Lettura
Il Vangelo oggi parla della potenza e della gioia della preghiera. D’ora in poi i discepoli pregheranno il Padre in nome di Gesù con la certezza di essere esauditi: «Chiedete ed otterrete, perché la vostra gioia sia piena». I cristiani affronteranno con calma e sicurezza, in unione con Gesù, le difficoltà della vita, fidando non sulle proprie forze, ma sulla potenza dello Spirito Santo.
Meditazione
Il discorso di congedo di Gesù si chiude con quattro grandi affermazioni. La prima è: «Sono uscito dal Padre». Questa frase designa l’intima natura di Gesù. Egli è l’immagine del Padre, l’immagine visibile di Dio, che non si vede, il Figlio che procede dal Padre in una generazione eterna ed ha la sua stessa natura. «Sono venuto nel mondo». L’Incarnazione è il logico prolungamento della linea che parte dal Padre. La distanza è superata. Quel che era lontano è diventato vicino. In Gesù, Dio è venuto nel mondo e il mondo è stato così riscattato, salvato, santificato e consacrato. «Ora lascio di nuovo il mondo». È la terza tappa della vita di Gesù. Evidentemente egli si allontana dal mondo, non perché questo lo respinge, ma perché la volontà del Padre è che il Figlio rimanga nel mondo per riavviarlo a tornare al Padre. Prima della venuta di Cristo il mondo si allontanava dal Padre; dopo la sua venuta ritorna dal Padre. È stato dunque Cristo a dare la grande virata. «E vado al Padre». Questa quarta tappa chiude il ciclo. Cristo non torna al Padre da solo, ma porta con sé i suoi, anzi il mondo intero: per ora invisibilmente, in seguito anche visibilmente. Così l’addio termina con un grido di trionfo. Proprio ora, quando sta per inoltrarsi nella notte della morte, il Signore agisce con la piena coscienza della vittoria. E questa è una realtà non solo per lui e per i suoi, ma per il mondo intero. Proprio nel momento in cui è respinto sprezzantemente dal mondo, Cristo è il vincitore. La sua partenza è l’inizio di cieli nuovi e terre nuove. Il Regno di Dio, però, noi dobbiamo chiederlo, perché è un dono del Padre a tutti coloro che in questa vita hanno incontrato Cristo e hanno cercato di vivere, pur nella fragilità della nostra natura umana, il suo messaggio di amore.
Preghiera
«O Gesù, ti ritiri solo sul monte a pregare per insegnarci con il tuo esempio che anche noi, se vogliamo pregare Dio con cuore puro e ricco di affetto, dobbiamo come te separarci dal disordine e dalla confusione della folla. In tal modo si realizzerà per noi la preghiera che tu hai rivolto al Padre in favore dei tuoi discepoli: “L’amore con cui mi hai amato sia in essi ed io in loro”».
Agire
Recitiamo spesso durante la giornata il “Padre Nostro”. Chiediamo innanzi tutto, come insegna Gesù, che il Regno di Dio venga per primo e solo dopo le cose di cui abbiamo bisogno quotidianamente.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Michele De Rosa, vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it