Bologna: tre martiri verso la beatificazione

I sacerdoti furono assassinati nel 1944, durante l’occupazione nazista

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BOLOGNA, giovedì, 17 novembre 2011 (ZENIT.org) – Si concluderà domenica prossima, 20 novembre, la fase diocesana di beatificazione di tre giovani sacerdoti emiliani, martirizzati durante la Resistenza. Lo riferisce un comunicato dell’Arcidiocesi di Bologna.

La celebrazione sarà presieduta dal card. Carlo Caffarra nella cattedrale di San Petronio a Bologna, alle 16.45. Seguirà la Santa Messa presieduta dal Vicario Generale della diocesi, monsignor Giovanni Silvagni.

Il processo canonico per don Giovanni Fornasini, don Ferdinando Casagrande e don Ubaldo Marchioni è stato avviato ufficialmente il 18 ottobre 1998. Il processo – il cui postulatore è monsignor Alberto Di Chio – passerà adesso all’esame della Santa Sede nel competente dicastero per le Cause dei Santi.

I tre sacerdoti, provenienti dal Seminario diocesano di Bologna, furono inviati dal cardinale Nasalli Rocca, allora arcivescovo di Bologna, ad esercitare il ministero nelle parrocchie vicine.

Don Giovanni, don Ferdinando e don Alberto si ritrovarono uniti nel martirio a distanza di pochi giorni, a cavallo tra il settembre e l’ottobre del 1944 nella cittadina di Montesole.

Profilo dei martiri bolognesi

Giovanni Fornasini nacque a Lizzano in Belvedere il 23 febbraio 1915. Entrato in seminario a Bologna all’età di 16 anni, fu ordinato sacerdote il 28 giugno 1942; nell’agosto dello stesso anno fu nominato arciprete a Sperticano.

Dopo il bombardamento di Bologna, don Fornasini accolse molti sfollati nella sua canonica, girando in lungo e in largo per la diocesi, per soccorrere i feriti.<br>
La sua morte è rimasta un mistero: il corpo senza vita del sacerdote venne trovato poco dopo la fine della guerra presso il cimitero di San Martino. Medaglia d’oro al valor militare, don Giovanni Fornasini è sepolto nella chiesa di Sperticano.

Ferdinando Casagrande nacque a Castelfranco Emilia il 5 novembre 1914. Quinto di sette fratelli, entrò nel Seminario Arcivescovile di Bologna all’età di 12 anni. Ordinato sacerdote nel 1938, assunse subito dopo l’incarico di cappellano a San Martino di Caprara.

Il 1° aprile l’arcivescovo di Bologna nominò don Casagrande nuovo parroco di San Nicolò della Gugliara. Durante la guerra tenne una scuola serale e si prodigò per tutti i suoi parrocchiani, recando loro ogni possibile aiuto spirituale e materiale.

Nel momento più drammatico dei bombardamenti, il sacerdote si era rifugiato con la famiglia in una minuscola abitazione nei pressi del cimitero.

Il 9 ottobre 1944 don Ferdinando uscì dal rifugio e si recò dal comando tedesco per ottenere un nuovo alloggio per non morire di fame: fu l’ultima volta che i familiari lo videro, prima che il suo corpo fosse ritrovato nel maggio 1945 presso la Pozza Rossa.

Le spoglie di don Ferdinando Casagrande riposano nel cimitero di Castelfranco nella tomba di famiglia.

Ubaldo Marchioni nacque a Vimignano nel 1918. Entrato in seminario a 12 anni, fu ordinato nel 1942 assieme a don Fornasini. Dopo il primo incarico come parroco a San Nicolò della Gugliara (dove fu sostituito da don Casagrande), nel 1944 divenne arciprete a San Martino di Caprara.

Quando iniziarono i rastrellamenti dei nazisti e le pressioni dei partigiani, don Ubaldo fu consigliato dall’arcivescovo di allontanarsi dalla propria parrocchia.

Il 29 settembre 1944, il sacerdote si rifugiò nella chiesa di Casaglia dove si fermò in preghiera. Poco dopo i nazisti vi fecero irruzione, uccidendo alcuni fedeli e catturandone altri tra cui don Ubaldo. Dopo aver assistito alla deportazione dei prigionieri all’interno del cimitero, il sacerdote fu riportato in chiesa ed ucciso sulla predella dell’altare maggiore.

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ZENIT Staff

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