di Antonio Gaspari

ROMA, sabato, 5 novembre 2011 (ZENIT.org).- Si è aperto ieri 4 novembre, nella splendida cornice della Chiesa di San Lorenzo a Firenze, il XXXI Convegno nazionale dei Centri di Aiuto alla Vita (CAV).

Come ha ricordato l’Arcivescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, il 12 dicembre del 1975, fu proprio nei pressi di questa Chiesa rinascimentale che venne fondato il primo CAV d’Italia.

Monsignor Angiolo Livi, priore di San Lorenzo, ha narrato che ci fu un gruppo di giovani medici e volontari, tra cui il dott. Ogier e sua moglie che preoccupati dalle campagna a favore dell’aborto, decisero di non scendere in polemica con l’ideologia del tempo, ma vollero dare una testimonianza concreta, aiutando le mamme in difficoltà.

Monsignor Betori ha aggiunto che le circostanze del 1975 erano il “manifestarsi di una cultura della morte”, ed il CAV fu la replica operativa e culturale perché “le difficoltà non si superano sopprimendo la vita, ma superando insieme le difficoltà”.

Da quella prima coraggiosa esperienza di carità fraterna, i CAV si sono moltiplicati in Italia, ed i bambini nati grazie all’amore che i volontari hanno profuso nei confronti delle mamme in difficoltà, ha salvato dall’interruzione di gravidanza oltre 130.000 tra bambini e bambine.

Se è vero che “chi salva una vita salva il mondo intero”, i volontari dei CAV hanno già salvato migliaia di volte la civiltà.

A questo proposito Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita ha spiegato che il tema del convegno nazionale “Nessuna Vita ci è straniera”, si riferisce non solo alle tante mamme immigrate accolte e curate dai CAV, ma soprattutto al principale degli esclusi che è il concepito.

“Quando il figlio è abortito – ha precisato il presidente del MpV – esso è totalmente escluso non da una particolare Nazione ma dall’intera comunità degli uomini, perché respinto dalle frontiere dei viventi, dalla mente, dalla cultura, dal pensiero e dal diritto”.

“Ma l'esperienza dei CAV – ha aggiunto - prova che i confini possono essere superati e che l'integrazione nella società dei figli dell’uomo diventano fattore di gioia, di fiducia, di sviluppo familiare, sociale, persino economico. Amor omnia vincit”.

Giusepe Anzani, vicepresidente del MpV, ha spiegato il significato dell’uguaglianza, dimostrando il legame profondo di questo concetto con la civiltà.

In particolare Anzani ha mostrato come il principio dell’uguaglianza assume dimensioni divine nel cristianesimo che identifica l’uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio.

Marina Casini, ricercatrice di Bioetica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha spiegato e rilevato l’importanza della recente pronuncia della Corte di giustizia Europea, la quale ha riconosciuto il diritto alla Vita fina dal Concepimento.

L’eurodeputata Slovacca Anna Záborská, Presidente dell’intergruppo per la Famiglia, i diritti dei Bambini e la solidarietà con le nuove generazioni del Parlamento Europeo, ha spiegato quanto sia difficile difendere la vita e la famiglia, nel contesto culturale che domina il vecchio continente.

Particolare entusiasmo ha suscitato l’intervento del teologo don Salvatore Vitiello, docente alla Università cattolica del sacro Cuore, il quale ha suggerito che “affinché nelle parrocchie si avverta come centrale il tema della difesa della vita è urgente e necessario che, nei Seminari e nelle Istituzioni accademiche dove i giovani si preparano al sacerdozio, siano inclusi studi bioetici seri, documentati, scientificamente aggiornati ed in sintonia piena con le indicazioni del magistero”.

“Inoltre – ha affermato don Vitiello - ritengo profetica l’istituzione di gruppi di preghiera, specialmente di Adorazione eucaristica, con il coinvolgimento anche dei bambini e delle loro famiglie, a sostegno della vita ed in riparazione degli aborti compiuti. La forza della preghiera è inimmaginabile e può davvero “spostare le montagne”.
<br>In merito all’aborto don Vitiello ha precisato “è un omicidio? Sì! Ma condannare le donne non ha mai salvato alcuna vita! È doveroso ricordare, proprio in quanto cristiani, che l’ultima parola, su tutte le brutture del mondo e della storia, è sempre “Misericordia”! È necessario intensificare, con ogni mezzo, le possibilità di aiuto concreto, sul campo, anche sotto il profilo della formazione, remota, prossima ed immediata alla tutela della vita”.

Ha concluso il prof. Francesco D’Agostino, Presidente onorario del Comitato nazionale per la bioetica, il quale ha ribadito che si può parlare di filosofia, di diritto, di bioetica, ma la testimonianza più efficaecè l’opera dei CAV che concretamente, con un opera amorevole e caritativa quotidiana, salvano centinaia di miglia di vite.

Al Convegno è giunto in serata il telegramma del prof. Giuliano Amato in cui il presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani ha ribadito che “La vita inizia con il concepimento e il bambino concepito è già una creatura che inizia il suo cammino nel mondo. Sono convinto, e non da oggi, che una delle implicazioni di ciò sia il riconoscimento della sua capacità giuridica, che è capacità di essere titolare di diritti tutelabili e tutelati dall'ordinamento già dal concepimento. Così fu un passato e così dovrebbe essere  nella  realtà civile e sociale del nostro tempo”.

-