluzione. Nell’anno 1091 papa Urbano II raccomandò questa pratica sia al clero sia ai laici. Di conseguenza, il rito della Benedizione e dell’Imposizione delle ceneri divenne comune e acquistò velocemente notevole importanza nella vita liturgica dei fedeli. All’inizio il rito era separato dalla Messa, ma poi fu inserito nella Messa stessa intorno al XII secolo.

Inizialmente, gli uomini ricevevano le ceneri sparse sulla testa, mentre alle donne venivano imposte facendo loro il segno della croce sulla fronte. Questa differenza si spiega probabilmente per il semplice fatto che le donne erano tenute a coprirsi il capo in chiesa.

Riguardo all’aspetto spirituale del rito delle ceneri, la Chiesa offre alcuni utili cenni. Il n° 125 del Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia. Principi e Orientamenti dice:

“125. (…) Il gesto di coprirsi di cenere ha il senso del riconoscere la propria fragilità e mortalità, bisognosa di essere redenta dalla misericordia di Dio. Lungi dall’essere un gesto puramente esteriore, la Chiesa lo ha conservato come simbolo dell’atteggiamento del cuore penitente che ciascun battezzato è chiamato ad assumere nell’itinerario quaresimale. I fedeli, che accorrono numerosi per ricevere le Ceneri, saranno dunque aiutati a percepire il significato interiore implicato in questo gesto, che apre alla conversione e all’impegno del rinnovamento pasquale. (…)”

La  Congregazione per il Culto ha pubblicato nel 1988 una Lettera circolare sulla Preparazione e celebrazione delle Feste Pasquali, la Paschalis sollemnitatis. Riguardo al Mercoledì delle Ceneri il documento dice:

“21. Il mercoledì avanti la I domenica di Quaresima, i fedeli, ricevendo le ceneri, entrano nel tempo destinato alla purificazione dell’anima. Con questo rito penitenziale sorto dalla tradizione biblica e conservato nella consuetudine ecclesiale fino ai nostri giorni, viene indicata la condizione dell’uomo peccatore che confessa esternamente la sua colpa davanti a Dio ed esprime così la volontà di una conversione interiore, nella speranza che il Signore sia misericordioso verso di lui. Attraverso questo stesso segno inizia il cammino di conversione, che raggiungerà la sua meta nella celebrazione del sacramento della penitenza nei giorni prima della Pasqua.

“La benedizione e imposizione delle ceneri si svolge o durante la messa o anche fuori della messa. In tal caso si premette la liturgia della parola e si conclude con la preghiera dei fedeli”.

Tenendo bene a mente questo, possiamo quindi rispondere che, riguardo la modalità di distribuzione delle ceneri, ci sono parecchie usanze autorizzate.

Nella maggior parte dei paesi anglofoni, l’usanza dominante sembra essere che il sacerdote misceli alle ceneri una quantità di acqua benedetta tale da formare una sorta di impasto. Le ceneri vengono poi spalmate sulla fronte, assumendo la forma di una croce. Serve quindi relativamente poca acqua e la miscela non deve essere eccessivamente liquida.

Molti cattolici vedono questa pratica come un segno per mostrare pubblicamente la loro fede e lasciano il segno sulla fronte per l’intero Mercoledì delle Ceneri.

In gran parte dell’Italia e in alcuni altri paesi di lingua neolatina, non viene aggiunta acqua alle ceneri. Le ceneri asciutte vengono invece poste, formando il segno di una croce, sulla testa, facendole cadere sui capelli. Questa modalità ha il vantaggio di cogliere al meglio l’idea delle ceneri come polvere, ma non lascia un segno visibile che possa durare nella giornata, eccezion fatta per chi è calvo. Ci possono poi anche essere altre tradizioni legittimate.

In alcuni luoghi, una recente innovazione è stata l’introduzione di una sorta di timbro, in modo che le ceneri restino letteralmente impresse sulla fronte del fedele. Sono piuttosto dell’opinione che la natura meccanica di questo processo in effetti ci allontani dal senso della cenere che venga imposta sui nostri capi.

La rubrica per l’Imposizione delle ceneri  stabilisce che il sacerdote, al termine, lavi le proprie mani, sottintendendo logicamente che egli abbia avuto contatto fisico con esse, e non abbia semplicemente usato uno stampino.

L’uso di un timbro potrebbe apparire motivato dal desiderio di favorire la durata del segno nell’arco della giornata, nonostante questo sia solo un aspetto casuale, sebbene positivo, di una particolare modalità di imposizione. Il rischio è che questo processo possa distogliere dalla vera essenza del gesto rituale, ovvero l’atto del ricevere delle ceneri come segno di penitenza e conversione personale.  

Rispetto a chi debba imporre le ceneri, il Shorter Book of Blessings prevede un rito per la Benedizione e Imposizione delle ceneri al di fuori della Messa. Al n° 1062 di questo libro si trova la seguente indicazione:

“Questo rito può essere celebrato da un sacerdote o diacono che può essere assistito da ministri laici nella distribuzione delle ceneri. La Benedizione delle ceneri, tuttavia, è riservata al sacerdote o diacono”.

Un ministro laico può anche procedere con una versione leggermente differente del rito dell’imposizione, usando ceneri precedentemente benedette da un sacerdote o da un diacono, per esempio, quando reca le ceneri agli infermi.

Il Messale Romano non fa menzione esplicita dell’uso di ministri laici che assistano nella distribuzione delle ceneri benedette durante la Messa. Credo, comunque, che l’indicazione nel Breviario delle Benedizioni vada applicata anche qualora tale aiuto si renda necessario per mancanza di sacerdoti e diaconi.

[Traduzione dall’inglese a cura di Maria Irene De Maeyer]

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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel c
ampo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

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Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

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