ASTANA, venerdì, 3 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Consegnando questo venerdì pomeriggio alla Cattedrale cattolica di Astana (Kazakistan) un frammento delle reliquie di Sant’Andrea, il Cardinale Tarcisio Bertone ha auspicato che questo gesto promuova un “fervido impegno” nella ricerca dell’unità dei cristiani.
Il porporato, Segretario di Stato vaticano, nei giorni scorsi ha infatti consegnato le reliquie, provenienti da Amalfi, anche alla Cattedrale ortodossa dell’Assunzione.
“D’ora in poi, le due Chiese sorelle di Astana saranno accomunate anche dalla venerazione di queste reliquie, i cui due frammenti, affidati uno alla comunità ortodossa e l’altro a quella cattolica, provengono da un unico nucleo”, ha dichiarato al momento della consegna all’Arcivescovo Metropolita, monsignor Tomash Peta.
Il fatto che le abbiano ricevute sia la Cattedrale ortodossa che quella cattolica, ha sottolineato, “esprime, ancor meglio delle parole, il fervido impegno che deve caratterizzare i Cristiani per progredire nel cammino verso l’unità voluta dal Signore”.
“L’unità è la nostra comune vocazione; è la condizione perché la luce di Cristo si diffonda più efficacemente in ogni angolo del mondo e gli uomini si convertano e siano salvati”.
“La piena ricomposizione dell’unità dei cristiani darà maggiore efficacia all’evangelizzazione – ha aggiunto –. Voglia Iddio concederci di raggiungere presto tale auspicato traguardo!”.
L’importanza dell’Eucaristia
Nell’omelia della celebrazione, il Cardinal Bertone ha poi espresso la propria gioia per la possibilità di celebrare l’Eucaristia con i Vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e fedeli laici kazaki, “per condividere quanto abbiamo di più caro, il Sacrificio eucaristico, che, al di là di ogni lontananza, ci unisce nella carità e, quali membra dello stesso corpo, ci rende comunità e famiglia di Dio”.
“Senza l’odierna celebrazione eucaristica, momento ecclesiale così importante e significativo, la mia visita nel vostro Paese sarebbe stata incompleta”, ha confessato, sottolineato che l’Eucaristia è infatti “la fonte da cui scaturisce la Comunità ecclesiale e il fondamento su cui essa si edifica” e mostra “l’unità che c’è tra di noi, la comunione della Chiesa del Kazakistan con il successore dell’apostolo Pietro”.
“Questa unità si fonda sulla fede di Gesù, testimoniata nei secoli, in questa terra asiatica, da numerosi cristiani, anche attraverso dure persecuzioni”, ha commentato.
In questo contesto, la consegna delle reliquie di Sant’Andrea, “oltre a significare l’apostolicità della fede professata da questa Chiesa particolare”, “richiama la necessità di conformare in tutto la nostra vita a Gesù, nostro Signore; la necessità di testimoniare il Vangelo con il dono totale di noi stessi, fosse anche fino all’effusione del sangue”.
“Dalla quotidiana celebrazione del Mistero pasquale la Chiesa in Kazakistan è chiamata ad attingere ispirazione e forza, per poter continuare a testimoniare efficacemente la fede anche nel mondo secolarizzato di oggi”.
A questo proposito, nel giorno in cui ricorreva la memoria liturgica di San Francesco Saverio, ha voluto richiamare la figura del “grande apostolo del continente asiatico”, che insieme a Ignazio di Loyola fondò il nucleo primitivo da cui ebbe origine la Compagnia di Gesù partendo poi come Legato Pontificio per le Indie Orientali, dove negli 11 anni seguenti, fino alla morte, “si spese totalmente per il Vangelo e il suo messaggio salvifico di amore e di pace”.
“Il motivo che ha spinto il Saverio a lasciare la sua patria e l’Europa, e a raggiungere luoghi sconosciuti, in mezzo a popoli di culture totalmente diverse, è stato, in ultima istanza, il Vangelo, la passione per la verità, il desiderio di far incontrare ad ogni uomo il suo Salvatore, di fargli conoscere il senso della propria vita”, ha ricordato il Cardinal Bertone.
La preziosità dell’Avvento
“In questo tempo liturgico di Avvento – ha proseguito il porporato – ci stiamo preparando alla contemplazione del mistero di Dio che si è fatto uomo per la nostra salvezza. Gesù si è fatto uno di noi per svelarci il volto del Padre, che è Amore”.
“Gesù poi ha manifestato questo amore donando se stesso per noi, fino al sacrificio della Croce, per donarci una vita che non ha fine”.
“Profittiamo di questo tempo, che la provvidenza divina ci dona, per disporci ad accogliere la sua venuta– ha esortato –. A lui chiediamo, come i due ciechi di cui ci parla l’evangelista Matteo nel Vangelo, di avere pietà anche di noi, di aprire i nostri occhi, perché sappiamo riconoscere i segni della sua venuta, perché possiamo vedere di quale grande amore ci ha amato”.
Il Cardinal Bertone sta compiendo una visita pastorale in Kazakistan al margine del vertice dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), a cui ha preso parte nei giorni scorsi.
Il porporato ha anche incontrato il Presidente della Repubblica kazaka, Nursultan A. Nazarbayev.
“Questi incontri – ha spiegato – si inseriscono nel quadro della necessaria collaborazione tra la Chiesa e lo Stato, volta all’edificazione di una società giusta e solidale, a vantaggio di tutti”.
Ci sono stati incontri anche con i responsabili delle principali comunità religiose del Paese, l’islam e l’ortodossia.
“Occorre incoraggiare la collaborazione, in particolare quella tra cristiani e musulmani, perché, nel rispetto reciproco, ci si impegni ogni giorno, fianco a fianco, nell’umile ricerca della volontà di Dio”, ha dichiarato il Cardinale.