Lettura

In ragione della festa che conclude le celebrazioni del Natale, la Liturgia interrompe la lettura di Marco e ci fa ascoltare il racconto di Luca, l’evangelista che dichiara di aver fatto «ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi sugli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio…». Sono gli “autoptai”, cioè coloro che han visto con i loro occhi. È azzardato pensare che, tra quelli presso i quali Luca ha fatto ricerche, ci sia anche colei che ha portato il Bimbo nel Tempio per offrirlo al Signore?

Meditazione

Per cinque volte risuona in questo brano il riferimento alla “legge del Signore”. La presentazione di Gesù al tempio è obbedienza a quanto Dio ha ordinato circa i primogeniti. Maria e Giuseppe fedelmente la compiono, ma come non vedere che a compierla è il Figlio stesso di Dio nella vera umanità che ha assunto per la salvezza dell’uomo? Nel Tempio lo accolgono due anziani: Simeone – rivestito di abiti sacerdotali dai numerosi artisti che, lungo i secoli, hanno raffigurato l’avvenimento; ma dove Luca dice che fosse sacerdote e che sia stato lui a compiere il rito? – lo prende tra le braccia e canta la gioia di aver veduto con i suoi occhi la salvezza promessa ad Israele; e Anna, che «nel tempio serviva Dio notte e giorno», «parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme». Lo stupore di Maria e di Giuseppe non è la meraviglia di chi ascolta qualcosa di inedito, ma quella di chi riceve conferme impensate di ciò che si sa. Il loro cammino di fede prosegue con queste “carezze” di Dio: già ne avevano ricevute a Betlemme attraverso i pastori che riferivano l’annuncio ascoltato dagli angeli; attraverso il gesto dei Magi che «prostrati adorarono il Bambino, offrendo in dono oro, incenso e mirra». La giovinezza di Maria e di Giuseppe incontra nel tempio di Dio la giovinezza di due anziani. Giovani non si è sulla base dell’età, ma su quella della fede. Sei mesi prima, Maria ne aveva fatto esperienza vedendo ritornare giovane l’anziano sacerdote Zaccarìa. Il ritorno a Nàzaret è cammino di fede che prosegue, per Maria, fino al giorno in cui la spada profetizzata le trafiggerà l’anima; e poi nella Chiesa, fino al giorno in cui sarà assunta in Cielo. Giuseppe lo concluderà prima, ma è lo stesso cammino.

Preghiera

Ci hai insegnato, Figlio di Dio fatto uomo, perché diventassimo in te figli del Padre, che obbedire al Signore è crescere. Sostienici nell’obbedienza della fede, nell’adesione della vita al progetto grande e bello di cui siamo stati fatti partecipi. Noi crediamo in te! Tu accresci la nostra fede.

Agire

Fede è cammino, sviluppo, crescita. Voglio compierlo con passi concreti di obbedienza a Dio nelle circostanze concrete di questa giornata, accolte come strada dell’incontro.

Meditazione a cura di mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it