Santa Sede: il mondo è in crisi per la mancanza di una “base etica”

Esorta a dare priorità alla persona umana e non al profitto

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di Roberta Sciamplicotti

GINEVRA, martedì, 24 febbraio 2009 (ZENIT.org).- La crisi economica mondiale attuale è causata soprattutto dalla “mancanza di una base etica”, e per questo è necessario ristabilire la priorità della persona umana sul profitto.

E’ quanto ha osservato l’Arcivescovo Silvano M. Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, intervenendo alla decima Sessione Speciale del Consiglio dei Diritti dell’Uomo sull’impatto della crisi economica e finanziaria mondiale sulla realizzazione e il godimento effettivo dei diritti umani, svoltasi a Ginevra il 20 febbraio.

La crisi, ha spiegato l’Arcivescovo, ha “conseguenze sociali drammatiche” e compromette “i diritti umani di innumerevoli persone”, “inclusi il diritto al cibo, all’acqua, alla salute e a un lavoro degno”.

In questo contesto, osserva, “la comunità internazionale ha la legittima responsabilità di chiedere perché si sia arrivati a questa situazione, di chi sia la responsabilità e come una soluzione concertata possa far uscire dalla crisi e favorire il ripristino dei diritti”.

L’impegno nell’attività finanziaria, sottolinea, non si può ridurre a “guadagnare facili profitti”, dovendo includere anche “la promozione del bene comune tra quanti prestano, quanti prendono in prestito e quanti lavorano”. La situazione che il mondo sta vivendo, quindi, deriva essenzialmente da una “mancanza di una base etica”.

Di fronte a questo, e riprendendo l’insegnamento di Benedetto XVI, il presule ha esortato a una rinnovata attenzione a un approccio etico nella creazione di partnership positive tra mercati, Stati e società civili.

I Paesi poveri, i più colpiti dalla crisi

La gravità della crisi, avverte l’Osservatore Permanente, ha “un impatto più drammatico” sui Paesi in via di sviluppo e sulle fasce più vulnerabili della società, già danneggiate dall’aumento dei prezzi del cibo e dell’energia nel 2008.

Questa situazione “minaccia seriamente” la lotta alla povertà, che rappresenta uno dei principali Obiettivi del Millennio.

La crisi economica, infatti, influirà negativamente sui due flussi finanziari da cui dipendono maggiormente i Paesi poveri, ovvero gli aiuti dall’estero e le rimesse degli emigrati, che si pensa “sperimenteranno un significativo declino” nei prossimi mesi.

Nonostante i Paesi ricchi abbiano ribadito l’impegno ad aumentare gli aiuti allo sviluppo, la maggior parte di loro probabilmente non raggiungerà questo obiettivo, considerando anche che le sovvenzioni stanno già diminuendo.

“Ciò fa temere che un possibile effetto diretto della crisi economica globale sia una riduzione degli aiuti ai Paesi poveri”, osserva l’Arcivescovo.

Dall’altro lato, aggiunge, “le rimesse degli emigrati sono già state significativamente ridotte”, fatto che “minaccia la sopravvivenza economica di intere famiglie che traggono una consistente percentuale delle proprie entrate dal trasferimento di fondi da parenti che lavorano all’estero”.

L’impatto della crisi sui diritti umani dei bambini

Monsignor Tomasi ha quindi sottolineato un aspetto particolare della crisi, le sue conseguenze sui diritti umani dei bambini, che esemplificano “l’impatto distruttivo su tutti gli altri diritti economici e sociali”.

Al momento, ha osservato, “alcuni importanti diritti delle popolazioni povere dipendono fortemente dagli aiuti ufficiali e dalle rimesse degli emigrati. Tra questi, il diritto alla salute, all’istruzione e al cibo”.

“Se la riduzione degli aiuti e delle rimesse continuerà, priverà i bambini del diritto di essere educati, creando una doppia conseguenza negativa”: “non solo questi non potranno esercitare pienamente il loro talento che, invece, potrebbe essere usato per il bene comune, ma si getteranno anche le condizioni per difficoltà economiche a lungo termine”.

“I bassi investimenti sull’istruzione di oggi, infatti, si trasformeranno in minore crescita futura”, ha spiegato. “Allo stesso tempo, la scarsa alimentazione dei bambini peggiorerà significativamente le aspettative di vita, aumentando i tassi di mortalità sia infantile che degli adulti”.

Democrazia e priorità alla persona umana

La crisi economica globale, ha aggiunto il presule, potrebbe avere anche un’altra conseguenza “particolarmente rilevante” per il mandato delle Nazioni Unite, perché “troppo spesso periodi di gravi difficoltà economiche sono stati caratterizzati dall’aumento del potere di Governi con dubbi impegni nei confronti della democrazia”.

Per questo, la Santa Sede “prega che queste conseguenze vengano evitate nella crisi attuale, perché rappresenterebbero una seria minaccia alla diffusione di diritti umani fondamentali per i quali questa istituzione ha così tenacemente combattuto”.

Sottolineando che gli ultimi cinquant’anni hanno visto alcuni importanti risultati nella riduzione della povertà, monsignor Tomasi ha avvertito che oggi questi sono a rischio e che è necessario “un approccio coerente” per “preservarli attraverso un rinnovato senso di solidarietà, soprattutto per le fasce della popolazione e per i Paesi più colpiti dalla crisi”.

“Si ripeteranno vecchi e nuovi errori, tuttavia, se non verrà intrapresa un’azione internazionale concertata per promuovere e difendere tutti i diritti umani e se le attività economiche e finanziarie dirette non verranno poste su un binario etico che dia priorità alle persone, alla loro produttività e ai loro diritti, al di sopra dell’avidità che può risultare dal concentrarsi solo sul profitto”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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