A Marghera la veglia di preghiera con il Patriarca Moraglia per il mondo del lavoro

Appuntamento sabato 18 maggio, alle ore 20.30, nella chiesa di Gesù Lavoratore

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“Lavoro è vita. Il dono dello Spirito a sostegno del lavoro”: un intreccio singolare e provvidenziale lega quest’anno la veglia diocesana per il mondo del lavoro all’invocazione speciale dello Spirito Santo che la liturgia della Chiesa pone, in pratica, nello stesso momento. L’appuntamento, infatti, si svolgerà la sera di sabato 18 maggio, vigilia di Pentecoste, presso la chiesa parrocchiale di Gesù Lavoratore in via Fratelli Bandiera a Marghera (con inizio alle ore 20.30) alla presenza del Patriarca mons. Francesco Moraglia ed offrirà l’opportunità per chiedere con particolare forza il rinnovato dono dello Spirito Santo sulle persone e sulle realtà del lavoro, spesso così duramente provate – anche nel territorio veneziano – dall’attuale crisi e sempre alla ricerca di speranze e buone prospettive per il futuro. Durante la veglia ci sarà un momento di preghiera e ricordo per le vittime sul lavoro (nella chiesa di Gesù Lavoratore c’è proprio un altare a loro dedicato). Sono previste alcune testimonianze dal mondo del lavoro, con le difficoltà e le fatiche ma anche i segni già presenti di speranza e di costruzione di una città “per l’uomo/ a misura d’uomo”. E poi ci sarà un momento di ascolto della Parola con la riflessione del Patriarca e, infine, l’espressione di alcune intenzioni di preghiera legate al mondo del lavoro.

“Per ripartire con speranza, anche nel mondo del lavoro, dobbiamo cominciare a guardare il bicchiere mezzo pieno – osserva mons. Fabio Longoni, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro che promuove l’iniziativa – con la consapevolezza che, soprattutto in questo territorio veneziano, esistono possibilità di cambiamento e di trasformazioni positive. Il nostro è un territorio particolarissimo e le sue potenzialità sono molto più forti dei punti di debolezza. E c’è la buona volontà, mi pare, da parte delle nostre istituzioni politiche e delle organizzazioni economiche e sociali di remare insieme perché, ormai, si è compreso che bisogna fare insieme e bisogna che vadano in porto finalmente dei nuovi progetti su queste aree”.  “In questo periodo, poi, colpisce molto – aggiunge ancora mons. Longoni – la forza attrattiva e la speranza che sta suscitando, anche in chi si definisce non credente, Papa Francesco e il desiderio di vederlo ed incontrarlo perché c’è bisogno di essere ascoltati e si ha la percezione chiara che quest’uomo è vicino, è con le persone, è un vero referente”.

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ZENIT Staff

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