CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 26 giugno 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo l’intervento pronunciato dal Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Arciprete della Basilica Papale di S. Paolo fuori le Mura, durante l’incontro con i giornalisti tenutosi questo venerdì nella Sala Stampa della Santa Sede, nel quale ha presentato le sue “Considerazioni a chiusura dell’Anno Paolino“.
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Considerazioni al termine dell’Anno Paolino
Giungendo al termine dell’Anno Paolino, più che tracciare un bilancio, che esigerebbe un dettagliato resoconto di dati statistici, desidero volgere uno sguardo di carattere generale sull’Anno Paolino che sta per concludersi, sul suo significato, su vari aspetti del suo sviluppo e sui benefici che ha portato, potendo certamente affermare che il suo esito è stato nel complesso del tutto positivo, persino al di là delle migliori previsioni possibili.
1. Come è nato
Nel 2005, poco dopo la sua elezione al Pontificato, Papa Benedetto XVI ha voluto dare al complesso extraterritoriale di San Paolo un nuovo riordinamento ed una nuova vitalità, secondo un progetto che negli anni precedenti era stato studiato da una apposita Commissione che Giovanni Paolo II mi aveva incaricato di costituire e di presiedere, e le cui conclusioni erano state presentate al Papa ormai morente. Il nuovo Sommo Pontefice, Benedetto XVI, nel prendere conoscenza e nell’approvare il generale progetto di riordinamento, mi ha nominato primo Arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura, dando così il via ad un ampio programma di riorganizzazione e riordinamento di tutto il complesso formato dalla Basilica, dall’Abbazia e da altri enti, e di attuazione di varie iniziative studiate in pieno accordo con l’Abate e con la Comunità Benedettina di San Paolo. Fra l’altro, ho allora proposto al Santo Padre di lanciare la celebrazione di un Anno particolarmente dedicato all’Apostolo delle Genti, di cui fra il 2006 ed il 2010 si sarebbe verificato – secondo gli esperti – il bimillenario della nascita di Saulo, avvenuta a Tarso di Cilicia, tra gli anni 6 e 10 del primo secolo. Benedetto XVI ha accolto immediatamente il suggerimento, anzi l’ho visto illuminarsi all’idea di invitare tutti i cristiani a celebrare non un Anno Santo, che è una cosa diversa, come mi ha subito precisato, ma un “anno tematico”, assegnandogli due motivazioni fondamentali. La prima: far conoscere meglio e meditare il ricchissimo messaggio lasciatoci dell’Apostolo delle Genti nei suoi scritti, che spesso sono difficili ed assai poco conosciuti o male interpretati; e la seconda: sviluppare vari programmi in dimensione ecumenica, ovvero attuare sempre di più insieme con le comunità cristiane non cattoliche tutti quegli eventi di preghiera, di studio e di cultura che possiamo fare con loro, piuttosto che da soli. Da notare che la Basilica e l’Abbazia di San Paolo hanno già, più che le altre Basiliche Papali, il compito istituzionale di promuovere e portare avanti programmi di carattere ecumenico, come da molti anni stanno facendo. E’ nato così per la prima volta nella storia, l’Anno Paolino, con l’invito esteso a tutti i Vescovi cattolici del mondo ed alle comunità cristiane in generale, di dedicare a San Paolo un Anno speciale, tra la celebrazione liturgica dei Santi Pietro e Paolo del 29 giugno del 2008, e la stessa solennità del 2009.
L’invito a celebrare un Anno Paolino è stato accolto in generale con molto favore da parte di tutti nel mondo intero, ma nei primi mesi (per quanto sia stato annunziato con un anno di anticipo) è stata notata qualche freddezza nel programmare le celebrazioni e una certa lentezza nel promuovere gli eventi, che però poi si sono susseguiti con crescente intensità. Al grande ed innegabile successo di tutto l’Anno Paolino nel mondo ha contribuito certamente l’apporto dottrinale, da grande “dottore della Chiesa”, di Benedetto XVI, non solo con le sue catechesi nel corso delle Udienze Generali del mercoledì (che sono state appena raccolte dalla Libreria Editrice Vaticana in un bel volume del quale sono stato onorato di scrivere la prefazione), ma anche con numerosi discorsi, interventi, citazioni, riferimenti in occasione di incontri ed eventi innumerevoli, avvenuti in circostanze diverse e con differenti connotazioni.
2. Come si è svolto
L’Anno Paolino ha avuto inizio con la celebrazione presieduta dal Papa Benedetto XVI nella Basilica di San Paolo, nel pomeriggio del 28 giugno 2008, per i Primi Vespri della Solennità di San Pietro e Paolo. Il Sommo Pontefice, avendo al suo fianco il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, ha acceso la Fiamma Paolina, nel quadriportico della Basilica, ed ha attraversato la Porta Paolina, (una delle porte principali della Basilica, specialmente dedicata a questo scopo ed ora abbellita con nuovi bassorilievi bronzei), per recarsi poi sulla tomba dell’Apostolo delle Genti a venerarne le spoglie, che da venti secoli si conservano sotto l’altare papale della Basilica. Questi gesti sono poi stati ripetuti da migliaia di pellegrini giunti da ogni parte del mondo. Numerosissimi sono stati i gruppi di fedeli venuti con i loro Vescovi da Chiese locali, molti da quelle italiane, ma anche da ogni parte del mondo; poi gruppi di religiosi e religiose di congregazioni e d’istituti di vita consacrata; numerosissimi membri di movimenti ecclesiali, di associazioni, di pie unioni, di università, di scuole e collegi, formando gruppi grandi e piccoli, e non sono mancati anche piccoli gruppi parrocchiali, molte semplici famiglie e singoli fedeli venuti anche da lontano. E non solo cattolici, ma anche ortodossi, protestanti, anglicani e cristiani di varie denominazioni, riuniti in associazioni ed istituzioni cristiane. E’ stato difficile, anzi impossibile contarli. Uno dei pellegrinaggi più numerosi è stato organizzato proprio la settimana scorsa, dalla diocesi italiana di Aversa, guidata dal loro Vescovo, con più di 6000 fedeli, venuti con oltre 100 tra pullman e mezzi di trasporto diversi. Ma la concentrazione più numerosa durante l’anno è stata quella avvenuta per i funerali di Chiara Lubich, che ha richiamato venti mila ‘focolarini’, dei quali solo poco più della metà ha potuto trovare posto in Basilica, mentre gli altri sono rimasti all’esterno, con maxi-schermi appositamente allestiti per seguire la celebrazione che avveniva all’interno. Mentre prima dell’Anno Paolino si soleva raccogliere ogni giorno al massimo qualche migliaio di fedeli, nella sola giornata del 1° maggio scorso, è stata registrata un’affluenza di oltre 18.000 pellegrini. In queste ultime settimane ne abbiamo certamente ben più di diecimila al giorno.
Fra i grandi eventi ecclesiali celebrati durante l’Anno Paolino, va ricordato l’apertura del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, che il Papa ha voluto compiere nella Basilica di San Paolo nell’ottobre scorso, e che nei giorni successivi registrò l’intervento definito “storico” del Patriarca Ecumenico Bartolomeo nella Cappella Sistina. E va ricordata la Sinaxis celebrata da tutti i Patriarchi delle Chiese Ortodosse a Costantinopoli, segnata e seguita da un convegno espressamente Paolino, alla quale ho partecipato alla guida di una speciale delegazione pontificia. In Basilica poi durante l’anno si sono susseguite importanti visite di Patriarchi con ampie delegazioni di Chiese Orientali, cattoliche e non cattoliche. Hanno anche avuto una importante connotazione ecumenica altre iniziative promosse dall’Abbazia Benedettina di San Paolo: alcune di carattere liturgico (come ogni venerdì la celebrazione dei Vespri), altre di studio e di cultura (come il “Colloquio Paolino” giunto alla quarantesima edizione).
Nel mondo
Il moltiplicarsi delle iniziative di vario genere si è talmente infittito in questi ultimi mesi, da riuscire difficile annoverarle tutte, o anche solo elencare i diversi tipi di manifestazioni e di iniz
iative che si sono verificate. E questo non solo nel campo religioso, della preghiera, della liturgia, della penitenza, della catechesi e della pastorale, ma anche nel campo culturale, dello studio, delle pubblicazioni, e perfino della musica, del teatro, della produzione cinematografica, nonché mediante esposizioni di opere d’arte, ed eventi sportivi o di carattere vario. Tutto ciò è avvenuto non solo presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura o presso l’ omonima Abbazia Benedettina, luoghi privilegiati presso la tomba dell’Apostolo, oppure nella Chiesa di Roma, ma anche e soprattutto nelle varie Chiese locali, in ogni continente dove la celebrazione del secondo millennio della nascita dell’Apostolo delle Genti è stata percepita e vissuta come un nuovo stimolo, come una motivazione più convinta verso l’Evangelizzazione. Tale esigenza è stata pure avvertita nelle Chiese ortodosse ed in molte altre Comunità Cristiane, da divenire comune impegno nel percorso di ricomposizione dell’unità dei cristiani.
In San Paolo fuori le Mura
Nella Basilica, in occasione dell’Anno Paolino, sono stati eseguiti numerosi ed importanti interventi, sia in preparazione dell’Anno Paolino, sia per la sua degna celebrazione. Delicati lavori hanno permesso di aprire un varco nell’antico muro di mattoni del V° secolo che sotto l’altare papale circonda la tomba di Paolo, per riuscire a permettere ai pellegrini la vista di un fianco del grande sarcofago di marmo, finora mai aperto, che raccoglie da venti secoli le spoglie dell’Apostolo delle Genti. Ciò ha permesso ai fedeli di poter scendere nell’ipogeo e pregare a pochi metri dalla tomba, vedendone il sarcofago. Inoltre, è stata predisposta e delimitata in una navata laterale, un’area penitenziale, riservata al Sacramento della Confessione, che è uno dei principali benefici spirituali messo a disposizione dei fedeli, cui sono legate particolari indulgenze. Un adeguato numero di Monaci Benedettini assicura sempre l’ascolto delle confessioni. Durante tutto l’anno, le quattro Cappelle che si aprono sul transetto, insieme con il Battistero, opportunamente restaurato ed adattato, si sono rese estremamente utili per accogliere limitati gruppi particolari, che hanno celebrato l’Eucaristia o hanno pregato e cantato nelle lingue e liturgie più diverse. Gruppi più numerosi di fedeli hanno utilizzato gli spazi del transetto e dell’abside (come i pellegrini dell’Ordine di Malta, o dell’Ordine del S.Sepolcro); mentre gruppi assai più grandi, internazionali, o nazionali, o diocesani, hanno occupato la navata centrale, o tutte le navate, usando l’altare papale.
Cinque grandi eventi di carattere culturale sono stati programmati in Basilica ed hanno richiamato un gran numero di fedeli. Gli eventi consistevano nella lettura di brani delle Lettere di San Paolo, fatta da un noto attore, seguita dal commento di un famoso esegeta (talvolta non cattolico) e da vive testimonianze di personalità del mondo della cultura, del giornalismo, dello spettacolo, dell’industria, del lavoro, dello sport, o di noti fondatori di istituzioni di carità e di assistenza, oppure di esponenti di particolari movimenti di spiritualità. Ne è risultata una interessante ed efficace testimonianza di vita vissuta, come risposta alla domanda “Paolo parla ancora alle genti di oggi?”.
Non sono mancati grandi eventi musicali. Le richieste di eseguire musiche in Basilica sono state numerosissime. Evitando di trasformare la Basilica in sala da concerti, tuttavia qualche esecuzione di altissimo livello è stata programmata, con il patrocinio di fondazioni o istituzioni che ne hanno assunto le spese, spesso notevoli, giacché tutte le prestazioni che si fanno in chiesa debbono essere gratuite. Quando ho parlato di tali possibili programmi con il Santo Padre, per esplorare se non avesse nulla in contrario che fossero attuati in una sua Basilica, ma assicurandolo che si sarebbe trattato solo esecuzioni di famose orchestre, di cori e direttori ben noti, con musiche a carattere religioso, il Papa mi ha semplicemente detto “Mi invitate?”. Tra l’altro è stata eseguita La creazione di Haydn, diretta da Lorin Maazel, la Sinfonia n° 6 di Bruckner da parte della Wiener Philarmoniker (con la presenza del Papa), un convegno di quasi cinquemila membri delle Scholae Cantorum d’Italia, con l’Oratorio Vita Mea di Donella. Proprio questa sera sarà eseguito in prima assoluta l’Oratorio Cadens revixit di Sergio Rendine, su libretto del poeta Roberto Mussapi, commissionato per la chiusura dell’Anno Paolino dalla stessa Basilica e dall’associazione romana del Festival di Pasqua.
Con l’occasione dell’Anno Paolino, sono stati dapprima compiuti numerosi lavori per migliorare tutti i servizi a disposizione dei pellegrini (i percorsi, i bagni, i luoghi di vendita di ricordi, i servizi di audioguide, l’assistenza sanitaria, il luogo di ristoro, ecc). Inoltre sono stati compiuti importanti lavori di restauro (per il baldacchino di Arnolfo di Cambio, che sovrasta l’altare papale, per il trono papale, per numerosi tratti di marmo di pavimenti e di rivestimenti). E’ stata totalmente rinnovata tutta l’illuminazione elettrica della Basilica, del quadriportico e del chiostro. Le zone poi del chiostro e del quadriportico, deteriorate per lunghe esposizioni alle intemperie, sono state completamente ripulite o restaurate. Inoltre, è stata trasformata in area espositiva, ed in museo con tecniche modernissime, tutta l’area dell’antica pinacoteca, ed è stato creato un nuovo atrio di sosta per i pellegrini. Proprio nei giorni scorsi, in vista della chiusura dell’Anno Paolino, sono stati collocati sulla Porta Paolina nuovi pregiati pannelli di bronzo, opera dello scultore Guido Veroi, che sostituiscono i provvisori pannelli in semplice disegno, che erano stati posti per l’apertura dell’Anno.
Con l’accordo delle Autorità del Governatorato della Città del Vaticano e con la approvazione del Santo Padre, è stato iniziato nell’Anno Paolino un programma edilizio, che durerà qualche anno, e comprenderà una nuova costruzione ed una ristrutturazioni di volumi già esistenti, su un’area a fianco della Basilica, che si estende in parte nel cosiddetto “Orto dei Monaci”, che i Benedettini hanno cortesemente concesso. Il complesso comprenderà un’ampia area archeologica, organicamente attrezzata, e numerosi servizi che finora non hanno trovato ubicazione, con uffici ed abitazioni per il personale, apportando un notevole miglioramento a tutte le funzioni vitali della Basilica.
3. Continuazione dei benefici dell’Anno Paolino
L’Anno Paolino termina, ma i benefici spirituali che ha suscitato in tutto il mondo e le trasformazioni che ha prodotto devono continuare. Il grande fervore di iniziative pastorali, di catechesi, di promozioni culturali sono destinate a continuare, e ad avere un importante seguito sia a livello locale, sia in tutti i continenti. La Porta Paolina con i suoi nuovi pannelli bronzei continuerà a rimanere aperta, la fiamma paolina accesa dal Santo Padre all’inizio di questo anno tematico continuerà a rimanere accesa nel quadriportico, attorniata da fiammelle offerte quotidianamente dai fedeli, per ricordare a tutti i pellegrini che continueranno a venire da ogni parte del mondo la ricchezza e la profondità della Parola di Dio trasmessaci dall’Apostolo delle Genti, che occorre continuare a studiare e meditare. Un particolare programma culturale legato alla lettura, alla meditazione, allo studio della Parola di Dio contenuta nel messaggio di Paolo, con una speciale dimensione ecumenica, come già finora fatto, sarà ulteriormente sviluppato presso il complesso solidale della Basilica e dell’Abbazia, a cura dei Monaci Benedettini, che con tanto zelo da tredici secoli sono al servizio del Papa presso la Tomba di Paolo.
Il Santo Padre proprio in questi giorni, in occasione della chiusura dell’Anno Paolino, invia sette delegazioni pontificie, presiedute da un Cardinale, ai
sette luoghi principali particolarmente legati all’Apostolo Paolo: in Terra Santa, a Damasco, a Tarso, a Cipro, ad Atene, a Malta ed in Libano, non solo per ringraziare Dio e solennizzare l’avvenimento, ma anche per invitare a continuare nella promozione e nello sviluppo di tutte quelle iniziative che l’Anno Paolino ha così efficacemente suscitato per il beneficio nella fede di tutti i cristiani e per continuare a procedere nel cammino irreversibile dell’unità dei cristiani.
Con la chiusura dell’Anno Paolino, e con l’inizio dell’Anno del Sacerdozio, appena inaugurato dal Santo Padre Benedetto XVI, va un forte invito a tutto il mondo cristiano di continuare ad accogliere il messaggio di Paolo, l’Apostolo delle Genti, che come nel suo tempo ha parlato ed ha scritto ai Corinzi, ai Galati, agli Efesini, ai Filippesi, ai Colossesi, ai Tessalonicesi, agli Ebrei ed ai Romani, così continui anche oggi a parlare a tutte le Genti, nei diversi continenti del mondo.