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La sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente si è svolta, come di consueto, a Roma, presso la sede della CEI, dal 22 al 25 gennaio, nel corso della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. In apertura dei lavori, oltre al saluto ai nuovi membri del Consiglio, il Cardinale Presidente ha ricordato il Card. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo emerito di Palermo e a lungo Vicepresidente della CEI, e Mons Cataldo Naro, Arcivescovo di Monreale e Presidente della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, scomparsi nei mesi scorsi Nella preghiera, inoltre, i vescovi hanno voluto ricordare i tanti missionari che ancora oggi coronano con il sacrificio della vita il loro servizio in terra di missione; tra questi don Andrea Santoro, don Bruno Baldacci e suor Leonella Sgorbati. Al centro dei lavori, oltre alla scelta del tema principale della 57a Assemblea Generale, un’ampia riflessione sul 4° Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona con indicazioni per l’elaborazione di una nota pastorale da proporre all’approvazione della prossima Assemblea di maggio. È stata data puntuale informazione sia sulle attività di quest’ultimo decennio del Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, come anche del programma dell’“Agorà dei giovani italiani”, con particolare riferimento al pellegrinaggio nazionale che si terrà a Loreto dal 29 agosto al 2 settembre 2007, che culminerà nell’incontro con il Santo Padre Benedetto XVI. È stato fatto anche il punto sulla preparazione della 45a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani ed è stata scelta la città di Ancona come sede del 25° Congresso Eucaristico Nazionale.
1. La comunione con Benedetto XVI e la gratitudine per il suo magistero e lo slancio apostolico
I vescovi, nel rinnovare profonda gratitudine al Santo Padre per la sua partecipazione al Convegno di Verona e per il messaggio forte e autorevole con cui ha esortato la Chiesa italiana a continuare il cammino del decennio nella contemplazione del volto di Cristo e a manifestarsi come “madre e maestra” nell’oggi della storia, hanno espresso, come già aveva fatto il Cardinale Presidente nella sua prolusione, la più viva ammirazione per “lo spirito di fede e l’autentica umiltà, il coraggio e lo slancio apostolico” con i quali egli ha condotto la missione in Turchia. In essa Benedetto XVI ha certamente impresso un nuovo stile e un coraggioso indirizzo ai rapporti tra il cristianesimo e l’islam, un più intenso dialogo a livello ecumenico con il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I e ha dato sostegno e incitamento alla comunità cattolica presente in quel Paese. Piena adesione, inoltre, i presuli hanno manifestato alle indicazioni magisteriali del Papa che, nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, ha riproposto quale fondamentale presupposto per un’autentica pace “il riconoscimento e il rispetto della legge naturale” come “grande base per il dialogo tra i credenti delle diverse religioni e tra i credenti e gli stessi non credenti”. Un criterio decisivo, si legge nel documento pontificio, che, a partire dal “riconoscimento dell’essenziale uguaglianza tra le persone umane”, si concretizza in due diritti essenziali: il diritto alla vita e il diritto alla libertà religiosa.
Nasce da qui l’impegno a sostenere una “ecologia della pace”, che sappia tenere conto delle connessioni esistenti tra ecologia naturale ed ecologia umana e sociale, superando una sempre più diffusa visione “debole” e relativistica della persona. In questo senso, i vescovi, in convinta sintonia con il magistero di Benedetto XVI, sottolineano che la vita umana, la famiglia e il matrimonio non sono meno importanti della pace, della non violenza, della giustizia e rientrano nell’ambito di quell’unica etica che ha come orizzonte un umanesimo pieno e condiviso. Infine, i presuli, attendendo la pubblicazione della prima parte del libro del Papa su Gesù di Nazareth, dettato dal dichiarato intento di colmare il limite di una teologia e una esegesi che talora sembrano separare il “Cristo della fede” e il reale “Gesù storico”, hanno rivolto “un forte e affettuoso invito” ai teologi e agli esegeti perché condividano questo orientamento e contribuiscano con il loro ingegno e la loro competenza a superare approcci superficiali e inadeguati alla figura di Gesù Cristo, nei cui confronti, peraltro, si registra un crescente interesse. In questo contesto, i presuli, anche per favorire il superamento di un certo misticismo e spiritualismo disincarnati, invitano a riprendere lo studio della storicità dei Vangeli e a riproporre con forza il kerygma del Risorto, vivente nella storia.
2. La complesse vicende internazionali e il cammino dell’Europa
Considerando l’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Unione Europa, i vescovi auspicano che si stabiliscano regole più idonee ad assicurare l’effettiva e armonica convergenza e integrazione di un grande numero di Paesi così diversi tra loro per storia e cultura, oltre che per livello di sviluppo economico. Rimane forte la preoccupazione per la tragedia che si consuma giorno dopo giorno in Iraq, anche dopo l’esecuzione di Saddam Hussein, con un crescente numero di vittime tra civili e militari, tra cui, a causa di un incidente, un soldato italiano. I vescovi, al riguardo, più che un aumento della presenza militare, chiedono la ricerca di un nuovo e più efficace approccio politico, con il quale riportare la pace in questa martoriato paese. Oltre a manifestare preoccupazione per la difficile situazione in Afghanistan, in cui sono morti altri due soldati italiani, i vescovi hanno espresso vicinanza alla popolazione libanese, segnata da una crescente instabilità e conflittualità interna, e solidarietà ai cattolici presenti in Terra Santa e nel Medio Oriente. Seguendo l’esempio di Benedetto XVI che, nell’imminenza del Natale ha reso nota la sua speranza di recare pellegrino in Terra Santa, i vescovi hanno ribadito sostegno e aiuto alle comunità che vivono nella terra del Signore e hanno confermato l’impegno a continuare a promuovere pellegrinaggi nei luoghi santi, convinti, comunque, che, elemento decisivo per un futuro di pace e di sicurezza in tutta l’area mediorientale, rimane il riconoscimento reciproco del popolo palestinese e di Israele.
In riferimento ai Paesi dell’Africa, verso i quali rimane alta l’attenzione della Chiesa italiana, come evidenziato anche dal resoconto circa l’impegno del Comitato per gli aiuti al Terzo Mondo nell’ultimo decennio, i presuli hanno ancora una volta ricordato le persistenti conflittualità in Somalia, la grave crisi del Darfur e le violente azioni di guerriglia in Nigeria, che hanno coinvolto anche cittadini italiani. Al riguardo, nella linea di quanto auspicato recentemente dal Papa, è stata segnalata la positiva evoluzione di diversi processi di riconciliazione nazionale e lo sforzo per ripristinare il corretto funzionamento delle istituzioni, a livello nazionale, regionale e continentale. Nel corso dei lavori, inoltre, la Presidenza della CEI ha espresso una particolare vicinanza alle popolazioni della Guinea Conakry, colpite da violenti scontri tra fazioni avverse.
Infine, guardando alla regione asiatica, oltre a manifestare preoccupazione per gli esperimenti nucleari compiuti dalla Corea del Nord e turbamento per l’assassinio a Mosca della giornalista Anna Politovskaia, nota per le sue inchieste sulle violazioni dei diritti umani, i vescovi hanno espresso nuovamente la loro vicinanza al popolo filippino provato da una grave calamità naturale nel mese di novembre.
3. Il tema della 57a Assemblea Generale, riflessione sul 4° Convegno Ecclesiale di Verona e preparazione di una nota pastorale
L’ordine del giorno dei lavori prevedeva anzitutto la scelta del tema principale della prossima Assemblea Generale, individuato nella missionarietà, riferimento tematico dal quale far
emergere l’unicità della missione della Chiesa per l’annuncio del Vangelo nel nostro tempo, in coincidenza con il cinquantesimo dell’enciclica Fidei donum. La convergenza sulla missionarietà intende risvegliare nelle comunità ecclesiali l’orizzonte e la responsabilità dell’annuncio, specialmente quello concernente la prima evangelizzazione, che trova nella missio ad gentes la sua modalità esemplare, con la convinzione che una maggiore apertura all’impegno verso le Chiese in terra di missione può conferire nuovo slancio alla stessa pastorale ordinaria bisognosa essa stessa di recuperare slancio missionario tra noi.
Ampia e profonda è stata la riflessione sul Convegno di Verona, in vista dell’approvazione di una nota pastorale dell’episcopato italiano sugli orientamenti pastorali da offrire alle Chiese locali dopo il 4° Convegno Ecclesiale nazionale di Verona. I presuli, nel ricordare il clima di ascolto e di fiducia, di comunione e di speranza vissuto nelle giornate veronesi, hanno rilevato l’efficienza dell’apparato organizzativo, il prezioso servizio dei media ecclesiali nazionali (Avvenire, Sir, Sat2000, il circuito radiofonico Inblu e il sito internet), i settimanali diocesani e le molteplici iniziative informative ed editoriali cattoliche che hanno permesso un’ampia informazione e una “partecipazione” anche a distanza; questa molteplice offerta di servizi ha consentito una percezione diretta dell’evento, senza il filtro di talune categorie anguste o di visioni parziali e riduttive che non raramente distorcono – ed è accaduto anche a Verona – l’informazione religiosa offerta dai principali media nazionali. Tra i dati significativamente rilevanti del Convegno, i vescovi hanno sottolineato l’ampia e diffusa partecipazione alla fase diocesana e alle giornate veronesi; la centralità dell’incontro con il Santo Padre, che ha evidenziato ancora una volta lo stretto legame del Papa con l’Italia e con i cattolici italiani; la grande valenza metodologica e contenutistica delle relazioni; la cura e la dignità della preghiera e delle celebrazioni eucaristiche; l’approccio esistenziale al tema e la riflessione per ambiti di vita, trasversali rispetto ai consueti settori in cui si articola la pastorale, con la conseguente proposta di una metodologia finalizzata a una pastorale realmente integrata e organica che faccia perno sulla persona; la suggestiva proposta di momenti artistici e culturali che hanno esplorato la varietà dei linguaggi espressivi.
A fronte delle tante attese dei partecipanti al Convegno e della grande responsabilità per il futuro che tale evento ha suscitato nella Chiesa italiana, il Consiglio Permanente ritiene doveroso proporre all’esame della prossima Assemblea Generale una nota pastorale che punti a far emergere lo spirito del Convegno e quanto in esso maturato come orizzonte di discernimento della vita della Chiesa e dei cristiani nel mondo di oggi. Si pensa, perciò, a un testo che non contenga un elenco di compiti, né una semplice raccolta di idee, ma che cerchi di esprimere la rinnovata consapevolezza della Chiesa italiana circa il dono ricevuto, la sua missione, la sua vita interna; in altri termini una “Chiesa del Risorto e della speranza” e, per questo, una Chiesa della testimonianza. Il documento dovrebbe, tra l’altro, rileggere l’esperienza del Convegno all’interno del percorso della Chiesa italiana in questo decennio; ribadire la bellezza e l’originalità della speranza cristiana, incentrata nella risurrezione e nella santità; riproporre la comunicazione del Vangelo in un mondo e a un uomo che cambia; rimotivare il “sì” della Chiesa e del credente al “sì” di Dio, che si concretizza in un “sì” alla vita, assunto come criterio per l’evangelizzazione e il dialogo a tutti i livelli; riproporre l’esperienza ecclesiale come chiamata alla santità e come servizio alla verità e alla vita dell’uomo.
4. L’impegno della Chiesa italiana per il Sud del mondo
Nel corso dei lavori, il Consiglio Episcopale Permanente è stato informato sull’attività svolta in questi ultimi dieci anni dal Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo. Nell’esprimere il proprio apprezzamento, i vescovi hanno incoraggiato il Comitato nell’impegno di gestione, per conto della Chiesa italiana, di quella parte delle risorse finanziarie, provenienti dall’otto per mille, destinate alla Chiesa cattolica per la realizzazione di progetti di promozione umana, di sviluppo e di iniziative di carità nei paesi in via di sviluppo. In questi anni, il Comitato, il cui costo annuale di funzionamento non supera € 250.000 annui, ha erogato circa € 920 milioni per 9.158 progetti e per far fronte a emergenze varie, nel rigoroso rispetto della normativa pattizia contenuta nella legge 222 del 1985. In particolare, l’art. 48 richiede esplicitamente alla Chiesa italiana di dispiegare le sue energie e di impegnare l’autorevolezza del suo discernimento a sostegno di interventi caritativi, non soltanto nel territorio italiano, ma anche nei paesi in via di sviluppo, riconoscendo in tal modo la “valenza civile” della carità e la sua preziosa funzione nel processo rigenerativo del tessuto sociale dell’intera collettività umana. I vescovi hanno evidenziato, inoltre, il fatto che, grazie anche alla costante collaborazione con le singole Conferenze Episcopali locali, il Comitato ha potuto conseguire importanti e significativi obiettivi: un appropriato e trasparente uso delle risorse finanziarie nel rispetto delle finalità per cui sono state assegnate; la testimonianza che è possibile “fare il bene” anche in situazioni molto difficili; l’aumento tendenziale, negli anni, del budget disponibile grazie all’attenzione dei cittadini divenuti sempre più partecipi della vita e dei problemi dei più poveri.
Oltre alla solidarietà tempestiva nelle situazioni di emergenza (calamità naturali, come cicloni, terremoti, alluvioni; epidemie; situazione di guerra…), le principali linee di intervento del Comitato nel decennio appena trascorso hanno riguardato iniziative di sostegno allo sviluppo delle persone e delle comunità locali, quali l’alfabetizzazione, la formazione e l’istruzione tecnica e professionale, la cooperazione universitaria, il sostegno allo studio. Sono stati finanziati, inoltre, progetti a favore della tutela dei minori, della rimozione degli svantaggi legati alla disabilità, della lotta alla tossicodipendenza e all’AIDS, del diritto alla salute e della difesa dell’ambiente. Particolare attenzione è stata, infine, rivolta ai giovani e alla promozione della donna, al sostegno delle minoranze etniche e all’umanizzazione delle carceri, come anche alla concessione di microcrediti, al sostegno dell’occupazione, alla promozione della cultura del lavoro, al reinserimento degli emigrati e al sostegno delle attività agricole.
5. Il pellegrinaggio-incontro dei giovani a Loreto, la 45a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, il 25° Congresso Eucaristico Nazionale
Con riferimento al progetto triennale “Agorà dei giovani italiani”, inteso a sostenere e rilanciare la pastorale giovanile nelle diocesi italiane, i vescovi hanno ricevuto una dettagliata informazione sul pellegrinaggio-incontro di Loreto, che avrà luogo nei giorni 1-2 settembre prossimo, con l’attesa partecipazione di Benedetto XVI. Nei giorni precedenti, dal 29 al 31 agosto, il programma prevede l’accoglienza dei giovani in 32 diocesi dell’Abruzzo, delle Marche, della Romagna e dell’Umbria per momenti di condivisione e scambio di esperienze. Nel condividere le scelte organizzative che l’apposito Comitato sta sviluppando, i vescovi hanno rinnovato l’invito ai giovani per una numerosa partecipazione, come pure la sollecitazione alle diocesi a inserirsi nella programmazione triennale da tradurre nel contesto degli specifici progetti pastorali diocesani.
In vista della 45a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani sul tema “Il bene
comune oggi: un impegno che viene da lontano”, che avrà luogo a Pisa dal 18 al 21 ottobre prossimi, dopo la sessione inaugurale a Pistoia, a cento anni dalla prima Settimana Sociale svoltasi proprio in questa città, i vescovi hanno sottolineato la peculiare valenza della manifestazione. Essa, infatti, intende essere memoria costruttiva del contributo offerto dai cattolici italiani per il bene comune nel nostro Paese nel corso di tutto il XX secolo e, insieme, incoraggiamento ai laici nei confronti dell’impegno sociale e politico. Nelle prossime settimane sarà pubblicato un sussidio che, insieme a un excursus storico sulla presenza dei cattolici nella vita della società italiana, conterrà una prima presentazione del tema della Settimana, corredata dai più recenti interventi di Benedetto XVI in materia di dottrina sociale e talune indicazioni emerse dal Convegno di Verona. Sono programmati, inoltre, alcuni incontri preparatori, il primo dei quali, a carattere seminariale sul tema “Bene comune e dottrina sociale della Chiesa”, è stato già tenuto il 20 gennaio scorso a Treviso, città natale del Ven. Giuseppe Toniolo, uno dei fondatori delle Settimane Sociali; il 18 febbraio si terrà a Roma un incontro del Comitato Scientifico e Organizzatore con le Associazioni; a marzo, sempre a Roma, il Comitato incontrerà i cattolici impegnati direttamente nella vita politica; il 19 maggio, infine, è previsto un secondo seminario a Bari che approfondirà, sotto l’aspetto storico, l’impegno socio-politico dei cattolici italiani. Il Consiglio Episcopale Permanente ha scelto, poi, la città di Ancona come sede del 25° Congresso Eucaristico Nazionale, che si svolgerà nel 2011, con il coinvolgimento dell’Arcidiocesi di Ancona – Osimo e delle diocesi della provincia ecclesiastica. È la prima volta che un evento ecclesiale tanto significativo si svolge nelle Marche.
6. La situazione italiana e le nuove problematiche etiche e antropologiche
Nell’attenta disamina delle questioni che interessano il Paese e con particolare attenzione alla recente legge finanziaria, i vescovi segnalano il divario sempre più ampio tra il Mezzogiorno e il resto della Nazione sul versante della politica occupazionale, nonché le persistenti difficoltà economiche di molte famiglie, nonostante l’introduzione di alcune agevolazioni fiscali per i nuclei familiari numerosi e a basso reddito. Al riguardo i vescovi chiedono una più forte convergenza delle istituzioni e delle forze politiche, pur nella distinzione dei ruoli, in particolare per quanto attiene alle problematiche inerenti il lavoro, il potere di acquisto, la casa, la sanità, il sistema pensionistico e quello fiscale, l’assistenza ai bambini più piccoli e agli anziani, la sicurezza dei cittadini, l’istruzione, la ricerca e l’innovazione e, soprattutto, il contrasto del declino demografico della popolazione.
Riguardo al fenomeno migratorio, oltre a sollecitare le istituzioni a favorire l’immigrazione regolare e i ricongiungimenti familiari, tenendo presente la centralità della persona umana, i vescovi hanno fatto proprie le recenti sollecitazioni del Papa a “tutelare i migranti e le loro famiglie mediante l’ausilio di presidi legislativi, giuridici e amministrativi specifici, e anche attraverso una rete di servizi, di punti di ascolto e di strutture di assistenza sociale e pastorale”. Con riferimento alla recrudescenza delle manifestazioni di violenza messe in atto dalle organizzazioni malavitose a Napoli, i presuli hanno espresso a quella città e alla Chiesa locale, e in particolare ai sacerdoti, sentita vicinanza e fervido apprezzamento per il generoso impegno a servizio del Vangelo, pur in presenza di gravi disagi e di oscuri condizionamenti, rallegrandosi per le prospettive di rinnovato impegno che stanno aprendosi anche grazie alla collaborazione tra istituzioni ecclesiali e civili. Hanno manifestato, inoltre, affettuosa solidarietà alle vittime e ai familiari del gravissimo incidente avvenuto nello Stretto di Messina, esprimendo nel contempo profonda gratitudine per la generosa opera di soccorso prestata da operatori e volontari, testimonianza emblematica di rispetto e di attenzione per le persone, specie nei momenti di particolare sofferenza, tanto più significativa in un territorio più spesso all’onore delle cronache per episodi di violenza e di malaffare.
Nel corso dei lavori, in piena sintonia con quanto espresso dal Cardinale Presidente nella sua prolusione, i vescovi hanno ribadito il diritto della Chiesa ad affermare e difendere i grandi valori, che prima di essere cristiani, sono umani e che come tali danno senso alla vita della persona e ne salvaguardano la dignità. Di fronte alle accuse di indebita ingerenza nell’attività legislativa, anche per ciò che concerne il riconoscimento giuridico delle unione di fatto, i vescovi ricordano che al riguardo la Chiesa non può rimanere indifferente e silenziosa ma ha il dovere di proclamare la verità sull’uomo e sul suo destino. A questo proposito, i vescovi hanno riaffermato che alla famiglia fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso “non possono essere equiparate in alcun modo altre forme di convivenza, né queste possono ricevere in quanto tali riconoscimento legale”. Inoltre hanno chiesto ai responsabili della cosa pubblica un maggiore sostegno alla famiglia legittima fondata sul matrimonio, in accordo con il dettato costituzionale, attraverso la rimozione degli ostacoli di ordine pratico, giuridico e fiscale che allontano i giovani dal matrimonio e dalla generazione di figli.
Quanto alle convivenze eterosessuali, è stato ribadito che la protezione dei loro diritti può essere assicurata dall’attuale giurisprudenza. “Per ulteriori aspetti che potessero aver bisogno di una protezione giuridica esiste anzitutto – ha ribadito il Cardinale Presidente, confortato dal consenso dei membri del Consiglio – la strada del diritto comune, assai ampia e adattabile alle diverse situazioni, e a eventuali lacune o difficoltà si potrebbe porre rimedio attraverso modifiche del codice civile, rimanendo comunque nell’ambito dei diritti e dei doveri della persona. Non vi è quindi motivo di creare un modello legislativamente precostituito, che inevitabilmente configurerebbe qualcosa di simile a un matrimonio, dove ai diritti non corrisponderebbero uguali doveri: sarebbe questa la strada sicura per rendere più difficile la formazione di famiglie autentiche, con gravissimo danno delle persone, a cominciare dai figli, e della società italiana”. Rimane, comunque, alta la preoccupazione pastorale dei vescovi per lo sfondo culturale in cui viene condotto tale dibattito: molti giovani di oggi avvertono una grande difficoltà nel compiere scelte definitive e, soprattutto, sperimentano una crescente perdita di orientamento e una radicale insicurezza circa il futuro, a cui si aggiunge, in riferimento al riconoscimento legale dell’unioni omosessuali, la perdita di “ogni rilevanza alla mascolinità e alla femminilità della persona umana”.
Per ciò che riguarda la cosiddetta “dichiarazione anticipata di trattamento” i vescovi hanno, infine, ribadito il loro rifiuto dell’eutanasia come anche dell’accanimento terapeutico che però, ovviamente, non può giungere a legittimare forme più o meno mascherate di eutanasia e in particolare quell’“abbandono terapeutico” che priva il paziente del necessario sostegno vitale attraverso l’alimentazione e l’idratazione.
7. Adempimenti statutari e nomine
Il Consiglio Episcopale Permanente ha approvato lo statuto dell’Associazione Teologica Italiana per lo studio della morale (ATISM), il nuovo statuto dell’Associazione Rinnovamento nello Spirito Santo, nonché modifiche parziali dello statuto della Gioventù Operaia Cristiana (GiOC) e dello statuto dell’Associazione Canonistica Italiana.
Sono stati, inoltre, approvati i nuovi parametri per l’edilizia del culto per l’anno 2007 ed è stata deliberata la revisione delle tabelle co
ncernenti la remunerazione degli operatori dei Tribunali Ecclesiastici regionali e le tariffe dei servizi. Infine, i vescovi hanno espresso parere favorevole alla nuova stesura, a sette anni dalla sua pubblicazione, del decreto generale concernente la tutela della buona fama e della riservatezza.
Il Consiglio Episcopale Permanente ha nominato:
S.E. Mons. Ignazio SANNA, Arcivescovo di Oristano, Membro della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali
Mons. Bruno STENCO, della diocesi di Vicenza, Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università
Don Andrea MANTO, della diocesi di Roma, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della sanità
Card. Salvatore DE GIORGI, Amministratore apostolico di Palermo, Presidente della Federazione Italiana Esercizi Spirituali (FIES)
Don Cataldo ZUCCARO, della diocesi di Frosinone – Veroli – Ferentino, Assistente ecclesiastico nazionale del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC)
Don Carlo NANNI, della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, Consulente ecclesiastico centrale dell’Unione Cattolica Insegnanti Medi (UCIIM)
Don Francesco POLI, della diocesi di Bergamo, Vice Consulente ecclesiastico nazionale dell’Associazione Professionale Italiana Collaboratori Familiari (API-Colf)
Mons. Anton LUCACI, della diocesi di Jaci, Coordinatore pastorale per le comunità cattoliche rumene di rito latino in Italia
Don Agostino NGUYEN VAN DU, della diocesi di Treviso, Coordinatore pastorale per le comunità cattoliche vietnamite in Italia.
Il Consiglio ha inoltre confermato l’elezione di Mons. Rinaldo FABRIS, dell’arcidiocesi di Udine, a Presidente dell’Associazione Biblica Italiana (ABI).
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La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, riunitasi il 22 gennaio 2007 in concomitanza con i lavori del Consiglio Episcopale Permanente, ha proceduto alle seguenti nomine:
P. Giuseppe BELLUCCI, SI; Dott. Ambrogio BONGIOVANNI, dell’arcidiocesi di Capua; Sr. Azia CIAIRANO, SMIRP; Dott. Gianbenedetto COLOMBO, della diocesi di Brescia; Dott. Giuseppe MAGRI, della diocesi di Verona; Dott.ssa Patrizia MORGANTI, dell’arcidiocesi di Milano; Mons. Vittorio NOZZA, Direttore della Caritas Italiana; P. Gottardo PASQUALETTI, IMC; Mons. Giuseppe PELLEGRINI, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese; Prof. Gianni VAGGI, della diocesi di Pavia, membri del Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo
Mons. Giuseppe PELLEGRINI, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese, nominato Presidente della Fondazione di religione “Centro Unitario per la cooperazione missionaria tra le Chiese” (CUM); don Maurizio CUCCOLO, dell’arcidiocesi di Milano, nominato Direttore; don Giorgio BENEDETTI, della diocesi di Verona, nominato Presidente del Collegio dei revisori dei conti della medesima Fondazione
don Decio CIPOLLONI, dell’arcidiocesi di Camerino – San Severino Marche, nominato Assistente ecclesiastico presso la sede di Roma dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
S.E. Mons. Salvatore DI CRISTINA, Arcivescovo di Monreale, nominato Assistente ecclesiastico nazionale della Federazione Italiana Adoratrici-Adoratori del SS. Sacramento
Mons. Luciano VINDROLA, della diocesi di Susa, nominato Presidente della Federazione tra le Associazioni del Clero Italiano (FACI); Mons. Mariano ASSOGNA, della diocesi di Rieti, nominato Vicepresidente della medesima Federazione.
La Presidenza ha inoltre dato il proprio gradimento alla nomina di P. Pietro PIEROBON, SX, a Segretario nazionale della Pontificia Opera per l’Infanzia Missionaria (POIM).
Roma, 29 gennaio 2007