Benedetto XVI: i volontari del Servizio Civile, "operatori di pace"

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 29 marzo 2009 (ZENIT.org).- Ricevendo questo sabato mattina i giovani volontari del Servizio Civile nazionale italiano, Benedetto XVI li ha definiti “operatori di pace” e si è congratulato con loro per “l’entusiasmo” che li anima e “la generosità” con cui portano a compimento la loro missione.

Il Pontefice ha voluto proporre ai suoi ospiti una riflessione tratta dalla Costituzione Pastorale del Concilio Vaticano II Gaudium et spes, che al n. 78 afferma che “la pace non è stata mai stabilmente raggiunta, ma è da costruirsi continuamente”.

“Quanto reale è questa osservazione! – ha esclamato -. Purtroppo, guerre e violenze non cessano mai, e la ricerca della pace è sempre faticosa”.

“Nuove strade – ha affermato citando i Padri conciliari – converrà cercare partendo dalla riforma degli spiriti, perché possa essere rimosso questo scandalo e al mondo, liberato dall’ansietà che l’opprime, possa essere restituita la vera pace”.

Secondo Benedetto XVI, “l’autentica conversione dei cuori rappresenta la via giusta, la sola che possa condurre ciascuno di noi e l’intera umanità all’auspicata pace”.

“È la via indicata da Gesù: Lui – che è il Re dell’universo – non è venuto a portare la pace nel mondo con un esercito, ma attraverso il rifiuto della violenza”, ha aggiunto.

Questa via, ha indicato, è quella che “hanno seguito e seguono non solo i discepoli di Cristo, ma tanti uomini e donne di buona volontà, testimoni coraggiosi della forza della non violenza”.

Ricordando che la Gaudium et spes diceva che non si può “non lodare coloro che, rinunciando alla violenza nella rivendicazione dei loro diritti, ricorrono a quei mezzi di difesa che sono, del resto, alla portata anche dei più deboli, purché ciò si possa fare senza pregiudizio dei diritti e dei doveri degli altri o della comunità”, il Papa ha affermato che “a questa categoria di operatori di pace” appartengono anche i giovani del Servizio Civile.

“Siate, dunque, sempre e dappertutto strumenti di pace, rigettando con decisione l’egoismo e l’ingiustizia, l’indifferenza e l’odio, per costruire e diffondere con pazienza e perseveranza la giustizia, l’uguaglianza, la libertà, la riconciliazione, l’accoglienza, il perdono in ogni comunità”, li ha esortati.

“Nella varietà degli ambiti delle vostre attività, ciascuno, attraverso questa esperienza di volontariato, può rafforzare la propria sensibilità sociale, conoscere più da vicino i problemi della gente e farsi promotore attivo di una solidarietà concreta”, ha commentato, riconoscendo che “il principale obiettivo del servizio civile nazionale” è “formativo: educare le giovani generazioni a coltivare un senso di attenzione responsabile nei confronti delle persone bisognose e del bene comune”.

“La vita è un mistero d’amore, che tanto più ci appartiene quanto più la doniamo – ha sottolineato -. Anzi, quanto più ci doniamo, cioè facciamo dono di noi stessi, del nostro tempo, delle nostre risorse e qualità per il bene degli altri”.

“Sia sempre questa la logica della vostra vita; non solo adesso che siete giovani, ma anche domani, quando rivestirete – ve lo auguro – ruoli significativi nella società e formerete una famiglia”, ha concluso il Pontefice. “Siate persone pronte a spendersi per gli altri, disposte anche a soffrire per il bene e la giustizia”.

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ZENIT Staff

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