Amare fino alla fine

Al Teatro Argentina di Roma, un evento dedicato ai missionari martiri contemporanei

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di Jose Antonio Varela Vidal

ROMA, venerdì, 30 marzo 2011 (ZENIT.org) – Nel contesto della Giornata commemorativa dei martiri missionari del 24 marzo, la RAI, TV2000 e il Comune di Roma si sono uniti, lunedi 26 marzo, in un evento senza precedenti che ha voluto ricordare il gruppo di cattolici morti per la loro fede in Gesù Cristo e per il servizio alla Chiesa.

Obiettivo dell’incontro era “evitare che la loro testimonianza rimanesse nelle catacombe”, come ha dichiarato a ZENIT il vescovo di Terni, monsignor Vincenzo Paglia.

Nel prestigioso Teatro Argentina di Roma, ci ritroviamo in mezzo a centinaia di religiosi e laici provenienti dalle missioni nei diversi continenti, con cui godiamo di uno spettacolo moderno realizzato con video esclusivi, recitazioni, storie e testimonianze di coloro che avevano conosciuto e vissuto a fianco a questi nuovi martiri.

Per tutti è stato come vedere in prospettiva ciò che può accadere nel momento in cui qualcuno decide di “andare dove nessuno vuole andare e restare dove tutti vogliono andar via”, ovvero in tutti quei territori di persecuzione e tormenti per i cristiani.

E’ seguita, quindi, la storia-testimonianza dei circa cento cristiani e cattolici uccisi in quest’ultimo anno, che si aggiungono ai 26 registrati dalla Chiesa nel 2011.

L’omaggio a questi “caschi blu” della fede, come sono stati definiti, si è incentrato, in particolare su: i sacerdoti Fausto Tentorio (Filippine 2011), Rageed Ganni (Iraq 2007), Andrea Santoro (Turchia 2006), Raffaele Di Bari ( Uganda 2000); le suore Dorothy Stang (Brasile 2005) e Gina Simionato (Burundi 2000) e la volontaria Annalena Toneli (Somalia 2003). Sono stati ricordati anche i 19 laici crocifissi nel Sud del Sudan (2009), il ministro pakistano Shahbaz Bhatti (2011) e l’arcivescovo Oscar Romero (1980).

Monsignor Vincenzo Paglia, postulatore della causa dell’arcivescovo salvadoregno (indossava, infatti, la croce pettorale di Romero), ha dato la sua testimonianza insieme alla sorella di don Santoro e ad altri ospiti. Tutti hanno condiviso l’esperienza di ciò che significa aver conosciuto e vissuto con un martire, che “anche nel momento in cui era consapevole della propria morte imminente, non è mai fuggito”, secondo quanto raccontato da tutti.

Nel breve dialogo con ZENIT, mons. Paglia ha ricordato che le persecuzioni continuano nel mondo, alcune delle quali si concludono sempre con la morte dei cattolici, come è successo in Egitto, Nigeria, India, Pakistan, America Latina e in altri posti dove “il solo fatto di non avere la libertà di esprimere la propria fede è una già sorta di martirio”.

Il vescovo ha avvertito, inoltre, che la persecuzione esiste anche in alcuni paesi occidentali, ma è di natura più sottile e “psicologica”…

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Salvatore Cernuzio]

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ZENIT Staff

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